Accedi all’Archivio online
Esplora l’Archivio online per trovare fonti e materiali. Seleziona la tipologia di supporto documentale che più ti interessa e inserisci le parole chiave della tua ricerca.
    Seleziona una delle seguenti categorie:
  • Documenti
  • Fotografie
  • Disegni e manifesti
  • Audiovisivi
  • Pubblicazioni e riviste
  • Tutti
Assistenza alla consultazione
Per richiedere la consultazione del materiale conservato nell’Archivio Storico e nelle Biblioteche della Fondazione Pirelli al fine di studi e ricerche e conoscere le modalità di utilizzo dei materiali per prestiti e mostre, compila il seguente modulo.
Riceverai una mail di conferma dell'avvenuta ricezione della richiesta e sarai ricontattato.
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Seleziona il grado di istruzione della scuola di appartenenza
Back
Scuola Primaria
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.

Dichiaro di avere preso visione dell’informativa relativa al trattamento dei miei dati personali, e autorizzo la Fondazione Pirelli al trattamento dei miei dati personali per l’invio, anche a mezzo e-mail, di comunicazioni relative ad iniziative/convegni organizzati dalla Fondazione Pirelli..

Back
Scuole secondarie di I grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Scuole secondarie di II grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Università
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Vuoi organizzare un percorso personalizzato con i tuoi studenti? Per informazioni e prenotazioni scrivi a universita@fondazionepirelli.org

Visita la Fondazione
Per informazioni sulle attività della Fondazione e l’accessiblità agli spazi
contattare il numero 0264423971 o scrivere a visite@fondazionepirelli.org

Crescita d’impresa, non solo distretti

Le imprese crescono se trovano “terreno” buono per svilupparsi. Non da sole – ormai -, ma sempre più spesso insieme ad altre. Questione anche di cultura d’impresa che cambia, si fa più complessa, mutevole, adattabile alle circostanze. E spesso, devono essere create condizioni fisiche perché le imprese nascano e si sviluppino. I distretti tecnologici hanno fatto una significativa parte della recente storia industriale moderna, anche in Italia. Ma spesso non bastano.

Uno degli ultimi Occasional Papers di Banca d’Italia dimostra proprio quanto sia complessa l’alchimia che serve per lo sviluppo d’impresa. Distretti tecnologici a parte, appunto.  “Local policies for innovation: the case of technology districts in Italy”, scritto da Federica Bertamino, Raffaello Bronzini, Marco De Maggio e Davide Revelli  analizza infatti gli effetti della politica regionale che ha dato vita ai distretti tecnologici, avviata in Italia nell’ultimo decennio con l’obiettivo di favorire l’innovazione e quindi la crescita di imprese.

Gli autori hanno esaminato prima le caratteristiche dei distretti tecnologici e delle imprese che ne fanno parte, e successivamente valutato i risultati delle imprese “distrettuali”. Nel testo, quindi, dopo un inquadramento teorico, è presente una puntuale disamina di 29 distretti sorti nel nostro Paese e collocati in 18 Regioni (sono escluse le Marche e la Valle d’Aosta), che nel tempo hanno coinvolto 2.298 imprese.

Dal lavoro emerge come nelle regioni meridionali siano stati creati più distretti tecnologici che nel resto del Paese, ma che questi siano più piccoli, meno diversificati settorialmente e più distanti dalla struttura economica della Regione. Oltre a questo, i ricercatori ha rilevato che nel complesso, prima della nascita di un distretto le imprese che poi vi hanno aderito erano in media più grandi, innovative e redditizie di quelle appartenenti alla stessa area e settore che non vi hanno aderito.

Ma emerge un dato: “Dopo la nascita del distretto – viene spiegato -, la performance delle imprese distrettuali non si è differenziata significativamente da quella di imprese simili non appartenenti a un distretto”. Una condizione colta dai numeri che equivale a dire come non bastino condizioni create dall’alto per far scattare la molla della crescita e dello sviluppo ma che, invece, imprenditorialità diffusa, reti d’impresa informali e capacità di organizzare la produzione siano determinanti al di là della presenza di distretti tecnologici.

Il lavoro di Bertamino, Bronzini, De Maggio e Revelli spiega con efficacia quanto può accadere.

Local policies for innovation: the case of technology districts in Italy 

Politiche locali per l’innovazione: il caso dei distretti tecnologici in Italia

Federica Bertamino, Raffaello Bronzini, Marco De Maggio, Davide Revelli

Occasional Papers Banca d’Italia, n 313, Febbraio 2016

Le imprese crescono se trovano “terreno” buono per svilupparsi. Non da sole – ormai -, ma sempre più spesso insieme ad altre. Questione anche di cultura d’impresa che cambia, si fa più complessa, mutevole, adattabile alle circostanze. E spesso, devono essere create condizioni fisiche perché le imprese nascano e si sviluppino. I distretti tecnologici hanno fatto una significativa parte della recente storia industriale moderna, anche in Italia. Ma spesso non bastano.

Uno degli ultimi Occasional Papers di Banca d’Italia dimostra proprio quanto sia complessa l’alchimia che serve per lo sviluppo d’impresa. Distretti tecnologici a parte, appunto.  “Local policies for innovation: the case of technology districts in Italy”, scritto da Federica Bertamino, Raffaello Bronzini, Marco De Maggio e Davide Revelli  analizza infatti gli effetti della politica regionale che ha dato vita ai distretti tecnologici, avviata in Italia nell’ultimo decennio con l’obiettivo di favorire l’innovazione e quindi la crescita di imprese.

Gli autori hanno esaminato prima le caratteristiche dei distretti tecnologici e delle imprese che ne fanno parte, e successivamente valutato i risultati delle imprese “distrettuali”. Nel testo, quindi, dopo un inquadramento teorico, è presente una puntuale disamina di 29 distretti sorti nel nostro Paese e collocati in 18 Regioni (sono escluse le Marche e la Valle d’Aosta), che nel tempo hanno coinvolto 2.298 imprese.

Dal lavoro emerge come nelle regioni meridionali siano stati creati più distretti tecnologici che nel resto del Paese, ma che questi siano più piccoli, meno diversificati settorialmente e più distanti dalla struttura economica della Regione. Oltre a questo, i ricercatori ha rilevato che nel complesso, prima della nascita di un distretto le imprese che poi vi hanno aderito erano in media più grandi, innovative e redditizie di quelle appartenenti alla stessa area e settore che non vi hanno aderito.

Ma emerge un dato: “Dopo la nascita del distretto – viene spiegato -, la performance delle imprese distrettuali non si è differenziata significativamente da quella di imprese simili non appartenenti a un distretto”. Una condizione colta dai numeri che equivale a dire come non bastino condizioni create dall’alto per far scattare la molla della crescita e dello sviluppo ma che, invece, imprenditorialità diffusa, reti d’impresa informali e capacità di organizzare la produzione siano determinanti al di là della presenza di distretti tecnologici.

Il lavoro di Bertamino, Bronzini, De Maggio e Revelli spiega con efficacia quanto può accadere.

Local policies for innovation: the case of technology districts in Italy 

Politiche locali per l’innovazione: il caso dei distretti tecnologici in Italia

Federica Bertamino, Raffaello Bronzini, Marco De Maggio, Davide Revelli

Occasional Papers Banca d’Italia, n 313, Febbraio 2016

CIAO, COME POSSO AIUTARTI?