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Cultura del lavoro

Appena pubblicato un libro che cerca di unire buona impresa e buona attività lavorativa, organizzazione della produzione e persone

Cultura del produrre e cultura del lavorare. Entrambe senza limiti, ma da coltivare con misura e avvedutezza. Culture responsabili, dunque. Che possono far del bene anche ben al di là dei loro perimetri consueti d’azione. Culture che, tuttavia, vanno ben assimilate e prima ancora comprese per coglierne tutti gli aspetti possibili. E’ quanto hanno cercato di fare – sul fronte del lavoro – Eva Giudicatti (consulente ed esperta di culture organizzative) e Marco Grazioli (presidente di The European House-Ambrosetti) nell’interessante libro “Il lavoro non ha età. Stili vocazionali e leadership in azione” appena pubblicato.

La base del ragionamento di Giudicatti (sostenuto da una serie di contributi di Grazioli) è la constatazione, come recita anche il titolo del libro, che il lavoro non ha età e che la sua motivazione non dipende dall’età anagrafica ma da molteplici fattori biografici e culturali, combinati al legame tra il singolo e l’organizzazione. Alchimia particolare, dunque, quella che avvicina prima e combina poi la persona all’impresa per tramite, appunto, del lavoro. I due ne esplorano caratteristiche e tendenze per arrivare così ad individuare 8 stili di approccio al lavoro a loro volta espressione di differenti assetti motivazionali. Vengono così messi a punto dei modelli che possono fornire a chi legge “occhiali” particolari con i quali mettere a fuoco comportamenti, scelte e aspettative dei lavoratori. Modelli che, tra l’altro, paiono più che utili in un periodo complesso e incerto come quello che si sta attraversando.

Nel dettaglio, il libro inizia con una istantanea delle relazioni tra lavoro e organizzazioni per poi proseguire con una serie di approfondimenti delle motivazioni al lavoro e quindi arrivare ad analizzare gli stili di lavoro attualmente presenti (con attenzione particolare all’Italia). Si arriva così all’indicazione degli 8 stili lavorativi, ognuno individuato da nomi evocativi e non consueti che ne caratterizzano tratti e contenuti. Nomi che vale la pena riportare: “Eroi in tutte le stagioni”, “Salvatori del mondo”, “Ingegneri sociali”, “Artigiani del possibile”, “Controllori della sorte”, “Seminatori di abbondanza”, “Maghi dell’organizzazione”, “Guerrieri della conoscenza”.

Tutto, nel libro di Giudicatti (e Grazioli), serve per dimostrare quanta cura occorra nel mettere mano alla costruzione di proficui (non solo dal punto  di vista economico) rapporti di lavoro. Leggere il libro che racconta di questo intento, non è sempre facile e lineare, ma è certamente utile. Per tutti.

Il lavoro non ha età. Stili vocazionali e leadership in azione

Eva Giudicatti

Guerini Next, 2021

Appena pubblicato un libro che cerca di unire buona impresa e buona attività lavorativa, organizzazione della produzione e persone

Cultura del produrre e cultura del lavorare. Entrambe senza limiti, ma da coltivare con misura e avvedutezza. Culture responsabili, dunque. Che possono far del bene anche ben al di là dei loro perimetri consueti d’azione. Culture che, tuttavia, vanno ben assimilate e prima ancora comprese per coglierne tutti gli aspetti possibili. E’ quanto hanno cercato di fare – sul fronte del lavoro – Eva Giudicatti (consulente ed esperta di culture organizzative) e Marco Grazioli (presidente di The European House-Ambrosetti) nell’interessante libro “Il lavoro non ha età. Stili vocazionali e leadership in azione” appena pubblicato.

La base del ragionamento di Giudicatti (sostenuto da una serie di contributi di Grazioli) è la constatazione, come recita anche il titolo del libro, che il lavoro non ha età e che la sua motivazione non dipende dall’età anagrafica ma da molteplici fattori biografici e culturali, combinati al legame tra il singolo e l’organizzazione. Alchimia particolare, dunque, quella che avvicina prima e combina poi la persona all’impresa per tramite, appunto, del lavoro. I due ne esplorano caratteristiche e tendenze per arrivare così ad individuare 8 stili di approccio al lavoro a loro volta espressione di differenti assetti motivazionali. Vengono così messi a punto dei modelli che possono fornire a chi legge “occhiali” particolari con i quali mettere a fuoco comportamenti, scelte e aspettative dei lavoratori. Modelli che, tra l’altro, paiono più che utili in un periodo complesso e incerto come quello che si sta attraversando.

Nel dettaglio, il libro inizia con una istantanea delle relazioni tra lavoro e organizzazioni per poi proseguire con una serie di approfondimenti delle motivazioni al lavoro e quindi arrivare ad analizzare gli stili di lavoro attualmente presenti (con attenzione particolare all’Italia). Si arriva così all’indicazione degli 8 stili lavorativi, ognuno individuato da nomi evocativi e non consueti che ne caratterizzano tratti e contenuti. Nomi che vale la pena riportare: “Eroi in tutte le stagioni”, “Salvatori del mondo”, “Ingegneri sociali”, “Artigiani del possibile”, “Controllori della sorte”, “Seminatori di abbondanza”, “Maghi dell’organizzazione”, “Guerrieri della conoscenza”.

Tutto, nel libro di Giudicatti (e Grazioli), serve per dimostrare quanta cura occorra nel mettere mano alla costruzione di proficui (non solo dal punto  di vista economico) rapporti di lavoro. Leggere il libro che racconta di questo intento, non è sempre facile e lineare, ma è certamente utile. Per tutti.

Il lavoro non ha età. Stili vocazionali e leadership in azione

Eva Giudicatti

Guerini Next, 2021

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