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Complessità come ricchezza, anche per la cultura d’impresa

Un articolo ragiona sulle relazioni tra storia ed economia, e affronta metodi vecchi e nuovi di conoscenza

 

Storia come vicenda umana che si ripete e che contemporaneamente si rinnova. Storia che può insegnare a guardare meglio all’oggi e con maggiore attenzione al futuro. Affrontando così pressoché tutti i temi da affrontare. Storia complessa, dunque. Ma da esplorare e apprezzare. Anche quando occorre contaminare i metodi classici di indagine con quelli più recenti (e magari innovativi). Condizione che vale anche per l’economia e le imprese.

E’ attorno a questi argomenti che ragionano Giovanni Gozzini e Francesco Maccelli con il loro “Storia contemporanea, storia economica ed economia: un dialogo tra sordi?” intervento apparso recentemente in Passato e presente.

I due autori partono da una constatazione: sempre di più i metodi della matematica, e in particolare dell’econometria, toccano temi e indagini della storia. Con tutti gli eccessi del caso. E’ facile, viene spiegato nella ricerca, cedere all’eccesso di oggettività e di matematicità a scapito dell’umanità che ogni vicenda storica contiene. Problema di non poco conto, che tocca anche gli stessi studiosi alle prese con un approccio tecnicamente lontano da quello proprio dello storico (e spesso anche dell’economista). Calcolo, dunque, al posto del sentire umano. Da qui anche il titolo provocatorio dell’intervento di Gozzini e Maccelli: “Dialogo tra sordi?”. E così parrebbe davvero essere quando, viene fatto notare dai due autori, gli “storici matematici” creano propri ambiti di ricerca e di scambio di informazione, ambiti dai quali gli “altri storici” così come gli altri studiosi delle cose di economia e società vengono esclusi.

Il rischio, è l’opinione dei due ricercatori, è quello di ridurre la storia e l’interpretazione della realtà ad un fatto meccanicistico, altro dalla complessità del reale. Per intraprendere, invece, il cammino corretto, viene spiegato, è necessario uno sforzo da parte di chi indaga storia e presente che riesca a conciliare approcci diversi, trarre il meglio dei nuovi metodi di indagine senza tuttavia perdere gli aspetti dell’azione umana che non possono essere ridotti a formule matematiche. E’ la complessità della storia che deve essere compresa invece di essere semplificata e basta. Un buon esercizio che vale anche per la cultura d’impresa che vuole crescere e farsi sempre più completa.

Storia contemporanea, storia economica ed economia: un dialogo tra sordi?

Giovanni Gozzini, Francesco Maccelli

PASSATO E PRESENTE, 117/2022

Un articolo ragiona sulle relazioni tra storia ed economia, e affronta metodi vecchi e nuovi di conoscenza

 

Storia come vicenda umana che si ripete e che contemporaneamente si rinnova. Storia che può insegnare a guardare meglio all’oggi e con maggiore attenzione al futuro. Affrontando così pressoché tutti i temi da affrontare. Storia complessa, dunque. Ma da esplorare e apprezzare. Anche quando occorre contaminare i metodi classici di indagine con quelli più recenti (e magari innovativi). Condizione che vale anche per l’economia e le imprese.

E’ attorno a questi argomenti che ragionano Giovanni Gozzini e Francesco Maccelli con il loro “Storia contemporanea, storia economica ed economia: un dialogo tra sordi?” intervento apparso recentemente in Passato e presente.

I due autori partono da una constatazione: sempre di più i metodi della matematica, e in particolare dell’econometria, toccano temi e indagini della storia. Con tutti gli eccessi del caso. E’ facile, viene spiegato nella ricerca, cedere all’eccesso di oggettività e di matematicità a scapito dell’umanità che ogni vicenda storica contiene. Problema di non poco conto, che tocca anche gli stessi studiosi alle prese con un approccio tecnicamente lontano da quello proprio dello storico (e spesso anche dell’economista). Calcolo, dunque, al posto del sentire umano. Da qui anche il titolo provocatorio dell’intervento di Gozzini e Maccelli: “Dialogo tra sordi?”. E così parrebbe davvero essere quando, viene fatto notare dai due autori, gli “storici matematici” creano propri ambiti di ricerca e di scambio di informazione, ambiti dai quali gli “altri storici” così come gli altri studiosi delle cose di economia e società vengono esclusi.

Il rischio, è l’opinione dei due ricercatori, è quello di ridurre la storia e l’interpretazione della realtà ad un fatto meccanicistico, altro dalla complessità del reale. Per intraprendere, invece, il cammino corretto, viene spiegato, è necessario uno sforzo da parte di chi indaga storia e presente che riesca a conciliare approcci diversi, trarre il meglio dei nuovi metodi di indagine senza tuttavia perdere gli aspetti dell’azione umana che non possono essere ridotti a formule matematiche. E’ la complessità della storia che deve essere compresa invece di essere semplificata e basta. Un buon esercizio che vale anche per la cultura d’impresa che vuole crescere e farsi sempre più completa.

Storia contemporanea, storia economica ed economia: un dialogo tra sordi?

Giovanni Gozzini, Francesco Maccelli

PASSATO E PRESENTE, 117/2022

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