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Bilancio sociale sulla giustizia “aperta al pubblico”: le indicazioni del Tribunale di Milano

Aperti al pubblico”. Un’ovvietà, se si pensa a un ufficio statale. Un impegno sociale, un’originale mescolanza di etica pubblica e spirito di servizio, se si lega quella frase a un Palazzo di Giustizia. “Aperti al pubblico” è infatti il titolo del Bilancio Sociale del Tribunale di Milano, presentato sabato mattina dalla presidente Livia Pomodoro, alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando, del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e di tutti gli stakeholders del Tribunale, a cominciare dalle imprese.

Il titolo del Bilancio sociale 2013 era “Fare giustizia”, con una bella immagine in copertina, quella di un cantiere, elemento simbolico di un’attività in costruzione e conferma di un’attitidine molto milanese, quella di “fare, e fare bene” (ne abbiamo parlato in un blog del 21 gennaio 2014). Adesso, il cantiere della giustizia ha fatto passi avanti. E proprio quell’”aperti al pubblico” vuole dare il senso di una attività giudiziaria che, nel suo modo di operare in tutti i suoi stadi è trasparente, chiara, pronta a essere giudicata come un servizio e dunque pronta a sottoporsi a una valutazione “pubblica” sulla sua efficienza e sull’efficacia dei provvedimenti che vengono presi. Una indicazione di responsabilità. E una bella sfida.

Il Bilancio Sociale 2014 è stato predisposto dalla Sda Bocconi (con una equipe guidata dal professor Giovanni Valotti). E realizzato con il sostegno dell’Assolombarda, un’importante scelta di buona cultura d’impresa. Guarda all’interno del Palazzo, ai servizi di giustizia resi ai cittadini e alle imprese. Imposta un confronto, un benchmark, con altri Tribunali in Italia e nei paesi europei che ci sono vicini (e concorrenti, in termini di economia e servizi). Documenta i miglioramenti fatti. Indica tutto quel che resta da fare, non in termini di nuove norme, ma in chiave di migliore utilizzo delle norme attuali e dei servizi disponibili. Il tutto sotto gli occhi dei cittadini. “Aperti al pubblico”, appunto.

Giudizi e aspettative delle imprese sono chiariti da Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, che ha fatto della “legalità”  e della giustizia “efficiente ed efficace” un asset fondamentale della competitività di Milano: “La giustizia che serve alle imprese, soggetti attivi e responsabili dello sviluppo economico e sociale del paese, deve sicuramente essere celere. La giustizia lenta non dà certezza del diritto. E, senza certezza del diritto, non funzionano i mercati, non si costruiscono catene del valore e del merito, non si danno risposte corrette all’intraprendenza degli attori economici né infine è possibile attrarre investimenti internazionali”.

Ma la “rapidità” delle sentenze è solo uno degli aspetti essenziali:  “Sono necessarie anche qualità ed efficacia delle sentenze stesse, rispondendo così in modo congruo e puntuale alle esigenze degli operatori”.

Che fare? Rocca sostiene che “per realizzare degli effettivi passi in avanti, occorre, su un primo versante, semplificare e rendere più trasparente il sistema normativo, snellendo anche la selva regolatoria e burocratica che blocca la macchina pubblica, ostacola il dinamismo corretto delle forze sociali e, in molti casi, agevola fenomeni di corruzione, contro cui Assolombarda ha preso con forza posizione.

Ma risulta altrettanto importante far funzionare bene l’attuale macchina della giustizia, improntandola a princìpi e metodi di soddisfazione degli utenti, di miglioramento continuo, di responsabilità, da misurare in base a opportuni parametri. La buona cultura d’impresa può essere, in quest’opera, di sicuro supporto”. E proprio in una logica di benchmarking, “il nostro riferimento per un fruttuoso e stimolante confronto dovrebbero essere anche le aree “forti” dell’Europa, caratterizzate, tra l’altro, da un’alta efficienza della giustizia: Baviera, Baden-Württemberg, Rhône-Alpes, Catalogna, ma anche Svizzera e Austria”.

Il progetto “Giustizia Efficiente” di Assolombarda è appunto finalizzato a intensificare la collaborazione con il Tribunale di Milano, “svolgendo in particolare un ruolo attivo nella sua indagine sulla valutazione della giustizia da parte delle imprese, nonché ad approfondire, anche con benchmark internazionali, il monitoraggio sulla sua rispondenza ai bisogni di una giudizia di qualità. Vanno perciò presi in esame con attenzione i risultati della ricerca appena realizzata con l’Università Bocconi proprio per il bilancio sociale del Tribunale e relativi alla percezione dei problemi della giustizia da parte delle imprese”.

Le imprese, infatti  – conclude Rocca – si pongono tra i principali “stakeholder” del Tribunale “e Assolombarda, interpretando e rappresentando gli interessi e le esigenze delle aziende, intende essere a sua volta un autorevole e significativo interlocutore per il Tribunale e più in generale per tutti coloro che sono impegnati sui temi della giustizia e e del suo miglioramento”.

