Chi decide in azienda?
In azienda si decide in tanti. Anche quando “il capo” è uno solo. Questa, almeno, è la situazione che si coglie guardando dentro ad una serie di imprese che, nonostante tutto, crescono in quanto a produzione e presenza sui mercati. Anzi, più l’impresa è grande e più il processo decisionale e la creazione imprenditoriale hanno origini diffuse. Può apparire una banalità, ma non è così. Perché studiare e comprendere in pieno come le decisioni prendono forma fino a trovare applicazione concreta, è una strada efficace per capire la cultura d’impresa delle singole realtà e, soprattutto, migliorare ancora la loro gestione.
La radiografia di come vengono prese le decisioni un una grande azienda è stata condotta recentemente da Olga Belousova e da Benoît Gailly – entrambi della Louvain School of Management (Université catholique de Louvain) -, in un denso articolo apparso sui Working Papers della scuola stessa.
“Corporate entrepreneurship in a dispersed setting: actors, behaviors, process”, questo il titolo del lavoro, ha un obiettivo: esaminare come si forma e si evolve “l’imprenditorialità aziendale in un ambiente disperso” cioè in un ambiente in cui è possibile ottenere contributi da diversi “ranghi” aziendali.
Dopo una carrellata della letteratura economica e di management già disponibile sull’argomento, i due autori scelgono di scendere in campo, cioè in azienda, per capire meglio. Il lavoro, quindi, studia i meccanismi decisionali in un’azienda chimica multinazionale, con 140 anni di storia, che opera in più di dieci diverse aree concentrate in due settori di attività e che impiega più di 25.000 dipendenti in circa 50 paesi in tutto il mondo. Guardando al percorso delle scelte che interessano nuovi prodotti, nuovi mercati ma anche nuove tecnologie di produzione, Belousova e Gailly spiegano come i dipendenti di diversi ranghi manageriali possano contribuire alla creazione dell’imprenditorialità aziendale e come questi contributi riescano anche a cambiare un progetto che si sviluppa nel corso del tempo. Tutto per arrivare ad una conclusione: l’imprenditorialità aziendale è sempre di più una combinazione di attività formali e informali assunte da molteplici individui tanto da delineare un’immagine collettiva dell’impresa, sempre più lontana da quella dell’uomo solo al comando.
Corporate entrepreneurship in a dispersed setting: actors, behaviors, process
Olga Belousova-Benoît Gailly
Louvain School of Management Working Paper Series (2012,05).
In azienda si decide in tanti. Anche quando “il capo” è uno solo. Questa, almeno, è la situazione che si coglie guardando dentro ad una serie di imprese che, nonostante tutto, crescono in quanto a produzione e presenza sui mercati. Anzi, più l’impresa è grande e più il processo decisionale e la creazione imprenditoriale hanno origini diffuse. Può apparire una banalità, ma non è così. Perché studiare e comprendere in pieno come le decisioni prendono forma fino a trovare applicazione concreta, è una strada efficace per capire la cultura d’impresa delle singole realtà e, soprattutto, migliorare ancora la loro gestione.
La radiografia di come vengono prese le decisioni un una grande azienda è stata condotta recentemente da Olga Belousova e da Benoît Gailly – entrambi della Louvain School of Management (Université catholique de Louvain) -, in un denso articolo apparso sui Working Papers della scuola stessa.
“Corporate entrepreneurship in a dispersed setting: actors, behaviors, process”, questo il titolo del lavoro, ha un obiettivo: esaminare come si forma e si evolve “l’imprenditorialità aziendale in un ambiente disperso” cioè in un ambiente in cui è possibile ottenere contributi da diversi “ranghi” aziendali.
Dopo una carrellata della letteratura economica e di management già disponibile sull’argomento, i due autori scelgono di scendere in campo, cioè in azienda, per capire meglio. Il lavoro, quindi, studia i meccanismi decisionali in un’azienda chimica multinazionale, con 140 anni di storia, che opera in più di dieci diverse aree concentrate in due settori di attività e che impiega più di 25.000 dipendenti in circa 50 paesi in tutto il mondo. Guardando al percorso delle scelte che interessano nuovi prodotti, nuovi mercati ma anche nuove tecnologie di produzione, Belousova e Gailly spiegano come i dipendenti di diversi ranghi manageriali possano contribuire alla creazione dell’imprenditorialità aziendale e come questi contributi riescano anche a cambiare un progetto che si sviluppa nel corso del tempo. Tutto per arrivare ad una conclusione: l’imprenditorialità aziendale è sempre di più una combinazione di attività formali e informali assunte da molteplici individui tanto da delineare un’immagine collettiva dell’impresa, sempre più lontana da quella dell’uomo solo al comando.
Corporate entrepreneurship in a dispersed setting: actors, behaviors, process
Olga Belousova-Benoît Gailly
Louvain School of Management Working Paper Series (2012,05).