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Buon clima, buona produzione

Si lavora meglio in un ambiente sereno. E si produce meglio in luoghi in cui impresa e lavoro vanno di pari passo, dove c’è una comunanza di idee che va al di là del profitto e del salario. Assunti che dovrebbero essere scontati, quelli che spiegano il valore del creare un “buon clima” in azienda, sono in realtà non sempre applicati e, qualche volta, nemmeno ben conosciuti e ragionati. Eppure, in fabbrica come negli uffici, passa proprio dal “clima aziendale” una certa parte – importante -, del risultato d’impresa. E della forma che la cultura d’azienda riesce ad assumere.

Per capire meglio, anche in questo caso servono buone guide. E lo è “Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone”, fatica di Stefano Basaglia e Chiara Paolino che riesce in poche pagine a dare il senso ad una materia spesso astratta oppure infarcita di grande retorica buonista.

Lo spirito del libro viene spiegato molto bene dalla prefazione di Giuseppe Sodà (Direttore del Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Bocconi e SDA Professor di Organizzazione e Personale), che dice: “Troppo spesso questo delicatissimo e cruciale legame viene studiato con metodologie approssimative, aneddotica, processi inefficaci e analisi superficiali. Infatti, non è così raro vedere circolare, tra esterrefatti dipendenti di grandi e medie aziende, questionari con domande come: «Ti senti coinvolto nella nostra azienda?» seguite da risposte Sì/No, per poi entusiasticamente comunicare che l’engagement dei collaboratori è al 94 per cento!”.

Il testo di Basaglia e Paolino è tutto il contrario della retorica. Spiega e affronta il tema cercando di stare con i piedi per terra. E ci riesce.

Due sono gli aspetti che convivono nelle circa 240 pagine del volume. Da una parte si tratta di un “manuale tecnico capace di illustrare, con dovizia di dettagli, una metodologia di analisi del clima che risponde ai criteri di rigore necessari ad aiutare i capi del personale e i manager a prendere decisioni e intraprendere azioni che possano davvero innescare un processo virtuoso di partecipazione attiva e contribuzione delle persone”. Dall’altra però il volume è anche “una guida attenta e dettagliata alle molteplici dimensioni in cui si articola il clima”.

Nel testo quindi si parla di contesto organizzativo (e quindi di rapporto con “il capo” e con “i pari”), ma anche di gestione della routine così come degli eventi straordinari, di soddisfazione del lavoro, di diversità e identità individuali e infine di come progettare e realizzare indagini sul tipo di clima presente in azienda.  Chiude il tutto l’approfondimento di un caso studio, quello di Telecom Italia.

“Clima aziendale” è quindi una lettura da fare con attenzione. Con l’idea di trovare spunti utili per ogni organizzazione e per ogni “aria d’azienda”.

Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone

Stefano Basaglia, Chiara Paolino

Egea, 2015

Si lavora meglio in un ambiente sereno. E si produce meglio in luoghi in cui impresa e lavoro vanno di pari passo, dove c’è una comunanza di idee che va al di là del profitto e del salario. Assunti che dovrebbero essere scontati, quelli che spiegano il valore del creare un “buon clima” in azienda, sono in realtà non sempre applicati e, qualche volta, nemmeno ben conosciuti e ragionati. Eppure, in fabbrica come negli uffici, passa proprio dal “clima aziendale” una certa parte – importante -, del risultato d’impresa. E della forma che la cultura d’azienda riesce ad assumere.

Per capire meglio, anche in questo caso servono buone guide. E lo è “Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone”, fatica di Stefano Basaglia e Chiara Paolino che riesce in poche pagine a dare il senso ad una materia spesso astratta oppure infarcita di grande retorica buonista.

Lo spirito del libro viene spiegato molto bene dalla prefazione di Giuseppe Sodà (Direttore del Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Bocconi e SDA Professor di Organizzazione e Personale), che dice: “Troppo spesso questo delicatissimo e cruciale legame viene studiato con metodologie approssimative, aneddotica, processi inefficaci e analisi superficiali. Infatti, non è così raro vedere circolare, tra esterrefatti dipendenti di grandi e medie aziende, questionari con domande come: «Ti senti coinvolto nella nostra azienda?» seguite da risposte Sì/No, per poi entusiasticamente comunicare che l’engagement dei collaboratori è al 94 per cento!”.

Il testo di Basaglia e Paolino è tutto il contrario della retorica. Spiega e affronta il tema cercando di stare con i piedi per terra. E ci riesce.

Due sono gli aspetti che convivono nelle circa 240 pagine del volume. Da una parte si tratta di un “manuale tecnico capace di illustrare, con dovizia di dettagli, una metodologia di analisi del clima che risponde ai criteri di rigore necessari ad aiutare i capi del personale e i manager a prendere decisioni e intraprendere azioni che possano davvero innescare un processo virtuoso di partecipazione attiva e contribuzione delle persone”. Dall’altra però il volume è anche “una guida attenta e dettagliata alle molteplici dimensioni in cui si articola il clima”.

Nel testo quindi si parla di contesto organizzativo (e quindi di rapporto con “il capo” e con “i pari”), ma anche di gestione della routine così come degli eventi straordinari, di soddisfazione del lavoro, di diversità e identità individuali e infine di come progettare e realizzare indagini sul tipo di clima presente in azienda.  Chiude il tutto l’approfondimento di un caso studio, quello di Telecom Italia.

“Clima aziendale” è quindi una lettura da fare con attenzione. Con l’idea di trovare spunti utili per ogni organizzazione e per ogni “aria d’azienda”.

Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone

Stefano Basaglia, Chiara Paolino

Egea, 2015

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