Come correre con attenzione
In un mondo veloce essere veloci è per le imprese condizione determinante. Ma nel correre serve più attenzione di prima. E non è detto che la velocità sia poi lo strumento più facile da usare per vincere davvero sui mercati. “La corsa per l’eccellenza” di Steven J. Spear è un buon libro per comprendere meglio non tanto la necessità di correre, ma il come farlo.
Spear è Senior Lecturer presso la Sloan School of Management del MIT, ha lavorato alla Harvard Business School e nella sua carriera ha osservato diverse organizzazioni correre, alcune vincere, molte cadere e non ha scritto un libro di teoria della buona gestione d’impresa, ma un racconto fatto di casi reali tratti da ambienti diversi ma accomunati da almeno un connotato: si è trattato di vicende nelle quali la capacità di arrivare velocemente ad un risultato è stata fondamentale.
Spear parte da una domanda e da una considerazione. Com’è possibile che certe organizzazioni ottengano risultati tali da apparire, rispetto a chiunque altro operi nel medesimo settore, come dei marziani? Benché il settore sia lo stesso, i mercati siano gli stessi e spesso anche i fornitori coincidano, queste “straordinarie” organizzazioni ad alta velocità sbaragliano sistematicamente tutti i concorrenti e, ancora più significativo, incrementano il distacco.
Per capire cosa può accadere, l’autore descrive appunto alcuni casi come quelli della Toyota (che ispira un po’ tutto il volume), della Marina Militare USA alle prese con la propulsione nucleare, di un sistema ospedaliero che deve fare i conti con i fallimenti (cioè con i decessi dei pazienti), di una grande azienda come la Pratt & Whitney impegnata nella progettazione dei motori a reazione oppure ancora di una società pioniera nella pubblicità su internet. Di ogni vicenda vengono analizzati i particolari “storici” e i meccanismi decisionali e umani che ne hanno determinato lo svolgimento.
In questo modo, Spear arriva a definire i contorni di un modello dettagliato che può essere utilizzato per essere applicato anche in altri contesti organizzativi e che è caratterizzato da alcuni punti fermi come la capacità di sfruttare immediatamente le migliori tecnologie del momento, la capacità di prevenire i problemi imparando dagli errori e di moltiplicare l’utilità delle microinnovazioni così come di creare un ambiente di lavoro che dia spazio all’inventiva e quindi all’innovazione.
Il libro di Spear è solo apparentemente “facile”. In realtà è un denso racconto di storie d’impresa da cui imparare. Tutto comunque da leggere.
La corsa per l’eccellenza
Steven J. Spear
Franco Angeli, 2016


In un mondo veloce essere veloci è per le imprese condizione determinante. Ma nel correre serve più attenzione di prima. E non è detto che la velocità sia poi lo strumento più facile da usare per vincere davvero sui mercati. “La corsa per l’eccellenza” di Steven J. Spear è un buon libro per comprendere meglio non tanto la necessità di correre, ma il come farlo.
Spear è Senior Lecturer presso la Sloan School of Management del MIT, ha lavorato alla Harvard Business School e nella sua carriera ha osservato diverse organizzazioni correre, alcune vincere, molte cadere e non ha scritto un libro di teoria della buona gestione d’impresa, ma un racconto fatto di casi reali tratti da ambienti diversi ma accomunati da almeno un connotato: si è trattato di vicende nelle quali la capacità di arrivare velocemente ad un risultato è stata fondamentale.
Spear parte da una domanda e da una considerazione. Com’è possibile che certe organizzazioni ottengano risultati tali da apparire, rispetto a chiunque altro operi nel medesimo settore, come dei marziani? Benché il settore sia lo stesso, i mercati siano gli stessi e spesso anche i fornitori coincidano, queste “straordinarie” organizzazioni ad alta velocità sbaragliano sistematicamente tutti i concorrenti e, ancora più significativo, incrementano il distacco.
Per capire cosa può accadere, l’autore descrive appunto alcuni casi come quelli della Toyota (che ispira un po’ tutto il volume), della Marina Militare USA alle prese con la propulsione nucleare, di un sistema ospedaliero che deve fare i conti con i fallimenti (cioè con i decessi dei pazienti), di una grande azienda come la Pratt & Whitney impegnata nella progettazione dei motori a reazione oppure ancora di una società pioniera nella pubblicità su internet. Di ogni vicenda vengono analizzati i particolari “storici” e i meccanismi decisionali e umani che ne hanno determinato lo svolgimento.
In questo modo, Spear arriva a definire i contorni di un modello dettagliato che può essere utilizzato per essere applicato anche in altri contesti organizzativi e che è caratterizzato da alcuni punti fermi come la capacità di sfruttare immediatamente le migliori tecnologie del momento, la capacità di prevenire i problemi imparando dagli errori e di moltiplicare l’utilità delle microinnovazioni così come di creare un ambiente di lavoro che dia spazio all’inventiva e quindi all’innovazione.
Il libro di Spear è solo apparentemente “facile”. In realtà è un denso racconto di storie d’impresa da cui imparare. Tutto comunque da leggere.
La corsa per l’eccellenza
Steven J. Spear
Franco Angeli, 2016