Bene comune e responsabilità d’impresa
Raccontati in un libro i casi di successo che uniscono attività produttiva, contesto sociale e buona gestione
L’imprese deve essere un soggetto responsabile di ciò che fa. Assunto importante, questo, non sempre viene perseguito con linearità e determinazione. Ma i casi di buona impresa responsabile sono la maggioranza. Si estendono anche bel al di là del perimetro esatto dell’attività propriamente aziendale e produttiva. E vale la pena raccontarli e conoscerli.
E’ ciò che ha fatto Mario Minoja (Associato di Economia aziendale presso il Dipartimento di Comunicazione e di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia), che ha curato “Bene comune e comportamenti responsabili. Storie di imprese e di istituzioni”, una raccolta di casi di buona responsabile gestione d’impresa non solo limitati però alle imprese propriamente dette.
Si legge nella presentazione che i racconti sono “stati selezionati in quanto presentavano, sulla base delle conoscenze disponibili, delle informazioni raccolte o delle indicazioni ricevute, alcuni tratti propri di modi di gestire responsabili”. Da qui i racconti che hanno naturalmente un tratto comune. La gestione “responsabile” infatti “sembra doversi attribuire, in primo luogo, all’azione di una leadership animata dal desiderio e dalla volontà di realizzare la missione produttiva, diffondendo e praticando un insieme di valori indirizzati a perseguire il bene comune dell’azienda in armonia con il bene della società: innovazione, imprenditorialità, produttività e sviluppo”.
E’ la concretizzazione sul campo di innumerevoli manuali di gestione d’impresa.
Nel volume sono così contenuti 11 casi divisi in tre parti: imprese profit, imprese no–profit e istituzioni. Fra le storie da leggere quelle di: Cucinelli, Gruppo Bruno, Gruppo Unicem, aziende ospedaliere, organizzazioni della cooperazione, i Comuni di Reggio Emilia, Sassari e Peccioli, il Teatro La Fenice. Alla fine, nessuna conclusione che forzi il pensiero di chi ha letto, nessun modello da dimostrare (anche e viene annunciato un secondo volume che conterrà gli insegnamenti deducibili dai casi aziendali). Nell’introduzione, invece, una spiegazione in più: ogni attività ha successo quando si basa su una “missione produttiva”, una comunanza di valori e principi, una condivisione gestionale che non confligge con le caratteristiche e le ambizioni dei singoli.
Bene comune e comportamenti responsabili. Storie di imprese e di istituzioni
Egea, 2016
Raccontati in un libro i casi di successo che uniscono attività produttiva, contesto sociale e buona gestione
L’imprese deve essere un soggetto responsabile di ciò che fa. Assunto importante, questo, non sempre viene perseguito con linearità e determinazione. Ma i casi di buona impresa responsabile sono la maggioranza. Si estendono anche bel al di là del perimetro esatto dell’attività propriamente aziendale e produttiva. E vale la pena raccontarli e conoscerli.
E’ ciò che ha fatto Mario Minoja (Associato di Economia aziendale presso il Dipartimento di Comunicazione e di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia), che ha curato “Bene comune e comportamenti responsabili. Storie di imprese e di istituzioni”, una raccolta di casi di buona responsabile gestione d’impresa non solo limitati però alle imprese propriamente dette.
Si legge nella presentazione che i racconti sono “stati selezionati in quanto presentavano, sulla base delle conoscenze disponibili, delle informazioni raccolte o delle indicazioni ricevute, alcuni tratti propri di modi di gestire responsabili”. Da qui i racconti che hanno naturalmente un tratto comune. La gestione “responsabile” infatti “sembra doversi attribuire, in primo luogo, all’azione di una leadership animata dal desiderio e dalla volontà di realizzare la missione produttiva, diffondendo e praticando un insieme di valori indirizzati a perseguire il bene comune dell’azienda in armonia con il bene della società: innovazione, imprenditorialità, produttività e sviluppo”.
E’ la concretizzazione sul campo di innumerevoli manuali di gestione d’impresa.
Nel volume sono così contenuti 11 casi divisi in tre parti: imprese profit, imprese no–profit e istituzioni. Fra le storie da leggere quelle di: Cucinelli, Gruppo Bruno, Gruppo Unicem, aziende ospedaliere, organizzazioni della cooperazione, i Comuni di Reggio Emilia, Sassari e Peccioli, il Teatro La Fenice. Alla fine, nessuna conclusione che forzi il pensiero di chi ha letto, nessun modello da dimostrare (anche e viene annunciato un secondo volume che conterrà gli insegnamenti deducibili dai casi aziendali). Nell’introduzione, invece, una spiegazione in più: ogni attività ha successo quando si basa su una “missione produttiva”, una comunanza di valori e principi, una condivisione gestionale che non confligge con le caratteristiche e le ambizioni dei singoli.
Bene comune e comportamenti responsabili. Storie di imprese e di istituzioni
Egea, 2016