Contrattazione aziendale come strumento di cultura d’impresa
La cultura d’impresa cresce anche attraverso nuovi strumenti giuridici che possano rendere più libera ed efficace la gestione dell’impresa stessa. Certo, occorrono misura e moderazione, oltre che rispetto di tutti. Ma ė indubbio che liberare dagli schemi eccessivamente rigidi la creatività dell’imprenditore – e dei suoi collaboratori -, può contribuire, e non poco, alla crescita di un sistema produttivo. È quanto, in Italia, si è provato a fare con le nuove regole sulla contrattazione collettiva e aziendale. Campo d’esplorazione complesso e delicato, quello del diritto del lavoro è certamente uno di quelli da percorrere anche in vista di una migliore e più elevata cultura della produzione e dell’intraprendere. Anche se problemi e incertezze di attuazione non mancano.
Per capire meglio e di più a che punto siamo, è utile leggere “Stato dell’arte e prospettive della contrattazione aziendale in Italia” di Francesco D’Amuri e Cristina Giorgiantonio (del Servizio Struttura economica, Dipartimento di Economia e Statistica, della Banca d’Italia), appena pubblicato e che fornisce due importanti elementi di conoscenza: l’analisi della situazione ad oggi è l’approfondimento di quello che occorre ancora fare.
L’articolo parte da una analisi e discussione delle principali indicazioni della letteratura economica in materia; poi vengono analizzate alcune evidenze circa il ricorso alla contrattazione decentrata in Italia e le esigenze manifestate dalle aziende; successivamente vengono individuate le principali questioni aperte, dal punto di vista “regolamentare” e poi ancora le problematiche relative agli incentivi fiscali per le retribuzioni di produttività. Tutto viene concluso da una comparazione fra vantaggi e svantaggi dell’attuale assetto regolamentare.
Il merito di D’Amuri e Giorgiantonio è prima di tutto uno: scrivere chiaro perché tutti possano comprendere. Poi viene la capacità di analisi tecnica di un tema, come si è detto, complesso e delicato. Analisi che viene condotta anche attraverso figure e schemi utili per il lettore (basta pensare ad una tabella di sintesi dei diversi passi successivi compiuti nella storia delle relazioni industriali in Italia dal ’93 ad oggi).
La conclusione dei due ricercatori è articolata ma indica la possibilità di superare le attuali rigidità e incongruenze per arrivare a migliorare la contrattazione aziendale dei rapporti di lavoro per il bene dell’impresa e dei lavoratori. Un ulteriore salto in avanti della cultura del produrre in Italia.
Stato dell’arte e prospettive della contrattazione aziendale in Italia
Francesco D’Amuri, Cristina Giorgiantonio (Servizio Struttura economica, Dipartimento di Economia e Statistica, Banca d’Italia)
Diritto delle relazioni Industriali Numero 2/XXV – 2015
La cultura d’impresa cresce anche attraverso nuovi strumenti giuridici che possano rendere più libera ed efficace la gestione dell’impresa stessa. Certo, occorrono misura e moderazione, oltre che rispetto di tutti. Ma ė indubbio che liberare dagli schemi eccessivamente rigidi la creatività dell’imprenditore – e dei suoi collaboratori -, può contribuire, e non poco, alla crescita di un sistema produttivo. È quanto, in Italia, si è provato a fare con le nuove regole sulla contrattazione collettiva e aziendale. Campo d’esplorazione complesso e delicato, quello del diritto del lavoro è certamente uno di quelli da percorrere anche in vista di una migliore e più elevata cultura della produzione e dell’intraprendere. Anche se problemi e incertezze di attuazione non mancano.
Per capire meglio e di più a che punto siamo, è utile leggere “Stato dell’arte e prospettive della contrattazione aziendale in Italia” di Francesco D’Amuri e Cristina Giorgiantonio (del Servizio Struttura economica, Dipartimento di Economia e Statistica, della Banca d’Italia), appena pubblicato e che fornisce due importanti elementi di conoscenza: l’analisi della situazione ad oggi è l’approfondimento di quello che occorre ancora fare.
L’articolo parte da una analisi e discussione delle principali indicazioni della letteratura economica in materia; poi vengono analizzate alcune evidenze circa il ricorso alla contrattazione decentrata in Italia e le esigenze manifestate dalle aziende; successivamente vengono individuate le principali questioni aperte, dal punto di vista “regolamentare” e poi ancora le problematiche relative agli incentivi fiscali per le retribuzioni di produttività. Tutto viene concluso da una comparazione fra vantaggi e svantaggi dell’attuale assetto regolamentare.
Il merito di D’Amuri e Giorgiantonio è prima di tutto uno: scrivere chiaro perché tutti possano comprendere. Poi viene la capacità di analisi tecnica di un tema, come si è detto, complesso e delicato. Analisi che viene condotta anche attraverso figure e schemi utili per il lettore (basta pensare ad una tabella di sintesi dei diversi passi successivi compiuti nella storia delle relazioni industriali in Italia dal ’93 ad oggi).
La conclusione dei due ricercatori è articolata ma indica la possibilità di superare le attuali rigidità e incongruenze per arrivare a migliorare la contrattazione aziendale dei rapporti di lavoro per il bene dell’impresa e dei lavoratori. Un ulteriore salto in avanti della cultura del produrre in Italia.
Stato dell’arte e prospettive della contrattazione aziendale in Italia
Francesco D’Amuri, Cristina Giorgiantonio (Servizio Struttura economica, Dipartimento di Economia e Statistica, Banca d’Italia)
Diritto delle relazioni Industriali Numero 2/XXV – 2015