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Brand Milano, metropoli aperta all’innovazione, alla cultura e all’accoglienza

Qual è, oggi, il racconto di Milano? Come definirne anima, tensioni, funzioni, speranze? E come costruire un “brand” che ne sia simbolo? Se ne è discusso per un’intera giornata, venerdì scorso, all’Università Statale, per iniziativa del “Forum Brand Milano”, coordinato da Stefano Rolando, analizzando i risultati di oltre un anno di lavoro, tra analisi, ricerche, discussioni, pubblicazioni e rilanciando il dibattito sul futuro della Milano metropoli.

Città molteplice e complessa. Densa anche di contrasti e contraddizioni. Un incrocio felix, fertile cioè, tra radici storiche (il carattere dei luoghi) e contemporaneità. Tra un’anima e un progetto. Una città è, infatti, un’identità orgogliosa ma aperta. La “Milano grande” che sa guardarsi oltre la cerchia storica delle Mura Spagnole e intende riscoprire una pur controversa centralità come “mid land”, nel cuore d’un territorio tra il Mediterraneo e l’Europa continentale. E’ una scelta che ha sapore di storia. E di trasformazioni. Metropoli comunque aperta. E attiva, vivace, internazionale. Densa di buona cultura. Anche di cultura d’impresa.

Una Milano “hub della conoscenza”, dunque, nell’incrocio tra manifattura, servizi, ricerca & innovazione, formazione di alto livello (otto università, 180mila studenti, di cui 13mila stranieri), editoria e comunicazione, luoghi della cultura e dell’arte. Milano cuore d’un territorio, tra Nord Italia e Germania, che è cardine della migliore industria europea. Milano capitale d’una metamorfosi produttiva che lavora sulle ibridazioni tra l’attitudine “a fare cose belle che piacciono al mondo” e la ricerca di qualità dello “sviluppo sostenibile”. Milano, insomma, laboratorio e neo-fabbrica.

Sono utili, in questa ricerca di senso e destino d’una metropoli che vuole fare da “locomotiva d’Italia” ma anche da pilastro della crescita economica e sociale europea, le riflessioni di due leader d’impresa.

Sostiene Marco Tronchetti Provera, presidente Pirelli, nella sua testimonianza al “Forum Brand Milano”: “Il cuore industriale dell’Europa ha Milano, tra i suoi pilastri. E lo sviluppo dell’Italia in chiave europea non può non passare da una metropoli in cui si concentrano tutte le leve essenziali della crescita economica: la manifattura più competitiva e orientata all’export, i servizi più sofisticati per l’impresa, i centri qualificati di ricerca e innovazione, le università di prestigio internazionale, la comunicazione e la cultura. Una Grande Milano, nonostante tutto, creativa, attiva, aperta e intraprendente, consapevole della sua storia ma anche proiettata verso un futuro sostenibile da costruire. E l’Expo ne valorizza le qualità migliori: un’energia vitale, un forte senso di responsabilità generale”.

Spiega Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, sempre per il “Forum Brand Milano”: “Per secoli la città dove l’Italia si faceva mondo è stata Milano, aperta agli sviluppi industriali, sociali e culturali dei paesi più avanzati. Ora la sfida è opposta: Milano deve essere sempre più la grande città metropolitana in cui il mondo diventa Italia. Ciò significa essenzialmente quattro cose. Deve offrire sempre più attrattività economica, a idee d’impresa, capitali e multinazionali che da fuori Italia identifichino qui l’ambiente ideale per svilupparsi e crescere. Attrattività del capitale umano, diventando sempre più “il” centro che attira nelle sue otto università un numero crescente di talenti dall’estero. Attrattività del suo modello sociale, fondato su una forza senza eguali in Italia di privato sociale, dalla ricerca all’assistenza sanitaria fino al social housing, e con una forte presenza di non profit. Attrattività verso le altre culture, valorizzando il particolare mix di Milano citta S.T.E.A.M. che integra le eccellenze di scienza, tecnologia, ingegneria e meccanica con l’arte”. “Milano – conclude Rocca- dove il mondo diventa Italia. Sarà un brand di successo se tutti i milanesi avvertiranno intorno a sé che, con il loro impegno, Milano ha ripreso a volare”.

