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Buona cultura ambientale d’impresa

Una tesi discussa all’Università di Padova, chiarisce le relazioni tra compatibilità ambientale dell’economia e finanza

 

Cultura d’impresa che si fa anche cultura ambientale. Produzioni “industriali” che sono anche attente all’ambiente, al loro impatto sulla natura e ai risvolti “oltre il profitto”. Sensibilità alla natura anche negli imprenditori e nei manager. Condizione non di oggi, ma che oggi certamente assume connotati sempre più forti. Ci si rende conto di quanto sta accadendo anche leggendo il lavoro di tesi discusso da Pietro Acerbi presso l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di scienze economiche ed aziendali “M.Fanno”.

“Investimenti ESG: la svolta sostenibile del settore finanziario”, chiarisce il suo intento ad iniziare dallo stesso titolo: studiare le relazioni tra la parte finanziaria dell’economia e la sostenibilità ambientale attraverso gli investimenti.

Spiega l’autore: “I temi legati al cambiamento climatico e all’ecologia stanno assumendo una sempre maggiore importanza in tutti gli aspetti della nostra vita, modificando le nostre scelte e i nostri comportamenti. Ormai i legislatori e i grandi attori economici non posso più ignorare il devastante impatto che l’incertezza legata ai mutamenti climatici sta avendo sull’economia mondiale”. Fin qui sintesi di quanto è ormai davanti a tutti gli osservatori attenti. Acerbi però aggiunge quanto importante sia il ruolo del “mondo della finanza” visto come “catalizzatore” e guida dei capitali verso le realtà economiche più attente alla compatibilità con l’ambiente. L’obiettivo della ricerca di Acerbi, quindi, è quello di “indagare il nuovo e crescente legame che intercorre tra il settore finanziario e la sostenibilità ambientale”. Lo stesso poi precisa: “Il filo conduttore saranno le decisioni prese da diverse istituzioni nazionali ed internazionali per implementare la transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio e dunque più ‘verde’”.

La tesi prende così le mosse dall’analisi dell’Action Plan varato dall’Unione Europea, il primo vero passo in avanti nell’integrazione dei fattori ambientali in ambito finanziario. Successivamente la ricerca si occupa di come la Banca d’Italia stia modificando le sue scelte d’investimento in favore di criteri di selezione che tengano conto dei fattori ESG, ossia fattori ambientali, sociali e di governance. L’ultima parte del lavoro, cerca di osservare quella che potrà essere la risposta al cambiamento climatico da parte delle autorità monetarie, ossia delle banche centrali, attraverso gli strumenti di politica monetaria.

La sintesi condotta da Pietro Acerbi ha il pregio di riuscire a rendere con chiarezza un tema in continua evoluzione, nel quale spinte culturali si uniscono a motivazioni più strettamente economiche. Da leggere.

Investimenti ESG: la svolta sostenibile del settore finanziario

Acerbi Pietro

Tesi, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di scienze economiche ed aziendali “M.Fanno”, Corso di laurea in economia, 2020

Una tesi discussa all’Università di Padova, chiarisce le relazioni tra compatibilità ambientale dell’economia e finanza

 

Cultura d’impresa che si fa anche cultura ambientale. Produzioni “industriali” che sono anche attente all’ambiente, al loro impatto sulla natura e ai risvolti “oltre il profitto”. Sensibilità alla natura anche negli imprenditori e nei manager. Condizione non di oggi, ma che oggi certamente assume connotati sempre più forti. Ci si rende conto di quanto sta accadendo anche leggendo il lavoro di tesi discusso da Pietro Acerbi presso l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di scienze economiche ed aziendali “M.Fanno”.

“Investimenti ESG: la svolta sostenibile del settore finanziario”, chiarisce il suo intento ad iniziare dallo stesso titolo: studiare le relazioni tra la parte finanziaria dell’economia e la sostenibilità ambientale attraverso gli investimenti.

Spiega l’autore: “I temi legati al cambiamento climatico e all’ecologia stanno assumendo una sempre maggiore importanza in tutti gli aspetti della nostra vita, modificando le nostre scelte e i nostri comportamenti. Ormai i legislatori e i grandi attori economici non posso più ignorare il devastante impatto che l’incertezza legata ai mutamenti climatici sta avendo sull’economia mondiale”. Fin qui sintesi di quanto è ormai davanti a tutti gli osservatori attenti. Acerbi però aggiunge quanto importante sia il ruolo del “mondo della finanza” visto come “catalizzatore” e guida dei capitali verso le realtà economiche più attente alla compatibilità con l’ambiente. L’obiettivo della ricerca di Acerbi, quindi, è quello di “indagare il nuovo e crescente legame che intercorre tra il settore finanziario e la sostenibilità ambientale”. Lo stesso poi precisa: “Il filo conduttore saranno le decisioni prese da diverse istituzioni nazionali ed internazionali per implementare la transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio e dunque più ‘verde’”.

La tesi prende così le mosse dall’analisi dell’Action Plan varato dall’Unione Europea, il primo vero passo in avanti nell’integrazione dei fattori ambientali in ambito finanziario. Successivamente la ricerca si occupa di come la Banca d’Italia stia modificando le sue scelte d’investimento in favore di criteri di selezione che tengano conto dei fattori ESG, ossia fattori ambientali, sociali e di governance. L’ultima parte del lavoro, cerca di osservare quella che potrà essere la risposta al cambiamento climatico da parte delle autorità monetarie, ossia delle banche centrali, attraverso gli strumenti di politica monetaria.

La sintesi condotta da Pietro Acerbi ha il pregio di riuscire a rendere con chiarezza un tema in continua evoluzione, nel quale spinte culturali si uniscono a motivazioni più strettamente economiche. Da leggere.

Investimenti ESG: la svolta sostenibile del settore finanziario

Acerbi Pietro

Tesi, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di scienze economiche ed aziendali “M.Fanno”, Corso di laurea in economia, 2020

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