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Cosa accade quando arriva il “lavoro agile”

Una tesi discussa presso l’Università di Padova fa il punto su un aspetto nuovo della gestione aziendale

Lavora nelle “organizzazioni agili”: ultimo traguardo prospettato, in ordine di tempo, per fr evolvere l’impresa verso modelli sempre più efficaci. Meta, tuttavia, solo in apparenza facile da raggiungere, ma che, in realtà, pone più di un tema da risolvere. E’ attorono a quesi argomenti che ragiona Camilla Ruzza con la sua tesi discussa presso il Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno” dell’Università di Padova.

“Nuovi paradigmi organizzativi: le organizzazioni agili” affronta, in particolare, uno degli aspetti più importanti del modello di “organizzazione agile”: la sua applicazione all’interno delle imprese già operative e quindi strutturate secondo altri schemi organizzativi. E cioè, l’analisi dell’impatto di due culture del produrre sostanzialmente di verse quella che Ruzza affronta che, nell’introduzione spiega: “Grazie alle nuove tecnologie, le organizzazioni agili riescono a tramutare le modalità lavorative, aiutando le persone a collaborare, ad accedere alle informazioni più rapidamente e a prendere decisioni più intelligenti. L’osservazione principale è che l’evoluzione tecnologica ha ispirato nuovi approcci organizzativi: espandendo così le nostre capacità e ampliando i nostri orizzonti; permettendo al management di evolvere. (…)”. Il problema, come si è detto, si delinea quando si ceca di “passare da un’organizzazione tradizionale ad un’organizzazione agile”. Perché “costituire un’organizzazione che lavori con i principi agili non è affatto immediato e semplice, soprattutto per quanto riguarda le aziende più anziane dove sono radicate aspettative e abitudini; spesso trovano minori difficoltà, invece, le aziende più giovani”.

Camilla Ruzza sintetizza prima il concetto di “agile come pratica di gestione” (confrontandolo anche con le modalità di gestione tradizionali), per passare poi ad approfondire gli aspetti positivi della “organizzazione agile” e quindi affrontare gli ostacoli e le difficoltà da risolvere nel momento in cui si cerca di cambiare la cultura d’impresa orientandola in modo diverso dal passato.

Scrive Camilla Ruzza nelle conclusioni: “L’introduzione dei nuovi ruoli e modelli operativi comporta sempre il rischio che i soggetti portatori di interesse nell’azienda debbano uscire dalla propria comfort zone non sentendosi a proprio agio nel loro modo di lavorare. La paura di non riuscire a far fronte a queste difficoltà tende a creare il fenomeno della resistenza al cambiamento e questo tipo di resistenza richiede alcune cautele nella gestione”. Un aspetto, questo, che vale non solo per l’attivo delle “organizzazioni agili” in azienda.

Nuovi paradigmi organizzativi: le organizzazioni agili

Camilla Ruzza

Tesi, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno”, Corso di laurea in Economia, 2021

Una tesi discussa presso l’Università di Padova fa il punto su un aspetto nuovo della gestione aziendale

Lavora nelle “organizzazioni agili”: ultimo traguardo prospettato, in ordine di tempo, per fr evolvere l’impresa verso modelli sempre più efficaci. Meta, tuttavia, solo in apparenza facile da raggiungere, ma che, in realtà, pone più di un tema da risolvere. E’ attorono a quesi argomenti che ragiona Camilla Ruzza con la sua tesi discussa presso il Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno” dell’Università di Padova.

“Nuovi paradigmi organizzativi: le organizzazioni agili” affronta, in particolare, uno degli aspetti più importanti del modello di “organizzazione agile”: la sua applicazione all’interno delle imprese già operative e quindi strutturate secondo altri schemi organizzativi. E cioè, l’analisi dell’impatto di due culture del produrre sostanzialmente di verse quella che Ruzza affronta che, nell’introduzione spiega: “Grazie alle nuove tecnologie, le organizzazioni agili riescono a tramutare le modalità lavorative, aiutando le persone a collaborare, ad accedere alle informazioni più rapidamente e a prendere decisioni più intelligenti. L’osservazione principale è che l’evoluzione tecnologica ha ispirato nuovi approcci organizzativi: espandendo così le nostre capacità e ampliando i nostri orizzonti; permettendo al management di evolvere. (…)”. Il problema, come si è detto, si delinea quando si ceca di “passare da un’organizzazione tradizionale ad un’organizzazione agile”. Perché “costituire un’organizzazione che lavori con i principi agili non è affatto immediato e semplice, soprattutto per quanto riguarda le aziende più anziane dove sono radicate aspettative e abitudini; spesso trovano minori difficoltà, invece, le aziende più giovani”.

Camilla Ruzza sintetizza prima il concetto di “agile come pratica di gestione” (confrontandolo anche con le modalità di gestione tradizionali), per passare poi ad approfondire gli aspetti positivi della “organizzazione agile” e quindi affrontare gli ostacoli e le difficoltà da risolvere nel momento in cui si cerca di cambiare la cultura d’impresa orientandola in modo diverso dal passato.

Scrive Camilla Ruzza nelle conclusioni: “L’introduzione dei nuovi ruoli e modelli operativi comporta sempre il rischio che i soggetti portatori di interesse nell’azienda debbano uscire dalla propria comfort zone non sentendosi a proprio agio nel loro modo di lavorare. La paura di non riuscire a far fronte a queste difficoltà tende a creare il fenomeno della resistenza al cambiamento e questo tipo di resistenza richiede alcune cautele nella gestione”. Un aspetto, questo, che vale non solo per l’attivo delle “organizzazioni agili” in azienda.

Nuovi paradigmi organizzativi: le organizzazioni agili

Camilla Ruzza

Tesi, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno”, Corso di laurea in Economia, 2021

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