Qual è, oggi, il racconto di Milano? Come definirne anima, tensioni, funzioni, speranze? E come costruire un “brand” che ne sia simbolo? Se ne è discusso per un’intera giornata, venerdì scorso, all’Università Statale, per iniziativa del “Forum Brand Milano”, coordinato da Stefano Rolando, analizzando i risultati di oltre un anno di lavoro, tra analisi, ricerche, discussioni, pubblicazioni e rilanciando il dibattito sul futuro della Milano metropoli.

Città molteplice e complessa. Densa anche di contrasti e contraddizioni. Un incrocio felix, fertile cioè, tra radici storiche (il carattere dei luoghi) e contemporaneità. Tra un’anima e un progetto. Una città è, infatti, un’identità orgogliosa ma aperta. La “Milano grande” che sa guardarsi oltre la cerchia storica delle Mura Spagnole e intende riscoprire una pur controversa centralità come “mid land”, nel cuore d’un territorio tra il Mediterraneo e l’Europa continentale. E’ una scelta che ha sapore di storia. E di trasformazioni. Metropoli comunque aperta. E attiva, vivace, internazionale. Densa di buona cultura. Anche di cultura d’impresa.

Una Milano “hub della conoscenza”, dunque, nell’incrocio tra manifattura, servizi, ricerca & innovazione, formazione di alto livello (otto università, 180mila studenti, di cui 13mila stranieri), editoria e comunicazione, luoghi della cultura e dell’arte. Milano cuore d’un territorio, tra Nord Italia e Germania, che è cardine della migliore industria europea. Milano capitale d’una metamorfosi produttiva che lavora sulle ibridazioni tra l’attitudine “a fare cose belle che piacciono al mondo” e la ricerca di qualità dello “sviluppo sostenibile”. Milano, insomma, laboratorio e neo-fabbrica.

Sono utili, in questa ricerca di senso e destino d’una metropoli che vuole fare da “locomotiva d’Italia” ma anche da pilastro della crescita economica e sociale europea, le riflessioni di due leader d’impresa.

Sostiene Marco Tronchetti Provera, presidente Pirelli, nella sua testimonianza al “Forum Brand Milano”: “Il cuore industriale dell’Europa ha Milano, tra i suoi pilastri. E lo sviluppo dell’Italia in chiave europea non può non passare da una metropoli in cui si concentrano tutte le leve essenziali della crescita economica: la manifattura più competitiva e orientata all’export, i servizi più sofisticati per l’impresa, i centri qualificati di ricerca e innovazione, le università di prestigio internazionale, la comunicazione e la cultura. Una Grande Milano, nonostante tutto, creativa, attiva, aperta e intraprendente, consapevole della sua storia ma anche proiettata verso un futuro sostenibile da costruire. E l’Expo ne valorizza le qualità migliori: un’energia vitale, un forte senso di responsabilità generale”.

Spiega Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, sempre per il “Forum Brand Milano”: “Per secoli la città dove l’Italia si faceva mondo è stata Milano, aperta agli sviluppi industriali, sociali e culturali dei paesi più avanzati. Ora la sfida è opposta: Milano deve essere sempre più la grande città metropolitana in cui il mondo diventa Italia. Ciò significa essenzialmente quattro cose. Deve offrire sempre più attrattività economica, a idee d’impresa, capitali e multinazionali che da fuori Italia identifichino qui l’ambiente ideale per svilupparsi e crescere. Attrattività del capitale umano, diventando sempre più “il” centro che attira nelle sue otto università un numero crescente di talenti dall’estero. Attrattività del suo modello sociale, fondato su una forza senza eguali in Italia di privato sociale, dalla ricerca all’assistenza sanitaria fino al social housing, e con una forte presenza di non profit. Attrattività verso le altre culture, valorizzando il particolare mix di Milano citta S.T.E.A.M. che integra le eccellenze di scienza, tecnologia, ingegneria e meccanica con l’arte”. “Milano – conclude Rocca- dove il mondo diventa Italia. Sarà un brand di successo se tutti i milanesi avvertiranno intorno a sé che, con il loro impegno, Milano ha ripreso a volare”.

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