“Buona economia” per tutti
L’ultimo libro di due premi Nobel, racconta e interpreta la realtà analizzandone i problemi ma soprattutto le soluzioni
L’economia come strumento per “rimettere al centro” la dignità della persona. Traguardo che dovrebbe essere di tutti (e che così invece non è), così come dovrebbe essere nella natura di ogni organizzazione sociale, oppure della produzione, lavorare per il benessere della comunità. “Buona economia” contro “cattiva economia”, ma anche antitetica ad una “economia con il paraocchi” oppure “cieca”. Su tutto, poi, la necessità di avere una consapevolezza avveduta di cosa si muove attorno al luogo dove si vive e si lavora. Condizione, quest’ultima, necessaria ancora una volta a tutti. Leggere “Una buona economia per tempi difficili” scritto dai due premi Nobel Abhijit V. Banerjee e Esther Duflo, serve proprio per crearsi quel bagaglio di conoscenze utili a costruire una visione della realtà che sia attenta e critica.
Il libro affronta i grandi temi dell’economia e della società globali e in particolare quelli della disuguaglianza, del commercio internazionale, dell’impatto delle tecnologie sul lavoro, della diffusione della povertà nel mondo. E lo fa, tra l’altro, con un linguaggio leggibile ma esatto, vivace ma mai scontato e banale. Sotto la lente dei due economisti, quindi, passano otto grandi argomenti: le migrazioni, il mercato, i meccanismi di scelta, il benessere, il clima, il lavoro, il ruolo della politica, il significato del welfare.
Il libro di Banerjee e Duflo pone molti problemi, ma non è un racconto pessimista. “Abbiamo scritto questo libro – spiegano i due all’inizio -, per aggrapparci alla speranza. Per riepilogare la storia di quello che è andato storto e perché è andato storto, ma anche per ricordarci di tutto quello che è andato per il verso giusto. Un libro che parla sia dei problemi sia di quello che possiamo fare per rimettere insieme il nostro mondo, se riusciremo a fare una diagnosi onesta”. E proprio l’onestà unità alla libertà, alla giustizia, all’attenzione verso gli altri, alla limpidezza delle scelte e al rispetto di ogni persona, sono alcuni dei concetti chiave che si rincorrono nelle circa 400 pagine del libro (che si leggono quasi fossero quelle di un racconto e non di un manuale di economia).
Bellissimo uno dei passaggi finali: “L’unica risorsa che abbiamo contro le idee cattive è essere vigili, resistere alla seduzione dell’ovvio, guardare con scetticismo ai miracoli promessi, mettere in discussione l’evidenza, affrontare con pazienza la complessità ed essere onesti sulle cose che sappiamo e quelle che non sappiamo”.
Libro tutto da leggere e da rileggere, quello di Abhijit V. Banerjee e Esther Duflo.
Una buona economia per tempi difficili
Abhijit V. Banerjee, Esther Duflo
Laterza, 2020
L’ultimo libro di due premi Nobel, racconta e interpreta la realtà analizzandone i problemi ma soprattutto le soluzioni
L’economia come strumento per “rimettere al centro” la dignità della persona. Traguardo che dovrebbe essere di tutti (e che così invece non è), così come dovrebbe essere nella natura di ogni organizzazione sociale, oppure della produzione, lavorare per il benessere della comunità. “Buona economia” contro “cattiva economia”, ma anche antitetica ad una “economia con il paraocchi” oppure “cieca”. Su tutto, poi, la necessità di avere una consapevolezza avveduta di cosa si muove attorno al luogo dove si vive e si lavora. Condizione, quest’ultima, necessaria ancora una volta a tutti. Leggere “Una buona economia per tempi difficili” scritto dai due premi Nobel Abhijit V. Banerjee e Esther Duflo, serve proprio per crearsi quel bagaglio di conoscenze utili a costruire una visione della realtà che sia attenta e critica.
Il libro affronta i grandi temi dell’economia e della società globali e in particolare quelli della disuguaglianza, del commercio internazionale, dell’impatto delle tecnologie sul lavoro, della diffusione della povertà nel mondo. E lo fa, tra l’altro, con un linguaggio leggibile ma esatto, vivace ma mai scontato e banale. Sotto la lente dei due economisti, quindi, passano otto grandi argomenti: le migrazioni, il mercato, i meccanismi di scelta, il benessere, il clima, il lavoro, il ruolo della politica, il significato del welfare.
Il libro di Banerjee e Duflo pone molti problemi, ma non è un racconto pessimista. “Abbiamo scritto questo libro – spiegano i due all’inizio -, per aggrapparci alla speranza. Per riepilogare la storia di quello che è andato storto e perché è andato storto, ma anche per ricordarci di tutto quello che è andato per il verso giusto. Un libro che parla sia dei problemi sia di quello che possiamo fare per rimettere insieme il nostro mondo, se riusciremo a fare una diagnosi onesta”. E proprio l’onestà unità alla libertà, alla giustizia, all’attenzione verso gli altri, alla limpidezza delle scelte e al rispetto di ogni persona, sono alcuni dei concetti chiave che si rincorrono nelle circa 400 pagine del libro (che si leggono quasi fossero quelle di un racconto e non di un manuale di economia).
Bellissimo uno dei passaggi finali: “L’unica risorsa che abbiamo contro le idee cattive è essere vigili, resistere alla seduzione dell’ovvio, guardare con scetticismo ai miracoli promessi, mettere in discussione l’evidenza, affrontare con pazienza la complessità ed essere onesti sulle cose che sappiamo e quelle che non sappiamo”.
Libro tutto da leggere e da rileggere, quello di Abhijit V. Banerjee e Esther Duflo.
Una buona economia per tempi difficili
Abhijit V. Banerjee, Esther Duflo
Laterza, 2020