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Capitale umano da buone scuole d’impresa

L’impresa è fatta di uomini e donne che hanno un obiettivo comune. Certo, vale anche il fatto che questa nasce da un’azienda e quindi anche dall’insieme di quelli che gli economisti chiamano strumenti di produzione. Ma l’impresa, quella vera, si sviluppa davvero nel momento in cui qualcuno ci mette la volontà umana del fare per raggiungere determinati obiettivi.

Da qui, quindi, l’importanza del cosiddetto capitale umano. Strumento di produzione anch’esso, ma pure qualcosa di più, spesso di impalpabile e indefinibile con i canoni normali dell’economia. Tutto ciò che serve per capirlo meglio è allora importante. Come l’articolo di Carla Altobelli (del Ministero per lo Sviluppo Economico), da poco pubblicato da Argomenti che cerca mettere in fila il ruolo e l’importanza del capitale umano nell’ambito della creazione di aziende e della cultura d’impresa partendo dalla considerazione che l’imprenditorialità possa essere considerata anche una risposta ai programmi specifici di formazione e al livello di istruzione raggiunto dalla popolazione. Perché in effetti occorre anche considerare, nello sviluppo d’impresa, il ruolo della formazione e della scuola nella nascita di imprenditori nuovi o comunque di persone capaci di “essere capitale umano” di primo livello. Senza per questo arrivare a pensare a società divise in migliori e peggiori, ma, invece, cercando di avere una scuola buona per tutti e per tutti in grado di dare il massimo.

Il ragionamento di Carla Altobelli ruota attorno al fatto che proprio il livello e la qualità del capitale umano possono produrre almeno nel lungo periodo un impatto rilevante sulla crescita, sia direttamente, sia attivando reti tra diversi attori e fenomeni di coesione sociale, di rispetto delle norme, di adeguamento ai cambiamenti tecnologici.

Non un paese di utopia, ma un traguardo che è possibile raggiungere partendo da regole, approcci e visioni della società che devono essere temperate le une con le altre e armonizzate con equilibrio. Dice Altobelli: “Una politica volta a valorizzare il capitale umano e a ridurre il gap tra mondo produttivo e sistema dell’istruzione e della formazione può rappresentare una leva efficace per sostenere la ripresa economica e per condurre il Paese sulla via della crescita”. L’articolo quindi ruota attorno a questo nodo di concetti, dandone una visione compiuta, che aspetta solamente di essere messa in pratica.

Il ruolo del capitale umano nei processi imprenditoriali e come ingrediente cruciale per la crescita

Carla Altobelli (Ministero per lo Sviluppo Economico)

Argomenti, 42,2014

L’impresa è fatta di uomini e donne che hanno un obiettivo comune. Certo, vale anche il fatto che questa nasce da un’azienda e quindi anche dall’insieme di quelli che gli economisti chiamano strumenti di produzione. Ma l’impresa, quella vera, si sviluppa davvero nel momento in cui qualcuno ci mette la volontà umana del fare per raggiungere determinati obiettivi.

Da qui, quindi, l’importanza del cosiddetto capitale umano. Strumento di produzione anch’esso, ma pure qualcosa di più, spesso di impalpabile e indefinibile con i canoni normali dell’economia. Tutto ciò che serve per capirlo meglio è allora importante. Come l’articolo di Carla Altobelli (del Ministero per lo Sviluppo Economico), da poco pubblicato da Argomenti che cerca mettere in fila il ruolo e l’importanza del capitale umano nell’ambito della creazione di aziende e della cultura d’impresa partendo dalla considerazione che l’imprenditorialità possa essere considerata anche una risposta ai programmi specifici di formazione e al livello di istruzione raggiunto dalla popolazione. Perché in effetti occorre anche considerare, nello sviluppo d’impresa, il ruolo della formazione e della scuola nella nascita di imprenditori nuovi o comunque di persone capaci di “essere capitale umano” di primo livello. Senza per questo arrivare a pensare a società divise in migliori e peggiori, ma, invece, cercando di avere una scuola buona per tutti e per tutti in grado di dare il massimo.

Il ragionamento di Carla Altobelli ruota attorno al fatto che proprio il livello e la qualità del capitale umano possono produrre almeno nel lungo periodo un impatto rilevante sulla crescita, sia direttamente, sia attivando reti tra diversi attori e fenomeni di coesione sociale, di rispetto delle norme, di adeguamento ai cambiamenti tecnologici.

Non un paese di utopia, ma un traguardo che è possibile raggiungere partendo da regole, approcci e visioni della società che devono essere temperate le une con le altre e armonizzate con equilibrio. Dice Altobelli: “Una politica volta a valorizzare il capitale umano e a ridurre il gap tra mondo produttivo e sistema dell’istruzione e della formazione può rappresentare una leva efficace per sostenere la ripresa economica e per condurre il Paese sulla via della crescita”. L’articolo quindi ruota attorno a questo nodo di concetti, dandone una visione compiuta, che aspetta solamente di essere messa in pratica.

Il ruolo del capitale umano nei processi imprenditoriali e come ingrediente cruciale per la crescita

Carla Altobelli (Ministero per lo Sviluppo Economico)

Argomenti, 42,2014

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