“Capitale umano” e sviluppo. Che fa la Cina?
Il “capitale umano” conta. Anche in Cina. Si tratta di dimensioni diverse, certo. Ma il problema della remunerazione dei lavoratori e, prima ancora, della loro qualificazione si affaccia anche in Asia. Anche in Cina, a dispetto di quanto si potrebbe essere portati a pensare. La questione fa intravvedere – là come in altre aree produttive -, possibilità più o meno consistenti di crescita economica. Ed è la dimostrazione di quanto pesi la cultura d’impresa nei confronti delle prospettive di benessere di un Paese.
Capire la situazione cinese più da vicino è quindi interessante, oltre che importante per comprendere meglio chi davvero hanno davanti molte delle nostre imprese. Anche se il tema del rapporto fra “capitale umano” e impresa in Cina è argomento complesso, che coinvolge la cultura d’impresa in generale e quella cinese in particolare.
A fornire un quadro aggiornato – ed impietoso -, della situazione ci hanno pensato quattro ricercatori cinesi divisi però fra Pechino, Cambridge e Nottingham con un articolo che in uno spazio contenuto fornisce storia e analisi attuale della condizione dei lavoratori cinesi.
“Inequality, human capital and innovation: China’s remaining big problems” di Wu D. (University of Cambridge), Wu Z. (Nottingham business school della Trent University), Wang J. (School of contemporary Chinese studies, University of Nottingham) e Zhao Z. (School of labour and human resources, Renmin University of China, Beijing), apparso sull’International journal of economics and business modeling inizia con un breve riassunto della letteratura sull’argomento per poi passare ad una analisi degli effetti sull’ineguaglianza delle riforme economiche intraprese negli ultimi anni. Un’attenta descrizione viene poi effettuata delle politiche di remunerazione e di valorizzazione rivolte ai lavoratori, politiche che riflettono e fanno comprendere bene il tipo di cultura d’impresa presente nel Paese.
Soprattutto, però, c’è il futuro. Per i quattro autori, se, anche in Cina, la chiave dello sviluppo è anche nell’innovazione tecnologica, questa passa soprattutto per un “capitale umano” più remunerato e meglio istruito. Senza queste condizioni, è la previsione, la crescita economica cinese sarà destinata ad avere molte difficoltà. Anzi di più. Se – aggiunge l’articolo -, la Cina non prenderà in seria considerazione il problema della disparità di reddito dei gruppi svantaggiati di persone, è possibile prevedere un tale dissesto politico da “far deragliare lo sviluppo economico” del Paese.
Insomma, la Cina è davvero vicina, ma occorre guardarla in maniera forse un po’ diversa da come si fa di solito.
Inequality, human capital and innovation: China’s remaining big problems
Wu D., Wu Z., Wang J., Zhao Z.
International journal of economics and business modeling, volume 5, Issue 1, 2014, pp. 233-237
Il “capitale umano” conta. Anche in Cina. Si tratta di dimensioni diverse, certo. Ma il problema della remunerazione dei lavoratori e, prima ancora, della loro qualificazione si affaccia anche in Asia. Anche in Cina, a dispetto di quanto si potrebbe essere portati a pensare. La questione fa intravvedere – là come in altre aree produttive -, possibilità più o meno consistenti di crescita economica. Ed è la dimostrazione di quanto pesi la cultura d’impresa nei confronti delle prospettive di benessere di un Paese.
Capire la situazione cinese più da vicino è quindi interessante, oltre che importante per comprendere meglio chi davvero hanno davanti molte delle nostre imprese. Anche se il tema del rapporto fra “capitale umano” e impresa in Cina è argomento complesso, che coinvolge la cultura d’impresa in generale e quella cinese in particolare.
A fornire un quadro aggiornato – ed impietoso -, della situazione ci hanno pensato quattro ricercatori cinesi divisi però fra Pechino, Cambridge e Nottingham con un articolo che in uno spazio contenuto fornisce storia e analisi attuale della condizione dei lavoratori cinesi.
“Inequality, human capital and innovation: China’s remaining big problems” di Wu D. (University of Cambridge), Wu Z. (Nottingham business school della Trent University), Wang J. (School of contemporary Chinese studies, University of Nottingham) e Zhao Z. (School of labour and human resources, Renmin University of China, Beijing), apparso sull’International journal of economics and business modeling inizia con un breve riassunto della letteratura sull’argomento per poi passare ad una analisi degli effetti sull’ineguaglianza delle riforme economiche intraprese negli ultimi anni. Un’attenta descrizione viene poi effettuata delle politiche di remunerazione e di valorizzazione rivolte ai lavoratori, politiche che riflettono e fanno comprendere bene il tipo di cultura d’impresa presente nel Paese.
Soprattutto, però, c’è il futuro. Per i quattro autori, se, anche in Cina, la chiave dello sviluppo è anche nell’innovazione tecnologica, questa passa soprattutto per un “capitale umano” più remunerato e meglio istruito. Senza queste condizioni, è la previsione, la crescita economica cinese sarà destinata ad avere molte difficoltà. Anzi di più. Se – aggiunge l’articolo -, la Cina non prenderà in seria considerazione il problema della disparità di reddito dei gruppi svantaggiati di persone, è possibile prevedere un tale dissesto politico da “far deragliare lo sviluppo economico” del Paese.
Insomma, la Cina è davvero vicina, ma occorre guardarla in maniera forse un po’ diversa da come si fa di solito.
Inequality, human capital and innovation: China’s remaining big problems
Wu D., Wu Z., Wang J., Zhao Z.
International journal of economics and business modeling, volume 5, Issue 1, 2014, pp. 233-237