Condottieri d’impresa
Imparare in modo diverso a condurre un’organizzazione della produzione
Condurre un’impresa come un esercito in battaglia. Strategia e tattica, senso dell’organizzazione e del rischio (calcolato), capacità di entusiasmare, saper condurre tutti stando in prima fila, resistere e innovare anche sul campo. Essere buoni imprenditori e manager può equivalere anche a questo. Con, evidentemente, il senso di misura che porta a distinguere una guerra guerreggiata con le sfide che ogni giorno si presentano a chi conduce un’azienda.
È sulla base di questi presupposti che Gianfranco Di Pietro (filosofo) e Andrea Lipparini (ordinario di gestione dell’innovazione) hanno lavorato per scrivere “Strategia e leadership nella storia. Lezioni per i manager”un libro che non è un testo di storia e nemmeno un manuale di gestione aziendale per bravi imprenditori, ma qualcosa di molto diverso. E per questo di interessante da leggere.
Il libro ha l’obiettivo di presentare un modello di formazione alla leadership integrato dalla narrazione storica. In una prima fase, quindi, chi legge si confronta con le gesta di grandi condottieri , che hanno ispirato e motivato genti diverse a seguirli con il massimo impegno. Successivamente, l’analisi delle abilità e degli errori di quei grandi personaggi e la messa in pratica di quanto appreso, aiutano a sviluppare ed affinare le doti di leadership nell’ambito delle organizzazioni della produzione. Così, per esempio, nelle vicende del cartaginese Annibale si svelano gli ingredienti di una strategia vincente, come lo studio dei concorrenti e la valorizzazione delle competenze dei soldati, ma anche lo scarso interesse per l’appoggio politico in patria e la sottovalutazione della tenacia dell’avversario. L’esperienza di Giulio Cesare, campione di velocità esecutiva ed efficacia nella risoluzione dei problemi mostra, mostra, l’importanza della formazione e della motivazione, nonché della necessità di preservare alleanze e consenso. L’ascesa e la caduta di Napoleone, infine, rivelano la maestria nell’organizzazione e nella tattica, ma anche i risvolti negativi della mancata crescita dei collaboratori e dell’eccesso di fiducia nelle proprie capacità.
Convinti che la capacità di comando, al pari delle tecniche manageriali, possa essere appresa, nel corso del testo gli autori suggeriscono spunti di riflessione ed indicazioni per integrare efficacemente la storia nel percorso di formazione dei leader, attuali e futuri.
Il libro di Di Pietro e Lipparini è una buona lettura, che, appunto, non ha la pretesa di rappresentare un manuale ma di fornire riflessioni importanti da un punto di vista non consueto. Bellissima l’affermazione conclusiva di tutta la narrazione : “Forse, è proprio la capacità di bilanciare adeguatamente il passato ed il presente ad essere un tratto comune di coloro che hanno fiducia nelle proprie capacità ma che sanno riconoscere di non essere unici”.
Strategia e leadership nella storia. Lezioni per i manager
Gianfranco Di Pietro, Andrea Lipparini
Il Mulino, 2022
Imparare in modo diverso a condurre un’organizzazione della produzione
Condurre un’impresa come un esercito in battaglia. Strategia e tattica, senso dell’organizzazione e del rischio (calcolato), capacità di entusiasmare, saper condurre tutti stando in prima fila, resistere e innovare anche sul campo. Essere buoni imprenditori e manager può equivalere anche a questo. Con, evidentemente, il senso di misura che porta a distinguere una guerra guerreggiata con le sfide che ogni giorno si presentano a chi conduce un’azienda.
È sulla base di questi presupposti che Gianfranco Di Pietro (filosofo) e Andrea Lipparini (ordinario di gestione dell’innovazione) hanno lavorato per scrivere “Strategia e leadership nella storia. Lezioni per i manager”un libro che non è un testo di storia e nemmeno un manuale di gestione aziendale per bravi imprenditori, ma qualcosa di molto diverso. E per questo di interessante da leggere.
Il libro ha l’obiettivo di presentare un modello di formazione alla leadership integrato dalla narrazione storica. In una prima fase, quindi, chi legge si confronta con le gesta di grandi condottieri , che hanno ispirato e motivato genti diverse a seguirli con il massimo impegno. Successivamente, l’analisi delle abilità e degli errori di quei grandi personaggi e la messa in pratica di quanto appreso, aiutano a sviluppare ed affinare le doti di leadership nell’ambito delle organizzazioni della produzione. Così, per esempio, nelle vicende del cartaginese Annibale si svelano gli ingredienti di una strategia vincente, come lo studio dei concorrenti e la valorizzazione delle competenze dei soldati, ma anche lo scarso interesse per l’appoggio politico in patria e la sottovalutazione della tenacia dell’avversario. L’esperienza di Giulio Cesare, campione di velocità esecutiva ed efficacia nella risoluzione dei problemi mostra, mostra, l’importanza della formazione e della motivazione, nonché della necessità di preservare alleanze e consenso. L’ascesa e la caduta di Napoleone, infine, rivelano la maestria nell’organizzazione e nella tattica, ma anche i risvolti negativi della mancata crescita dei collaboratori e dell’eccesso di fiducia nelle proprie capacità.
Convinti che la capacità di comando, al pari delle tecniche manageriali, possa essere appresa, nel corso del testo gli autori suggeriscono spunti di riflessione ed indicazioni per integrare efficacemente la storia nel percorso di formazione dei leader, attuali e futuri.
Il libro di Di Pietro e Lipparini è una buona lettura, che, appunto, non ha la pretesa di rappresentare un manuale ma di fornire riflessioni importanti da un punto di vista non consueto. Bellissima l’affermazione conclusiva di tutta la narrazione : “Forse, è proprio la capacità di bilanciare adeguatamente il passato ed il presente ad essere un tratto comune di coloro che hanno fiducia nelle proprie capacità ma che sanno riconoscere di non essere unici”.
Strategia e leadership nella storia. Lezioni per i manager
Gianfranco Di Pietro, Andrea Lipparini
Il Mulino, 2022