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Conoscenza per crescere e svilupparsi, anche nelle imprese

L’impresa cresce con il capitale umano giusto. Ma così accade anche per la società nel suo insieme, per il vivere civile a tutto tondo. Affermazioni apparentemente scontate che, tuttavia, oggi spesso appaiono in bilico, fragili, non ovvie. Per questo, le imprese avvedute hanno accentuato la loro attenzione sugli “aspetti umani”; del loro agire. E’ dato sempre di più spazio alla responsabilità sociale d’impresa, al ruolo che – dentro e fuori dell’azienda -, hanno le persone con i loro singoli sentire e la loro specifica preparazione non solo tecnica ma complessiva.

Per capire e agire al meglio possibile in questi ambiti, tuttavia, occorrono come al solito buoni maestri e guide affidabili. E’ interessante allora leggere la seconda edizione, pubblicata recentemente, di “Investire in conoscenza. Crescita economica e competenze per il XXI secolo” di Ignazio Visco.

Attuale Governatore di Banca d’Italia ma soprattutto grande conoscitore delle dinamiche finanziarie e d’impresa, Visco spiega chiaramente l’importanza del livello di conoscenza del capitale umano per lo sviluppo aziendale e della società in generale. “Investire in istruzione, capitale umano, conoscenza costituisce oggi un fattore essenziale di crescita della produttività e dell’economia”, dice Visco, che continua aggiungendo: “Ma è riduttivo pensare che l’investimento in conoscenza sia importante solo per l’impatto positivo sulla crescita. Esso può contribuire in modo profondo all’innalzamento del senso civico e del capitale sociale, valori in sè, indipendentemente dai loro effetti sul sistema economico, fattori importanti di coesione sociale e di benessere dei cittadini”.

Imprese e società, dunque, intimamente legate dalla conoscenza e dalla qualità di questa. Con tutto ciò che ne consegue.

Visco, ovviamente, non manca di puntare il dito sui mali che affliggono lo stato della conoscenza nel nostro Paese. “Pesano – dice il Governatore della Banca Centrale -, soprattutto le carenze nella dotazione, qualitativa e quantitativa, del capitale umano, oggi più che mai fattore essenziale non solo per lo sviluppo economico ma anche per la crescita del senso civico e del capitale sociale di una comunità”. Lo stesso poi si interroga su cosa occorra fare enunciando gli stretti legami fra scuola e impresa, fra istruzione e democrazia, fra conoscenza globale e sviluppo della società e quindi delle imprese che operano in essa. La società e le imprese che hanno al loro interno un adeguato livello di conoscenza – non solamente tecnica o meccanicistica ma a tutto tondo -, hanno maggiori possibilità di resistere alle intemperie globali. Visco racconta come ed è un racconto tutto da leggere quello che si sviluppa nella circa duecento pagine del volume.

Investire in conoscenza. Crescita economica e competenze per il XXI secolo

Ignazio Visco

Il Mulino, 2014

L’impresa cresce con il capitale umano giusto. Ma così accade anche per la società nel suo insieme, per il vivere civile a tutto tondo. Affermazioni apparentemente scontate che, tuttavia, oggi spesso appaiono in bilico, fragili, non ovvie. Per questo, le imprese avvedute hanno accentuato la loro attenzione sugli “aspetti umani”; del loro agire. E’ dato sempre di più spazio alla responsabilità sociale d’impresa, al ruolo che – dentro e fuori dell’azienda -, hanno le persone con i loro singoli sentire e la loro specifica preparazione non solo tecnica ma complessiva.

Per capire e agire al meglio possibile in questi ambiti, tuttavia, occorrono come al solito buoni maestri e guide affidabili. E’ interessante allora leggere la seconda edizione, pubblicata recentemente, di “Investire in conoscenza. Crescita economica e competenze per il XXI secolo” di Ignazio Visco.

Attuale Governatore di Banca d’Italia ma soprattutto grande conoscitore delle dinamiche finanziarie e d’impresa, Visco spiega chiaramente l’importanza del livello di conoscenza del capitale umano per lo sviluppo aziendale e della società in generale. “Investire in istruzione, capitale umano, conoscenza costituisce oggi un fattore essenziale di crescita della produttività e dell’economia”, dice Visco, che continua aggiungendo: “Ma è riduttivo pensare che l’investimento in conoscenza sia importante solo per l’impatto positivo sulla crescita. Esso può contribuire in modo profondo all’innalzamento del senso civico e del capitale sociale, valori in sè, indipendentemente dai loro effetti sul sistema economico, fattori importanti di coesione sociale e di benessere dei cittadini”.

Imprese e società, dunque, intimamente legate dalla conoscenza e dalla qualità di questa. Con tutto ciò che ne consegue.

Visco, ovviamente, non manca di puntare il dito sui mali che affliggono lo stato della conoscenza nel nostro Paese. “Pesano – dice il Governatore della Banca Centrale -, soprattutto le carenze nella dotazione, qualitativa e quantitativa, del capitale umano, oggi più che mai fattore essenziale non solo per lo sviluppo economico ma anche per la crescita del senso civico e del capitale sociale di una comunità”. Lo stesso poi si interroga su cosa occorra fare enunciando gli stretti legami fra scuola e impresa, fra istruzione e democrazia, fra conoscenza globale e sviluppo della società e quindi delle imprese che operano in essa. La società e le imprese che hanno al loro interno un adeguato livello di conoscenza – non solamente tecnica o meccanicistica ma a tutto tondo -, hanno maggiori possibilità di resistere alle intemperie globali. Visco racconta come ed è un racconto tutto da leggere quello che si sviluppa nella circa duecento pagine del volume.

Investire in conoscenza. Crescita economica e competenze per il XXI secolo

Ignazio Visco

Il Mulino, 2014

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