Buone imprese per una buona società
Sintetizzati i legami fra l’etica del produrre e del gestire con il ruolo dell’imprenditore nella vita civile
Etica dell’impresa ed etica sociale. Buona economia e buona società. Le imprese come attori sul territorio, motori di progresso. Binomi che dovrebbero essere consolidati e consueti. E che invece non trovano ancora la diffusione che dovrebbero avere. Spesso la consuetudine è la degenerazione. Eppure è dall’etica (anche dell’impresa) che occorre partire. Così come ha fatto Francesco Corti con la sua tesi “L’etica d’impresa come risorsa di sviluppo sociale e risorsa aziendale di fronte alla mafia” discussa nell’ambito della Facoltà di scienze politiche, economiche e sociali di Milano.
Corti applica il concetto che identifica l’etica d’impresa come intimamente legata alla natura stessa dell’imprenditore fatta di creatività, orgoglio, amore per l’impresa, capacità di valorizzare l’uomo, intelligenza nelle scelte professionali. E’ così che la buona economia passa per il buon imprenditore, cioè per chi lavora davvero per l’impresa ed è egli stesso prima di tutto lavoratore.
E’ da queste premesse che Corti parte per sviluppare il suo ragionamento presentando prima di tutto i principi alla base dell’etica applicata alle organizzazioni della produzione, per poi passare all’analisi delle relazioni fra etica d’impresa e responsabilità sociale (comprendendo anche le degenerazioni di questa relazione). Il lavoro passa quindi ad esaminare alcune esperienze di etica d’impresa applicata concretamente: le vicende relative alla mafia e all’economia, alcuni esempi di buona economia d’impresa. Scorrono così nel testo le storie del lavoro di Marco Vitale e Giovanni Falcone, i casi di Libera Terra, Addiopizzo, Altromercato, Officina Casona, La Tela.
La scrittura di Francesco Corti è appassionata e precisa: in uno dei passi finali del testo scrive: “L’etica d’impresa (…) va vissuta, metabolizzata e considerata intrinseca alla vita dell’organizzazione economica”. Corti riesce in relativamente poche pagine a condensare non solo molte conoscenze ma anche – e soprattutto -, un sentimento d’impresa che va coltivato e diffuso. Il risultato è un testo che va al di là di una semplice tesi.
L’etica d’impresa come risorsa di sviluppo sociale e risorsa aziendale di fronte alla mafia
Francesco Corti
Tesi, Università degli studi di Milano, Facoltà di scienze politiche, economiche e sociali, 2017
Sintetizzati i legami fra l’etica del produrre e del gestire con il ruolo dell’imprenditore nella vita civile
Etica dell’impresa ed etica sociale. Buona economia e buona società. Le imprese come attori sul territorio, motori di progresso. Binomi che dovrebbero essere consolidati e consueti. E che invece non trovano ancora la diffusione che dovrebbero avere. Spesso la consuetudine è la degenerazione. Eppure è dall’etica (anche dell’impresa) che occorre partire. Così come ha fatto Francesco Corti con la sua tesi “L’etica d’impresa come risorsa di sviluppo sociale e risorsa aziendale di fronte alla mafia” discussa nell’ambito della Facoltà di scienze politiche, economiche e sociali di Milano.
Corti applica il concetto che identifica l’etica d’impresa come intimamente legata alla natura stessa dell’imprenditore fatta di creatività, orgoglio, amore per l’impresa, capacità di valorizzare l’uomo, intelligenza nelle scelte professionali. E’ così che la buona economia passa per il buon imprenditore, cioè per chi lavora davvero per l’impresa ed è egli stesso prima di tutto lavoratore.
E’ da queste premesse che Corti parte per sviluppare il suo ragionamento presentando prima di tutto i principi alla base dell’etica applicata alle organizzazioni della produzione, per poi passare all’analisi delle relazioni fra etica d’impresa e responsabilità sociale (comprendendo anche le degenerazioni di questa relazione). Il lavoro passa quindi ad esaminare alcune esperienze di etica d’impresa applicata concretamente: le vicende relative alla mafia e all’economia, alcuni esempi di buona economia d’impresa. Scorrono così nel testo le storie del lavoro di Marco Vitale e Giovanni Falcone, i casi di Libera Terra, Addiopizzo, Altromercato, Officina Casona, La Tela.
La scrittura di Francesco Corti è appassionata e precisa: in uno dei passi finali del testo scrive: “L’etica d’impresa (…) va vissuta, metabolizzata e considerata intrinseca alla vita dell’organizzazione economica”. Corti riesce in relativamente poche pagine a condensare non solo molte conoscenze ma anche – e soprattutto -, un sentimento d’impresa che va coltivato e diffuso. Il risultato è un testo che va al di là di una semplice tesi.
L’etica d’impresa come risorsa di sviluppo sociale e risorsa aziendale di fronte alla mafia
Francesco Corti
Tesi, Università degli studi di Milano, Facoltà di scienze politiche, economiche e sociali, 2017