Aperti al pubblico”. Un’ovvietà, se si pensa a un ufficio statale. Un impegno sociale, un’originale mescolanza di etica pubblica e spirito di servizio, se si lega quella frase a un Palazzo di Giustizia. “Aperti al pubblico” è infatti il titolo del Bilancio Sociale del Tribunale di Milano, presentato sabato mattina dalla presidente Livia Pomodoro, alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando, del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e di tutti gli stakeholders del Tribunale, a cominciare dalle imprese.

Il titolo del Bilancio sociale 2013 era “Fare giustizia”, con una bella immagine in copertina, quella di un cantiere, elemento simbolico di un’attività in costruzione e conferma di un’attitidine molto milanese, quella di “fare, e fare bene” (ne abbiamo parlato in un blog del 21 gennaio 2014). Adesso, il cantiere della giustizia ha fatto passi avanti. E proprio quell’”aperti al pubblico” vuole dare il senso di una attività giudiziaria che, nel suo modo di operare in tutti i suoi stadi è trasparente, chiara, pronta a essere giudicata come un servizio e dunque pronta a sottoporsi a una valutazione “pubblica” sulla sua efficienza e sull’efficacia dei provvedimenti che vengono presi. Una indicazione di responsabilità. E una bella sfida.

Il Bilancio Sociale 2014 è stato predisposto dalla Sda Bocconi (con una equipe guidata dal professor Giovanni Valotti). E realizzato con il sostegno dell’Assolombarda, un’importante scelta di buona cultura d’impresa. Guarda all’interno del Palazzo, ai servizi di giustizia resi ai cittadini e alle imprese. Imposta un confronto, un benchmark, con altri Tribunali in Italia e nei paesi europei che ci sono vicini (e concorrenti, in termini di economia e servizi). Documenta i miglioramenti fatti. Indica tutto quel che resta da fare, non in termini di nuove norme, ma in chiave di migliore utilizzo delle norme attuali e dei servizi disponibili. Il tutto sotto gli occhi dei cittadini. “Aperti al pubblico”, appunto.

Giudizi e aspettative delle imprese sono chiariti da Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, che ha fatto della “legalità”  e della giustizia “efficiente ed efficace” un asset fondamentale della competitività di Milano: “La giustizia che serve alle imprese, soggetti attivi e responsabili dello sviluppo economico e sociale del paese, deve sicuramente essere celere. La giustizia lenta non dà certezza del diritto. E, senza certezza del diritto, non funzionano i mercati, non si costruiscono catene del valore e del merito, non si danno risposte corrette all’intraprendenza degli attori economici né infine è possibile attrarre investimenti internazionali”.

Ma la “rapidità” delle sentenze è solo uno degli aspetti essenziali:  “Sono necessarie anche qualità ed efficacia delle sentenze stesse, rispondendo così in modo congruo e puntuale alle esigenze degli operatori”.

Che fare? Rocca sostiene che “per realizzare degli effettivi passi in avanti, occorre, su un primo versante, semplificare e rendere più trasparente il sistema normativo, snellendo anche la selva regolatoria e burocratica che blocca la macchina pubblica, ostacola il dinamismo corretto delle forze sociali e, in molti casi, agevola fenomeni di corruzione, contro cui Assolombarda ha preso con forza posizione.

Ma risulta altrettanto importante far funzionare bene l’attuale macchina della giustizia, improntandola a princìpi e metodi di soddisfazione degli utenti, di miglioramento continuo, di responsabilità, da misurare in base a opportuni parametri. La buona cultura d’impresa può essere, in quest’opera, di sicuro supporto”. E proprio in una logica di benchmarking, “il nostro riferimento per un fruttuoso e stimolante confronto dovrebbero essere anche le aree “forti” dell’Europa, caratterizzate, tra l’altro, da un’alta efficienza della giustizia: Baviera, Baden-Württemberg, Rhône-Alpes, Catalogna, ma anche Svizzera e Austria”.

Il progetto “Giustizia Efficiente” di Assolombarda è appunto finalizzato a intensificare la collaborazione con il Tribunale di Milano, “svolgendo in particolare un ruolo attivo nella sua indagine sulla valutazione della giustizia da parte delle imprese, nonché ad approfondire, anche con benchmark internazionali, il monitoraggio sulla sua rispondenza ai bisogni di una giudizia di qualità. Vanno perciò presi in esame con attenzione i risultati della ricerca appena realizzata con l’Università Bocconi proprio per il bilancio sociale del Tribunale e relativi alla percezione dei problemi della giustizia da parte delle imprese”.

Le imprese, infatti  – conclude Rocca – si pongono tra i principali “stakeholder” del Tribunale “e Assolombarda, interpretando e rappresentando gli interessi e le esigenze delle aziende, intende essere a sua volta un autorevole e significativo interlocutore per il Tribunale e più in generale per tutti coloro che sono impegnati sui temi della giustizia e e del suo miglioramento”.

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