Chiarezza di idee per far crescere la buona cultura d’impresa
Una buona cultura d’impresa si nutre anche di una buona conoscenza del mondo nel quale l’impresa si muove. Corpo non impermeabile nella società, l’impresa si muove comunicando costantemente con l’esterno, assorbendo istanze e tensioni, indicazioni operative e spunti produttivi, così come, a sua volta, diffonde ai soggetti esterni l’impronta di se’, il proprio modo di intendere il prodotto, il lavoro, il profitto.
Da qui, la necessità – per l’imprenditore così come per il manager avveduto -, di conoscere cosa accade al di là dei confini aziendali. Ed è da qui che si capisce la bontà e l’utilità di libri come “Contro gli opposti estremismi. Per uscire dal declino e dalla crisi” che raccoglie gli interventi di Luigi Spaventa pubblicati principalmente sul Corriere della Sera e su Repubblica dal 2003 al 2011.
Economista, parlamentare, ministro, dirigente d’azienda, Spaventa è stato tutto questo ma, soprattutto, è stato un osservatore attento di decenni di economia italiana. E’ da questo ruolo che sono nati i suoi articoli che, messi in fila, raccontano bene l’evoluzione dell’economia e delle imprese industriali del Paese. Lungo le pagine di Spaventa, quindi, si possono ripercorrere tutti i temi della politica economica italiana, gli interventi dei Governi, i riflessi dei mercati internazionali, l’evoluzione dei grandi gruppi industriali e della rete delle piccole e medie imprese, il ruolo dell’euro, l’importanza dell’Europa, le dinamiche di Borsa. Tutto raccontato con un linguaggio piano, accattivante, giornalisticamente vivace ma tecnicamente ineccepibile. Spaventa, fra l’altro, riesce a unire nella stessa pagina teoria economica e pratica d’impresa, racconto storico e istantanea d’attualità con una tecnica di scrittura non comune.
E’ d’esempio di tutto questo, un passaggio che si trova proprio nelle prime pagine del volume. “La luce iridescente della gran bolla dei mercati (quando ogni anno gli utili dovevano crescere a due cifre e a tre cifre le quotazioni), aveva indotto un sonno della ragione: negli investitori; ma anche nei regolatori e in alcuni studiosi del governo d’impresa. Gli occhi si sono riaperti su una realtà di insospettato squallore”, scriveva spaventa sulle “Mele marce della finanza”.
Non sempre e non tutti possono essere d’accordo con quanto Spaventa ha scritto, ma certamente nelle pagine di “Contro gli opposti pessimismi”, si trova ampio materiale per ragionare., per far crescere la cultura della propria impresa e quella personale. Un libro denso di idee, un’avventura leggerlo e gustarlo.
Contro gli opposti pessimismi. Per uscire dal declino e dalla crisi
Luigi Spaventa
Castelvecchi, 2015
Una buona cultura d’impresa si nutre anche di una buona conoscenza del mondo nel quale l’impresa si muove. Corpo non impermeabile nella società, l’impresa si muove comunicando costantemente con l’esterno, assorbendo istanze e tensioni, indicazioni operative e spunti produttivi, così come, a sua volta, diffonde ai soggetti esterni l’impronta di se’, il proprio modo di intendere il prodotto, il lavoro, il profitto.
Da qui, la necessità – per l’imprenditore così come per il manager avveduto -, di conoscere cosa accade al di là dei confini aziendali. Ed è da qui che si capisce la bontà e l’utilità di libri come “Contro gli opposti estremismi. Per uscire dal declino e dalla crisi” che raccoglie gli interventi di Luigi Spaventa pubblicati principalmente sul Corriere della Sera e su Repubblica dal 2003 al 2011.
Economista, parlamentare, ministro, dirigente d’azienda, Spaventa è stato tutto questo ma, soprattutto, è stato un osservatore attento di decenni di economia italiana. E’ da questo ruolo che sono nati i suoi articoli che, messi in fila, raccontano bene l’evoluzione dell’economia e delle imprese industriali del Paese. Lungo le pagine di Spaventa, quindi, si possono ripercorrere tutti i temi della politica economica italiana, gli interventi dei Governi, i riflessi dei mercati internazionali, l’evoluzione dei grandi gruppi industriali e della rete delle piccole e medie imprese, il ruolo dell’euro, l’importanza dell’Europa, le dinamiche di Borsa. Tutto raccontato con un linguaggio piano, accattivante, giornalisticamente vivace ma tecnicamente ineccepibile. Spaventa, fra l’altro, riesce a unire nella stessa pagina teoria economica e pratica d’impresa, racconto storico e istantanea d’attualità con una tecnica di scrittura non comune.
E’ d’esempio di tutto questo, un passaggio che si trova proprio nelle prime pagine del volume. “La luce iridescente della gran bolla dei mercati (quando ogni anno gli utili dovevano crescere a due cifre e a tre cifre le quotazioni), aveva indotto un sonno della ragione: negli investitori; ma anche nei regolatori e in alcuni studiosi del governo d’impresa. Gli occhi si sono riaperti su una realtà di insospettato squallore”, scriveva spaventa sulle “Mele marce della finanza”.
Non sempre e non tutti possono essere d’accordo con quanto Spaventa ha scritto, ma certamente nelle pagine di “Contro gli opposti pessimismi”, si trova ampio materiale per ragionare., per far crescere la cultura della propria impresa e quella personale. Un libro denso di idee, un’avventura leggerlo e gustarlo.
Contro gli opposti pessimismi. Per uscire dal declino e dalla crisi
Luigi Spaventa
Castelvecchi, 2015