Conoscere per innovare
Il Governatore di Banca d’Italia interviene ancora sui rapporti fra istruzione, innovazione, finanza e sviluppo
Innovare o perire. Appare sempre più essere questo il dilemma di fronte al quale si trovano non solo le singole imprese ma anche, e soprattutto, interi sistemi produttivi. Questione di capacità, e quindi di conoscenza, ma anche di possibilità, e quindi di mezzi tecnologici e prima ancora finanziari. In ogni caso, è sicuramente attorno a questi concetti che ruota buona parte del dibattito (serio) sullo sviluppo di singole imprese così come del Paese.
Leggere la prolusione di Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, all’inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università di Cagliari, è certamente cosa buona da fare per capire qualcosa di più del cuore vero dei temi appena accennati.
In “Innovazione, conoscenza, finanza”, questo il titolo dell’intervento, Visco inizia a ragionare partendo dalla constatazione dei cambiamenti osservati in Italia negli ultimi anni per arrivare a puntualizzare l’importanza “dell’investimento in conoscenza” come “strumento migliore che tutti noi abbiamo, giovani ma anche meno giovani, per trasformare in opportunità i rischi che accompagnano tali cambiamenti”.
Il Governatore approfondisce così la natura degli agenti del cambiamento – e quindi dell’innovazione, della globalizzazione della demografia – per passare poi alla valutazione delle conseguenze del cambiamento stesso facendo notare che, nonostante tutto, queste siano state prevalentemente positive, ma anche rilevando i “costi” che questo ha provocato.
Guardando più da vicino al nostro Paese, Visco poi spiega: “In Italia il sistema produttivo non è riuscito ad adattarsi con prontezza ai grandi cambiamenti prodotti nel tempo dalla tecnologia e dalla globalizzazione; ne hanno risentito la produttività e il potenziale di crescita dell’economia”. L’autore quindi passa ad esaminare gli aspetti finanziari e quelli relativi alla conoscenza. Dei primi precisa come “lo scetticismo del pubblico” possa minare “alla radice stessa l’attività del sistema finanziario” e quindi “potenzialmente comprometterne l’efficacia, dato che l’intero edificio finanziario si poggia sulla fiducia dei risparmiatori, non può prescindere dall’etica dei comportamenti”. Della seconda Visco spiega: “La disponibilità di competenze adeguate è il presupposto fondamentale per affrontare con successo l’incertezza su quali saranno i lavori del futuro”.
L’intervento di Ignazio Visco è, come sempre, limpido e comprensibile a tutti, anche quando affronta passaggi complessi: da leggere, quindi, e da conservare.
Innovazione, conoscenza, finanza
Ignazio Visco
Prolusione all’Università di Cagliari, Inaugurazione anno accademico 2019-2020
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Il Governatore di Banca d’Italia interviene ancora sui rapporti fra istruzione, innovazione, finanza e sviluppo
Innovare o perire. Appare sempre più essere questo il dilemma di fronte al quale si trovano non solo le singole imprese ma anche, e soprattutto, interi sistemi produttivi. Questione di capacità, e quindi di conoscenza, ma anche di possibilità, e quindi di mezzi tecnologici e prima ancora finanziari. In ogni caso, è sicuramente attorno a questi concetti che ruota buona parte del dibattito (serio) sullo sviluppo di singole imprese così come del Paese.
Leggere la prolusione di Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, all’inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università di Cagliari, è certamente cosa buona da fare per capire qualcosa di più del cuore vero dei temi appena accennati.
In “Innovazione, conoscenza, finanza”, questo il titolo dell’intervento, Visco inizia a ragionare partendo dalla constatazione dei cambiamenti osservati in Italia negli ultimi anni per arrivare a puntualizzare l’importanza “dell’investimento in conoscenza” come “strumento migliore che tutti noi abbiamo, giovani ma anche meno giovani, per trasformare in opportunità i rischi che accompagnano tali cambiamenti”.
Il Governatore approfondisce così la natura degli agenti del cambiamento – e quindi dell’innovazione, della globalizzazione della demografia – per passare poi alla valutazione delle conseguenze del cambiamento stesso facendo notare che, nonostante tutto, queste siano state prevalentemente positive, ma anche rilevando i “costi” che questo ha provocato.
Guardando più da vicino al nostro Paese, Visco poi spiega: “In Italia il sistema produttivo non è riuscito ad adattarsi con prontezza ai grandi cambiamenti prodotti nel tempo dalla tecnologia e dalla globalizzazione; ne hanno risentito la produttività e il potenziale di crescita dell’economia”. L’autore quindi passa ad esaminare gli aspetti finanziari e quelli relativi alla conoscenza. Dei primi precisa come “lo scetticismo del pubblico” possa minare “alla radice stessa l’attività del sistema finanziario” e quindi “potenzialmente comprometterne l’efficacia, dato che l’intero edificio finanziario si poggia sulla fiducia dei risparmiatori, non può prescindere dall’etica dei comportamenti”. Della seconda Visco spiega: “La disponibilità di competenze adeguate è il presupposto fondamentale per affrontare con successo l’incertezza su quali saranno i lavori del futuro”.
L’intervento di Ignazio Visco è, come sempre, limpido e comprensibile a tutti, anche quando affronta passaggi complessi: da leggere, quindi, e da conservare.
Innovazione, conoscenza, finanza
Ignazio Visco
Prolusione all’Università di Cagliari, Inaugurazione anno accademico 2019-2020
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