Arte d’impresa
Appena pubblicato un libro che mette in relazione la pubblicità con la letteratura, la musica, la danza, il cinema e altro ancora
Pubblicità: scienza, tecnica, strumento oppure arte? Certamente, espressione della cultura del tempo. Oltre che di una cultura d’impresa che si evolve, cambia, muta sulla base dell’immaginario collettivo del momento, del sentire imprenditoriale, di quell’attimo creativo che rende un’unica ogni organizzazione della produzione. Pubblicità che alcuni considerano scienza e altri arte. Ed è più vicino a quest’ultima interpretazione che si colloca “Pubblicità è arte. L’undicesima musa” libro curato da Emanuele Gabardi e appena pubblicato che guarda, appunto, alla pubblicità come al prodotto di un’arte particolare mettendola in collegamento con la letteratura, con la musica, la danza, il cinema. Una lettura da fare per chi voglia guardare a questa parte del fare impresa in un modo diverso dal solito. Tutto, tra l’altro, partendo da un parallelo originale tra pubblicità e le altre manifestazioni dell’agire umano.
Prendendo infatti come guida le muse classiche, il curatore del libro e gli autori guardano alla pubblicità che si accompagna a Clio nella sua storia. La stessa poi si affianca a Calliope, Erato e Euterpe nelle diverse forme di poesia – epica, amorosa e lirica – perché può ben essere una o più di loro. Quella stessa Calliope che è anche la musa dalla bella voce, che in pubblicità non si può certo parlare in modo sgradevole. Ma anche quell’Erato che ha il compito di far desiderare ciò che si pubblicizza, mentre Euterpe, spesso, asseconda lo scopo di suscitare il sorriso, per farsi ricordare piacevolmente. E, ancora, chi ha partecipato alla scrittura del libro vede considera la pubblicità quando si accompagna a una musica diventa Melpomene e Polimnia. E che diventa Talia, quando la commedia prende il sopravvento sulla narrazione; o Tersicore, se riesce a far danzare i pensieri del suo pubblico. Senza dire che la stessa pubblicità diventa Urania, la celeste, e cioè la musa dell’astronomia e della geometria, che in coppia con Clio accompagna le ispirazioni indispensabili alle realizzazioni non solo prospettiche di dipinti e sculture, ma anche degli oggetti di design pensati per luoghi pubblici e privati. Nel primo Novecento, infine, la decima musa è sbocciata con l’avvento del cinema, che con la pubblicità ha avuto un rapporto privilegiato fin dai suoi albori.
È sulla base di questo affascinante racconto che Gabardi sostiene che la pubblicità sia l’undicesima musa: un’idea sulla quale viene, appunto costruito il libro che racconta i rapporti reciproci e complementari della pubblicità con la storia, la letteratura, la musica, la danza, il cinema, l’arte e il design. Un libro che, viene spiegato nelle prime pagine, ha richiesto una “lunga gestazione” ma che vale la pena leggere con grande attenzione.
Pubblicità è arte. L’undicesima Musa
Emanuele Gabardi (a cura di)
Franco Angeli, 2022


Appena pubblicato un libro che mette in relazione la pubblicità con la letteratura, la musica, la danza, il cinema e altro ancora
Pubblicità: scienza, tecnica, strumento oppure arte? Certamente, espressione della cultura del tempo. Oltre che di una cultura d’impresa che si evolve, cambia, muta sulla base dell’immaginario collettivo del momento, del sentire imprenditoriale, di quell’attimo creativo che rende un’unica ogni organizzazione della produzione. Pubblicità che alcuni considerano scienza e altri arte. Ed è più vicino a quest’ultima interpretazione che si colloca “Pubblicità è arte. L’undicesima musa” libro curato da Emanuele Gabardi e appena pubblicato che guarda, appunto, alla pubblicità come al prodotto di un’arte particolare mettendola in collegamento con la letteratura, con la musica, la danza, il cinema. Una lettura da fare per chi voglia guardare a questa parte del fare impresa in un modo diverso dal solito. Tutto, tra l’altro, partendo da un parallelo originale tra pubblicità e le altre manifestazioni dell’agire umano.
Prendendo infatti come guida le muse classiche, il curatore del libro e gli autori guardano alla pubblicità che si accompagna a Clio nella sua storia. La stessa poi si affianca a Calliope, Erato e Euterpe nelle diverse forme di poesia – epica, amorosa e lirica – perché può ben essere una o più di loro. Quella stessa Calliope che è anche la musa dalla bella voce, che in pubblicità non si può certo parlare in modo sgradevole. Ma anche quell’Erato che ha il compito di far desiderare ciò che si pubblicizza, mentre Euterpe, spesso, asseconda lo scopo di suscitare il sorriso, per farsi ricordare piacevolmente. E, ancora, chi ha partecipato alla scrittura del libro vede considera la pubblicità quando si accompagna a una musica diventa Melpomene e Polimnia. E che diventa Talia, quando la commedia prende il sopravvento sulla narrazione; o Tersicore, se riesce a far danzare i pensieri del suo pubblico. Senza dire che la stessa pubblicità diventa Urania, la celeste, e cioè la musa dell’astronomia e della geometria, che in coppia con Clio accompagna le ispirazioni indispensabili alle realizzazioni non solo prospettiche di dipinti e sculture, ma anche degli oggetti di design pensati per luoghi pubblici e privati. Nel primo Novecento, infine, la decima musa è sbocciata con l’avvento del cinema, che con la pubblicità ha avuto un rapporto privilegiato fin dai suoi albori.
È sulla base di questo affascinante racconto che Gabardi sostiene che la pubblicità sia l’undicesima musa: un’idea sulla quale viene, appunto costruito il libro che racconta i rapporti reciproci e complementari della pubblicità con la storia, la letteratura, la musica, la danza, il cinema, l’arte e il design. Un libro che, viene spiegato nelle prime pagine, ha richiesto una “lunga gestazione” ma che vale la pena leggere con grande attenzione.
Pubblicità è arte. L’undicesima Musa
Emanuele Gabardi (a cura di)
Franco Angeli, 2022