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Buona impresa in “buon territorio”

Una tesi presentata all’Università Politecnica delle Marche affronta il tema dei rapporti fra profittabilità delle imprese e distretti industriali

La buona impresa nasce e cresce anche in virtù del contesto nel quale si ritrova. Contano gli aspetti umani oltre che tecnologici, il “clima” sociale, le storie personali, la capacità di inventare oltre che di calcolare. Conta una cltura d’impresa che non nasce solo all’interno delle fabbrica. E’ ciò che oggi si cerca di riprodurre con i distretti industriali. Cosa non facile ma meritoria, se fatta bene. E’ interessante quindi leggere “Distretti industriali, localizzazione d’impresa e profittabilità” lavoro di Dimitri Storai presentato come tesi nell’ambito della Scuola di Dottorato di ricerca in Economia  dell’Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di scienze economiche e sociali.

Il testo analizza gli aspetti teorici e pratici del rapporto fra distretti industriali e risultati in termini di bilancio e profittabilità delle imprese che in essi si collocano. Ciò che conta però è l’idea di base attorno alla quale ruota il lavoro di Storai. L’autore infatti vede nei distretti industriali “una modalità di sviluppo ‘dal volto umano’. Un modello dove il piccolo, se fa sistema, può affrontare con successo le sfide dei grandi. E in cui non c’è (molto) spazio per certe dinamiche aspre proprie del capitalismo di altri contesti”. Efficienza e razionalità, quindi, affiancate da qualcosa d’altro e del quale si vogliono verificare gli effetti.

Uno degli obiettivi dichiarati del lavoro è quindi quello di verificare “l’impatto esercitato dalla localizzazione d’impresa sulle performance della stessa. In particolare, viene esplorata l’associazione esistente fra profittabilità delle imprese manifatturiere ed il loro territorio di insediamento analizzandone le determinanti economiche sottostanti”.

Storai parte dall’analisi della natura e dell’evoluzione dei distretti industriali italiani per passare poi a quella dei legami fra localizzazione delle imprese e loro profittabilità. A parte viene anche analizzato il caso dei distretti in Gran Bretagna. Tre conclusioni possono attirare l’attenzione.

Prima di tutto l’autore spiega che “le analisi presentate nella tesi evidenziano come i territori giochino ancora un ruolo in termini di impatto sulla profittabilità delle imprese manifatturiere”. Ma non è tutto così semplice ed automatico. Spiega infatti ancora Storai che “diverse ed eterogenee possono, tuttavia, essere le determinanti dell’azione del territorio a sostegno delle performance d’impresa. Inoltre, differenti categorie di imprese possono ricercare risorse territoriali di tipo diverso”. Ma non basta, perché la ricerca mette in evidenza anche come dal “punto di vista dei territori, comprendere i fattori localizzati che sono in grado di supportare le performance d’impresa rappresenta un elemento fondamentale per definire policies finalizzate a mantenere e sviluppare la propria attrattività e, tramite essa, salvaguardare il benessere delle comunità che in essi vivono”.

Risultato di un gioco complesso fatto di elementi oggettivi e altri soggettivi, quello che emerge dall’incontro fra imprese e distretti oltre che territori industriali è cosa complessa, che può esplicitarsi in modi diversi. Il lavoro di Dimitri Storai è una buona lettura per aggiungere conoscenza in questo campo di analisi della realtà produttiva del Paese.

Distretti industriali, localizzazione d’impresa e profittabilità

Dimitri Storai

Tesi – Università Politecnica delle Marche Dipartimento di scienze economiche e sociali Scuola di Dottorato di ricerca in Economia

2016

Una tesi presentata all’Università Politecnica delle Marche affronta il tema dei rapporti fra profittabilità delle imprese e distretti industriali

La buona impresa nasce e cresce anche in virtù del contesto nel quale si ritrova. Contano gli aspetti umani oltre che tecnologici, il “clima” sociale, le storie personali, la capacità di inventare oltre che di calcolare. Conta una cltura d’impresa che non nasce solo all’interno delle fabbrica. E’ ciò che oggi si cerca di riprodurre con i distretti industriali. Cosa non facile ma meritoria, se fatta bene. E’ interessante quindi leggere “Distretti industriali, localizzazione d’impresa e profittabilità” lavoro di Dimitri Storai presentato come tesi nell’ambito della Scuola di Dottorato di ricerca in Economia  dell’Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di scienze economiche e sociali.

Il testo analizza gli aspetti teorici e pratici del rapporto fra distretti industriali e risultati in termini di bilancio e profittabilità delle imprese che in essi si collocano. Ciò che conta però è l’idea di base attorno alla quale ruota il lavoro di Storai. L’autore infatti vede nei distretti industriali “una modalità di sviluppo ‘dal volto umano’. Un modello dove il piccolo, se fa sistema, può affrontare con successo le sfide dei grandi. E in cui non c’è (molto) spazio per certe dinamiche aspre proprie del capitalismo di altri contesti”. Efficienza e razionalità, quindi, affiancate da qualcosa d’altro e del quale si vogliono verificare gli effetti.

Uno degli obiettivi dichiarati del lavoro è quindi quello di verificare “l’impatto esercitato dalla localizzazione d’impresa sulle performance della stessa. In particolare, viene esplorata l’associazione esistente fra profittabilità delle imprese manifatturiere ed il loro territorio di insediamento analizzandone le determinanti economiche sottostanti”.

Storai parte dall’analisi della natura e dell’evoluzione dei distretti industriali italiani per passare poi a quella dei legami fra localizzazione delle imprese e loro profittabilità. A parte viene anche analizzato il caso dei distretti in Gran Bretagna. Tre conclusioni possono attirare l’attenzione.

Prima di tutto l’autore spiega che “le analisi presentate nella tesi evidenziano come i territori giochino ancora un ruolo in termini di impatto sulla profittabilità delle imprese manifatturiere”. Ma non è tutto così semplice ed automatico. Spiega infatti ancora Storai che “diverse ed eterogenee possono, tuttavia, essere le determinanti dell’azione del territorio a sostegno delle performance d’impresa. Inoltre, differenti categorie di imprese possono ricercare risorse territoriali di tipo diverso”. Ma non basta, perché la ricerca mette in evidenza anche come dal “punto di vista dei territori, comprendere i fattori localizzati che sono in grado di supportare le performance d’impresa rappresenta un elemento fondamentale per definire policies finalizzate a mantenere e sviluppare la propria attrattività e, tramite essa, salvaguardare il benessere delle comunità che in essi vivono”.

Risultato di un gioco complesso fatto di elementi oggettivi e altri soggettivi, quello che emerge dall’incontro fra imprese e distretti oltre che territori industriali è cosa complessa, che può esplicitarsi in modi diversi. Il lavoro di Dimitri Storai è una buona lettura per aggiungere conoscenza in questo campo di analisi della realtà produttiva del Paese.

Distretti industriali, localizzazione d’impresa e profittabilità

Dimitri Storai

Tesi – Università Politecnica delle Marche Dipartimento di scienze economiche e sociali Scuola di Dottorato di ricerca in Economia

2016

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