Buoni affari e buona etica
Un articolo sulla enciclica “Fides et Ratio” aiuta a capire di più su un tema complesso e delicato
Cultura d’impresa attenta all’etica cristiana ed in particolare cattolica. Visione particolare del gestire le organizzazioni della produzione. Visione che deve essere ben compresa, anche per escludere, fin da subito, quelle interpretazioni da “impresa buonista” che, a ben vedere, non fanno parte dell’etica cristiana d’impresa. Leggere “Fides et Ratio: Saint John Paul II on the Ground of Business Ethics” di Jim Wishloff (della University of Lethbridge), è un buon passo per approfondire un tema certamente complesso e, tra l’altro, in costante evoluzione.
Wishloff ragiona partendo dalla questione del buon andamento degli affari e leggendo il tema attraverso l’approfondimento dell’enciclica Fides et Ratio di San Giovanni Paolo II. L’autore, viene spiegato subito, si ripromette di collegare il testo di questo documento con l’intero corpus del pensiero sociale cattolico.
L’articolo – pubblicato in uno degli ultimi numeri del Journal of Religion and Business Ethics -, approfondisce prima il contenuto di una sorta di “cassetta degli attrezzi” sull’argomento, per passare poi ad analizzare più da vicino la visione cristiana della gestione d’impresa. Successivamente Wishloff ragiona sulla “cultura degli affari” vista con gli occhi dell’etica cristiana. Nelle conclusioni Wishloff sottolinea che la cultura d’impresa che scaturisce dalla comprensione della realtà offerta da una filosofia dell’essere e della rivelazione cristiana che si contrappone a quella sviluppata dal rifiuto della mente moderna della sintesi tra fede e ragione.
Certamente di non sempre facile lettura, l’intervento di Jim Wishloff è comunque una buona lettura per chi desideri capire di più di quell’etica cristiana d’impresa che tanta parte ha ormai nel dibattito sulle relazioni tra profitto e responsabilità sociale.
Fides et Ratio: Saint John Paul II on the Ground of Business Ethics
Jim Wishloff (University of Lethbridge), Journal of Religion and Business Ethics, Vol. 4 , Article 3
Un articolo sulla enciclica “Fides et Ratio” aiuta a capire di più su un tema complesso e delicato
Cultura d’impresa attenta all’etica cristiana ed in particolare cattolica. Visione particolare del gestire le organizzazioni della produzione. Visione che deve essere ben compresa, anche per escludere, fin da subito, quelle interpretazioni da “impresa buonista” che, a ben vedere, non fanno parte dell’etica cristiana d’impresa. Leggere “Fides et Ratio: Saint John Paul II on the Ground of Business Ethics” di Jim Wishloff (della University of Lethbridge), è un buon passo per approfondire un tema certamente complesso e, tra l’altro, in costante evoluzione.
Wishloff ragiona partendo dalla questione del buon andamento degli affari e leggendo il tema attraverso l’approfondimento dell’enciclica Fides et Ratio di San Giovanni Paolo II. L’autore, viene spiegato subito, si ripromette di collegare il testo di questo documento con l’intero corpus del pensiero sociale cattolico.
L’articolo – pubblicato in uno degli ultimi numeri del Journal of Religion and Business Ethics -, approfondisce prima il contenuto di una sorta di “cassetta degli attrezzi” sull’argomento, per passare poi ad analizzare più da vicino la visione cristiana della gestione d’impresa. Successivamente Wishloff ragiona sulla “cultura degli affari” vista con gli occhi dell’etica cristiana. Nelle conclusioni Wishloff sottolinea che la cultura d’impresa che scaturisce dalla comprensione della realtà offerta da una filosofia dell’essere e della rivelazione cristiana che si contrappone a quella sviluppata dal rifiuto della mente moderna della sintesi tra fede e ragione.
Certamente di non sempre facile lettura, l’intervento di Jim Wishloff è comunque una buona lettura per chi desideri capire di più di quell’etica cristiana d’impresa che tanta parte ha ormai nel dibattito sulle relazioni tra profitto e responsabilità sociale.
Fides et Ratio: Saint John Paul II on the Ground of Business Ethics
Jim Wishloff (University of Lethbridge), Journal of Religion and Business Ethics, Vol. 4 , Article 3