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Capitalismo?

Significato, pregi, difetti, limiti e possibilità di una delle parole più usate e abusate del nostro oggi

Capitalismo. Parola detestata dai più, ma anche vocabolo per molti pressoché sconosciuto nei suoi veri significati. Termine complesso certamente, eppure usato con grande facilità (o faciloneria). Parola capitalismo -, che va compresa davvero. Anche perché nel capitalismo ancora oggi, che lo si voglia o no, è immerso il nostro sistema economico e sociale. Leggere “Capitalismo” di Alberto Mingardi appena pubblicato, serve proprio per farsi un’idea chiara del significato di questa parola che sintetizza un particolare approccio alle cose, al lavoro e alla produzione, alla vita.

Mingardi conduce chi legge lungo un percorso non sempre facile partendo dall’analisi stessa della parola (“Uno strano ismo” e il titolo del primo capitolo), per passare subito dopo a ripercorrerne le origini con la rivoluzione industriale, lo sviluppo della sua complessità tra produzione di fabbrica e commercio, il ruolo dello Stato. Il lettore arriva quindi ai nostri tempi in cui il capitalismo per continuare ad esistere si deve rinnovare facendo i conti con la globalizzazione ma anche con le pandemie e i muri  che per certi versi hanno ributtato indietro il mondo.

L’autore, in ogni passaggio, ricerca chiarezza e obiettività. E così deve essere, non solo per un’oggettiva correttezza, ma anche perché proprio questo termine da sempre ha scatenato contrapposizioni anche violente, comunque nette e forti. Connotato spesso negativamente, il capitalismo ha quindi bisogno di chiarezza e imparzialità per essere davvero compreso e quindi accettato oppure respinto. Ed è questo ciò che cerca di fare Mingardi. Per questo, lungo il testo (circa 150 pagine da leggere con attenzione), si alternano pregi e difetti del capitalismo, la possibilità di crescita e di vivere più a lungo con la constatazione che le disuguaglianze proliferano: i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.  Ad oltre cento anni dalla sua “nascita” il capitalismo va certamente rinnovato, rivisto, rivisitato ma non pare siano state trovate valide alternative.

Scrive Mingardi nelle ultime righe: “Torniamo alla nostra definizione di capitalismo: il capitalismo è un sistema nel quale le decisioni sono prese in modo decentrato. A un ragazzo nato negli anni Duemila si potrebbe anche dirlo in un’altra maniera. Il capitalismo è il contrario del lockdown. La scelta per il nostro futuro, per quanto tappezzata di buone intenzioni, è fra l’uno e l’altro. O, per dirla in altri termini, un mondo nel quale ci sia libertà di scegliere e di farsi scegliere, e un mondo nel quale qualcun altro, per quanto animato dalle migliori intenzioni, pretenda di scegliere per noi”.

Capitalismo

Alberto Mingardi

il Mulino, 2023

Significato, pregi, difetti, limiti e possibilità di una delle parole più usate e abusate del nostro oggi

Capitalismo. Parola detestata dai più, ma anche vocabolo per molti pressoché sconosciuto nei suoi veri significati. Termine complesso certamente, eppure usato con grande facilità (o faciloneria). Parola capitalismo -, che va compresa davvero. Anche perché nel capitalismo ancora oggi, che lo si voglia o no, è immerso il nostro sistema economico e sociale. Leggere “Capitalismo” di Alberto Mingardi appena pubblicato, serve proprio per farsi un’idea chiara del significato di questa parola che sintetizza un particolare approccio alle cose, al lavoro e alla produzione, alla vita.

Mingardi conduce chi legge lungo un percorso non sempre facile partendo dall’analisi stessa della parola (“Uno strano ismo” e il titolo del primo capitolo), per passare subito dopo a ripercorrerne le origini con la rivoluzione industriale, lo sviluppo della sua complessità tra produzione di fabbrica e commercio, il ruolo dello Stato. Il lettore arriva quindi ai nostri tempi in cui il capitalismo per continuare ad esistere si deve rinnovare facendo i conti con la globalizzazione ma anche con le pandemie e i muri  che per certi versi hanno ributtato indietro il mondo.

L’autore, in ogni passaggio, ricerca chiarezza e obiettività. E così deve essere, non solo per un’oggettiva correttezza, ma anche perché proprio questo termine da sempre ha scatenato contrapposizioni anche violente, comunque nette e forti. Connotato spesso negativamente, il capitalismo ha quindi bisogno di chiarezza e imparzialità per essere davvero compreso e quindi accettato oppure respinto. Ed è questo ciò che cerca di fare Mingardi. Per questo, lungo il testo (circa 150 pagine da leggere con attenzione), si alternano pregi e difetti del capitalismo, la possibilità di crescita e di vivere più a lungo con la constatazione che le disuguaglianze proliferano: i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.  Ad oltre cento anni dalla sua “nascita” il capitalismo va certamente rinnovato, rivisto, rivisitato ma non pare siano state trovate valide alternative.

Scrive Mingardi nelle ultime righe: “Torniamo alla nostra definizione di capitalismo: il capitalismo è un sistema nel quale le decisioni sono prese in modo decentrato. A un ragazzo nato negli anni Duemila si potrebbe anche dirlo in un’altra maniera. Il capitalismo è il contrario del lockdown. La scelta per il nostro futuro, per quanto tappezzata di buone intenzioni, è fra l’uno e l’altro. O, per dirla in altri termini, un mondo nel quale ci sia libertà di scegliere e di farsi scegliere, e un mondo nel quale qualcun altro, per quanto animato dalle migliori intenzioni, pretenda di scegliere per noi”.

Capitalismo

Alberto Mingardi

il Mulino, 2023

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