Attenzione e pazienza di successo
La sintesi del fare impresa condensata in un libro di Riccardo Illy
Pazienza e cura delle persone. Attenzione ai particolari, perseveranza. In tempi veloci e liquidi (anche un po’ schizofrenici) come quelli che stiamo vivendo, le caratteristiche che distinguono la buona impresa dalle altre appaiono sempre di più essere queste. Che non significa non badare ai conti e al profitto, ma badarvi in modo diverso, più ampio e completo. Ideali che caratterizzano, in particolare, molte realtà produttive italiane che Riccardo Illy (industriale e uomo attento al mondo) ha descritto insieme al suo modo di affrontare il fare industria in “L’arte dei prodotti eccellenti. Incantare i clienti con l’esperienza di un marchio di qualità aumentata”.
La proposta di Illy parte proprio dal senso della qualità così comune a molte aziende italiane. Oggi, quando molte aziende mirano al raggiungimento di obiettivi di guadagno in tempi rapidi e perdono di vista il senso della pazienza e della cura, i marchi italiani – è l’opinione di Illy -, spiccano per la loro capacità di creare prodotti di qualità superiore, in grado di resistere sia alla concorrenza del mercato che all’usura del tempo.
I motivi di questa situazione vanno ricercati nel particolare modo di fare impresa che gli italiani hanno. E che, appunto, Illy cerca di raccontare (anche per la sua azienda) partendo dalla non accettazione dei compromessi di mercato quando si tratta di difendere qualità ed eccellenza di quello che si fa. Un approccio che si basa anche sull’attenzione alle tecniche tradizionali, alla storia del prodotto e del marchio. Ma un’attenzione che è capace di adottare l’innovazione quando questa si dimostra vincente. E poi un impegno, quello di “fare bene l’impresa” così che questa “faccia bene” non solo a produttori e consumatori, ma a tutta la filiera dei lavoratori, alla comunità e al pianeta.
Illy spiega tutto questo coinvolgendo anche altre aziende a conduzione familiare – come Riva 1912, Domori, Pintaudi, Mastrojanni, Bisazza, Zegna, Agrimontana, Damman Frères e molti altre – e raccontando di fatto cosa significa fare bene impresa seppur in un mondo complesso e contraddittorio come quello di oggi. Chi legge è così condotto lungo un cammino fatto di 11 tappe ognuna caratterizzata da un concetto che può improntare positivamente l’impresa. Scrive Illy nelle ultime righe: “Si tratta di essere padroni del nostro tempo, far meno cose ma farle meglio. Si tratta di coltivare il senso della famiglia con i dipendenti e con i clienti. E si tratta di portare l’idea di bellezza tutta italiana in ciò che si fa”.
L’arte dei prodotti eccellenti. Incantare i clienti con l’esperienza di un marchio di qualità aumentata
Riccardo Illy
La nave di Teseo, 2022
La sintesi del fare impresa condensata in un libro di Riccardo Illy
Pazienza e cura delle persone. Attenzione ai particolari, perseveranza. In tempi veloci e liquidi (anche un po’ schizofrenici) come quelli che stiamo vivendo, le caratteristiche che distinguono la buona impresa dalle altre appaiono sempre di più essere queste. Che non significa non badare ai conti e al profitto, ma badarvi in modo diverso, più ampio e completo. Ideali che caratterizzano, in particolare, molte realtà produttive italiane che Riccardo Illy (industriale e uomo attento al mondo) ha descritto insieme al suo modo di affrontare il fare industria in “L’arte dei prodotti eccellenti. Incantare i clienti con l’esperienza di un marchio di qualità aumentata”.
La proposta di Illy parte proprio dal senso della qualità così comune a molte aziende italiane. Oggi, quando molte aziende mirano al raggiungimento di obiettivi di guadagno in tempi rapidi e perdono di vista il senso della pazienza e della cura, i marchi italiani – è l’opinione di Illy -, spiccano per la loro capacità di creare prodotti di qualità superiore, in grado di resistere sia alla concorrenza del mercato che all’usura del tempo.
I motivi di questa situazione vanno ricercati nel particolare modo di fare impresa che gli italiani hanno. E che, appunto, Illy cerca di raccontare (anche per la sua azienda) partendo dalla non accettazione dei compromessi di mercato quando si tratta di difendere qualità ed eccellenza di quello che si fa. Un approccio che si basa anche sull’attenzione alle tecniche tradizionali, alla storia del prodotto e del marchio. Ma un’attenzione che è capace di adottare l’innovazione quando questa si dimostra vincente. E poi un impegno, quello di “fare bene l’impresa” così che questa “faccia bene” non solo a produttori e consumatori, ma a tutta la filiera dei lavoratori, alla comunità e al pianeta.
Illy spiega tutto questo coinvolgendo anche altre aziende a conduzione familiare – come Riva 1912, Domori, Pintaudi, Mastrojanni, Bisazza, Zegna, Agrimontana, Damman Frères e molti altre – e raccontando di fatto cosa significa fare bene impresa seppur in un mondo complesso e contraddittorio come quello di oggi. Chi legge è così condotto lungo un cammino fatto di 11 tappe ognuna caratterizzata da un concetto che può improntare positivamente l’impresa. Scrive Illy nelle ultime righe: “Si tratta di essere padroni del nostro tempo, far meno cose ma farle meglio. Si tratta di coltivare il senso della famiglia con i dipendenti e con i clienti. E si tratta di portare l’idea di bellezza tutta italiana in ciò che si fa”.
L’arte dei prodotti eccellenti. Incantare i clienti con l’esperienza di un marchio di qualità aumentata
Riccardo Illy
La nave di Teseo, 2022