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Bellezza industriale italiana

In un libro le storie d’impresa che dicono tutto sulla cultura del produrre del nostro Paese

Patria del saper fare, dell’eccellenza, della magnificenza produttiva. Patria del bello e ben fatto. Ecco l’Italia nelle innumerevoli descrizioni che di questo Paese vengono fatte. Davvero il “Bel Paese” per antonomasia. Ma perché tutto questo?

È a questa domanda che Severino Salvemini risponde con il suo “Il quid imprenditoriale. Oltre la retorica del Made in Italy”, libro nato dalla raccolta di una serie di racconti d’impresa pubblicati sul supplemento L’Economia del Corriere della Sera.

Il libro – e gli articoli che costituiscono altrettanti capitoli -, prendono le mosse da una considerazione: fermarsi al semplice slogan che indica il Made in Italy come il regno della bellezza, ci impedisce di cogliere i tratti distintivi di un fenomeno complesso che ha permesso alle nostre imprese di temperare il tecnologismo della globalizzazione con un nuovo umanesimo all’insegna del gusto e della creatività, e di sostituire alla filosofia finanziaria anglosassone uno stile di management tutto italiano.

Con ragione Salvemini parla quindi di una “inafferrabile composizione chimica” che deve essere compresa con grande attenzione. Operazione che l’autore cerca di compiere proprio partendo dal racconto di 53 storie esemplari di aziende che hanno fatto dell’eccellenza la loro bandiera. Chi legge, quindi, apprende delle vicende di imprese – spesso sconosciute sì più -, che hanno fatto e fanno la storia nel loro comparto. Storie che fanno emergere, oltre ad una indubbia capacità produttiva, anche altro che a Salvemini sintetizza con grande maestria così: “Nella filigrana di questi documenti si può (…) leggere la disponibilità degli italiani al servizio dell’altro, la loro connaturata curiosità e capacità di perfezionare con l’innovazione le formule consolidate, la loro tensione alla ricerca, alla domanda, al dubbio, alla riflessione che trovano anche nella vasta cultura del Paese la propria universale Bandiera”.

Il libro di Salvemini riesce in un’operazione difficile: descrivere il meglio dell’impresa italiana senza retorica. Da leggere.

Il quid imprenditoriale. Oltre la retorica del Made in Italy

Severino Salvemini

Egea, 2023

In un libro le storie d’impresa che dicono tutto sulla cultura del produrre del nostro Paese

Patria del saper fare, dell’eccellenza, della magnificenza produttiva. Patria del bello e ben fatto. Ecco l’Italia nelle innumerevoli descrizioni che di questo Paese vengono fatte. Davvero il “Bel Paese” per antonomasia. Ma perché tutto questo?

È a questa domanda che Severino Salvemini risponde con il suo “Il quid imprenditoriale. Oltre la retorica del Made in Italy”, libro nato dalla raccolta di una serie di racconti d’impresa pubblicati sul supplemento L’Economia del Corriere della Sera.

Il libro – e gli articoli che costituiscono altrettanti capitoli -, prendono le mosse da una considerazione: fermarsi al semplice slogan che indica il Made in Italy come il regno della bellezza, ci impedisce di cogliere i tratti distintivi di un fenomeno complesso che ha permesso alle nostre imprese di temperare il tecnologismo della globalizzazione con un nuovo umanesimo all’insegna del gusto e della creatività, e di sostituire alla filosofia finanziaria anglosassone uno stile di management tutto italiano.

Con ragione Salvemini parla quindi di una “inafferrabile composizione chimica” che deve essere compresa con grande attenzione. Operazione che l’autore cerca di compiere proprio partendo dal racconto di 53 storie esemplari di aziende che hanno fatto dell’eccellenza la loro bandiera. Chi legge, quindi, apprende delle vicende di imprese – spesso sconosciute sì più -, che hanno fatto e fanno la storia nel loro comparto. Storie che fanno emergere, oltre ad una indubbia capacità produttiva, anche altro che a Salvemini sintetizza con grande maestria così: “Nella filigrana di questi documenti si può (…) leggere la disponibilità degli italiani al servizio dell’altro, la loro connaturata curiosità e capacità di perfezionare con l’innovazione le formule consolidate, la loro tensione alla ricerca, alla domanda, al dubbio, alla riflessione che trovano anche nella vasta cultura del Paese la propria universale Bandiera”.

Il libro di Salvemini riesce in un’operazione difficile: descrivere il meglio dell’impresa italiana senza retorica. Da leggere.

Il quid imprenditoriale. Oltre la retorica del Made in Italy

Severino Salvemini

Egea, 2023

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