Buone fondazioni d’impresa
Una ricerca approfondisce la realtà e il ruolo di queste entità nell’ambito della responsabilità sociale delle aziende oltre che nel welfare
L’impresa attenta al sistema sociale che la circonda è ormai cosa nota seppur non sempre così diffusa. Eppure, quella che viene indicata come Responsabilità sociale d’impresa fa bene al territorio e all’impresa stessa. E le fondazioni continuano ad essere uno degli strumenti d’eccellenza e più completi che le aziende hanno a disposizione. Occorre però capire a fondo natura, azione e obiettivi delle diverse strutture presenti all’interno del sistema industriale italiano (e non solo). A questo serve, per esempio, lo studio di Chiara Lodi Rizzini ed Eleonora Noia su “Le Fondazioni di impresa di fronte a un welfare state in trasformazione” pubblicato recentemente nell’ambito di una raccolta più ampia sul secondo welfare in Italia.
Obiettivo della ricerca, spiegano le autrici, è quello di indagare “quale spazio occupano, e potranno occupare in futuro, le Fondazioni di impresa in un welfare state in mutamento”. Viene quindi aggiunto: “Queste realtà risultano in grado di contribuire all’innovazione degli strumenti e dei servizi sociali. Guardando ai progetti avviati negli anni recenti, inoltre, le Fondazioni di impresa presentano in molti casi gli elementi distintivi del secondo welfare: adottano progetti e modelli di intervento che promuovono l’innovazione sociale; finalizzano spesso le proprie attività all’empowerment dei destinatari; impiegano modelli di governance volti al coinvolgimento delle comunità nelle quali operano; contribuiscono allo stanziamento di risorse economiche aggiuntive”. Sono, in altri termini, punti importanti d’azione sul territorio per le imprese che le creano, ma anche occasioni di studio di progetti innovativi che affrontano insieme imprese e problemi sociali.
L’articolo affronta quindi in una prima parte le principali caratteristiche, i limiti e le potenzialità delle Fondazioni di impresa italiane, anche alla luce delle tendenze recenti in ambito di responsabilità sociale d’impresa oltre che di filantropia di impresa. La seconda parte dell’analisi si concentra invece sul ruolo delle Fondazioni di impresa come attori di secondo welfare, a partire dalle esperienze concrete di alcune delle principali realtà che lavorano nel Paese.
“Le Fondazioni di impresa dimostrano di poter occupare un proprio spazio nel panorama del welfare”, è la conclusione generale della ricerca. Che tuttavia non nasconde rischi e pericoli del loro agire. Emerge l’equilibrio delicato fra cultura del produrre e ragionamenti di bilancio.
Il lavoro di Lodi Rizzini e Noia ha il gran merito di essere scritto in maniera chiara e franca e di farsi comprendere anche attraverso una serie di diagrammi e schemi che sintetizzano con efficacia la realtà e l’azione delle Fondazioni d’impresa italiane in questi anni. Una buona base per capire e fare meglio.
Le Fondazioni di impresa di fronte a un welfare state in trasformazione
Chiara Lodi Rizzini, Eleonora Noia
in Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2017, F. Maino e M. Ferrera (a cura di), 2017
Una ricerca approfondisce la realtà e il ruolo di queste entità nell’ambito della responsabilità sociale delle aziende oltre che nel welfare
L’impresa attenta al sistema sociale che la circonda è ormai cosa nota seppur non sempre così diffusa. Eppure, quella che viene indicata come Responsabilità sociale d’impresa fa bene al territorio e all’impresa stessa. E le fondazioni continuano ad essere uno degli strumenti d’eccellenza e più completi che le aziende hanno a disposizione. Occorre però capire a fondo natura, azione e obiettivi delle diverse strutture presenti all’interno del sistema industriale italiano (e non solo). A questo serve, per esempio, lo studio di Chiara Lodi Rizzini ed Eleonora Noia su “Le Fondazioni di impresa di fronte a un welfare state in trasformazione” pubblicato recentemente nell’ambito di una raccolta più ampia sul secondo welfare in Italia.
Obiettivo della ricerca, spiegano le autrici, è quello di indagare “quale spazio occupano, e potranno occupare in futuro, le Fondazioni di impresa in un welfare state in mutamento”. Viene quindi aggiunto: “Queste realtà risultano in grado di contribuire all’innovazione degli strumenti e dei servizi sociali. Guardando ai progetti avviati negli anni recenti, inoltre, le Fondazioni di impresa presentano in molti casi gli elementi distintivi del secondo welfare: adottano progetti e modelli di intervento che promuovono l’innovazione sociale; finalizzano spesso le proprie attività all’empowerment dei destinatari; impiegano modelli di governance volti al coinvolgimento delle comunità nelle quali operano; contribuiscono allo stanziamento di risorse economiche aggiuntive”. Sono, in altri termini, punti importanti d’azione sul territorio per le imprese che le creano, ma anche occasioni di studio di progetti innovativi che affrontano insieme imprese e problemi sociali.
L’articolo affronta quindi in una prima parte le principali caratteristiche, i limiti e le potenzialità delle Fondazioni di impresa italiane, anche alla luce delle tendenze recenti in ambito di responsabilità sociale d’impresa oltre che di filantropia di impresa. La seconda parte dell’analisi si concentra invece sul ruolo delle Fondazioni di impresa come attori di secondo welfare, a partire dalle esperienze concrete di alcune delle principali realtà che lavorano nel Paese.
“Le Fondazioni di impresa dimostrano di poter occupare un proprio spazio nel panorama del welfare”, è la conclusione generale della ricerca. Che tuttavia non nasconde rischi e pericoli del loro agire. Emerge l’equilibrio delicato fra cultura del produrre e ragionamenti di bilancio.
Il lavoro di Lodi Rizzini e Noia ha il gran merito di essere scritto in maniera chiara e franca e di farsi comprendere anche attraverso una serie di diagrammi e schemi che sintetizzano con efficacia la realtà e l’azione delle Fondazioni d’impresa italiane in questi anni. Una buona base per capire e fare meglio.
Le Fondazioni di impresa di fronte a un welfare state in trasformazione
Chiara Lodi Rizzini, Eleonora Noia
in Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2017, F. Maino e M. Ferrera (a cura di), 2017