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Contesto culturale d’impresa

Un lavoro dell’Università di Palermo e del CNR mette in luce il ruolo del territorio nel successo delle politiche di programmazione

L’impresa cresce anche se si trova collocata in un contesto dotato di elementi utili al suo sviluppo. Imprenditore e manager devono certamente porre tutte le loro qualità al servizio della produzione. Ma questo non basta: contesto sociale e tecnologico, sono elementi sempre più imprescindibili per uno sviluppo d’impresa che sia efficace.

E’ leggendo “La complessa strada verso l’innovazione nei territori” scritto da Massimo Arnone (del Dipartimento SEAS dell’Università di Palermo) e da  Chiara Cavallaro (del ISSiRFA CNR di Roma), che si ha una recente conferma del peso e del ruolo del contesto sociale nel successo dell’industrializzazione di un territorio. Anche quando questa si “indotta” e “aiutata” da politiche istituzionali ed europee.

Il lavoro di Arnone e Cavallaro analizza le politiche e i programmi che le diverse regioni italiane stanno attuando per la Programmazione europea del periodo dal 2014 – 2020. L’attenzione in particolare è focalizzata sulle azioni specifiche per i distretti ad alta tecnologia, le piattaforme tecnologiche, i  cluster, i centri di innovazione, i parchi scientifici o tecnologici e le reti d’impresa. Gli autori hanno due obiettivi specifici. Prima di tutto verificare il  grado di coerenza tra le politiche e la realizzazione e la progettazione in corso; e poi verificare le “connessione con le specializzazioni territoriali esistenti a livello regionale”.

E’ questo secondo aspetto che arriva a toccare un punto che rilette anche l’attenzione alle imprese. I risultati della ricerca di Massimo Arnone e Chiara Cavallaro, infatti, provano che in alcune regioni (come la Lombardia e l’Emilia Romagna), le azioni messe in atto dalle Regioni sono state in grado di generare innovazione grazie anche alla presenza di ambiti economici molto attivi e ambienti sociali e istituzionali locali in grado di analizzare correttamente il contesto e promuovere strumenti che hanno fatto raggiungere risultati positivi. E’ possibile arrivare ad una sorta di “cultura d’impresa diffusa”, che aiuta le organizzazioni della produzione e le azioni intraprese per il loro sviluppo. Fatta di elementi tangibili e intangibili, la situazione del contesto territoriale crea da se’ spesso una cultura del produrre che riesce ad utilizzare meglio gli strumenti messi a disposizione dalla Programmazione europea.  In altri casi invece, il quadro complessivo regionale non riesce in questa operazione. Ed è qui che i due autori indicano una dato di fatto ancora presente in Italia, non si nega cioè “il problema del divario tra le regioni del Nord e del Sud Italia”.

Il lavoro di Arnone e Cavallaro è utile per chiarire aspetti della cultura d’impresa che non sono strettamente legati “alla fabbrica” ma che, alla fine, entrano in fabbrica e la possono condizionare.

La complessa strada verso l’innovazione nei territori

Massimo Arnone, Chiara Cavallaro

Sviluppo Locale: Spazio Urbano, Spazio Rurale, Aree Interne, LaborEst n. 11/2015, Mediterranea University of Reggio Calabria

Un lavoro dell’Università di Palermo e del CNR mette in luce il ruolo del territorio nel successo delle politiche di programmazione

L’impresa cresce anche se si trova collocata in un contesto dotato di elementi utili al suo sviluppo. Imprenditore e manager devono certamente porre tutte le loro qualità al servizio della produzione. Ma questo non basta: contesto sociale e tecnologico, sono elementi sempre più imprescindibili per uno sviluppo d’impresa che sia efficace.

E’ leggendo “La complessa strada verso l’innovazione nei territori” scritto da Massimo Arnone (del Dipartimento SEAS dell’Università di Palermo) e da  Chiara Cavallaro (del ISSiRFA CNR di Roma), che si ha una recente conferma del peso e del ruolo del contesto sociale nel successo dell’industrializzazione di un territorio. Anche quando questa si “indotta” e “aiutata” da politiche istituzionali ed europee.

Il lavoro di Arnone e Cavallaro analizza le politiche e i programmi che le diverse regioni italiane stanno attuando per la Programmazione europea del periodo dal 2014 – 2020. L’attenzione in particolare è focalizzata sulle azioni specifiche per i distretti ad alta tecnologia, le piattaforme tecnologiche, i  cluster, i centri di innovazione, i parchi scientifici o tecnologici e le reti d’impresa. Gli autori hanno due obiettivi specifici. Prima di tutto verificare il  grado di coerenza tra le politiche e la realizzazione e la progettazione in corso; e poi verificare le “connessione con le specializzazioni territoriali esistenti a livello regionale”.

E’ questo secondo aspetto che arriva a toccare un punto che rilette anche l’attenzione alle imprese. I risultati della ricerca di Massimo Arnone e Chiara Cavallaro, infatti, provano che in alcune regioni (come la Lombardia e l’Emilia Romagna), le azioni messe in atto dalle Regioni sono state in grado di generare innovazione grazie anche alla presenza di ambiti economici molto attivi e ambienti sociali e istituzionali locali in grado di analizzare correttamente il contesto e promuovere strumenti che hanno fatto raggiungere risultati positivi. E’ possibile arrivare ad una sorta di “cultura d’impresa diffusa”, che aiuta le organizzazioni della produzione e le azioni intraprese per il loro sviluppo. Fatta di elementi tangibili e intangibili, la situazione del contesto territoriale crea da se’ spesso una cultura del produrre che riesce ad utilizzare meglio gli strumenti messi a disposizione dalla Programmazione europea.  In altri casi invece, il quadro complessivo regionale non riesce in questa operazione. Ed è qui che i due autori indicano una dato di fatto ancora presente in Italia, non si nega cioè “il problema del divario tra le regioni del Nord e del Sud Italia”.

Il lavoro di Arnone e Cavallaro è utile per chiarire aspetti della cultura d’impresa che non sono strettamente legati “alla fabbrica” ma che, alla fine, entrano in fabbrica e la possono condizionare.

La complessa strada verso l’innovazione nei territori

Massimo Arnone, Chiara Cavallaro

Sviluppo Locale: Spazio Urbano, Spazio Rurale, Aree Interne, LaborEst n. 11/2015, Mediterranea University of Reggio Calabria

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