Cultura del produrre e cultura dell’apprendere
Lo smart working analizzato da due punti di vista che diventano complementari
Lavorare da casa, studiare da casa. Nuove forme di organizzazione d’impresa e della formazione che stanno cambiando gli assetti di fabbriche, uffici e scuole. Cambiamento anche di cultura – del produrre e dell’apprendere -, che deve essere compreso a fondo, oltre che reso concreto nella quotidianità. “PCTO per l’acquisizione di competenze di smart working” – ricerca condotta da Gennaro Iaccarino, Lucia Bartoli, Ilenia Fronza e Luis Corral -, cerca di unire gli strumenti e le regole dello smart working aziendale con quelle della formazione scolastica attraverso un’esperienza di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) basata su simulazione d’impresa, ma fortemente orientata all’acquisizione di competenze dello stesso smart working.
Gli autori sono partiti dall’analisi delle richieste del mondo del lavoro e hanno esaminato in particolare quali fossero le competenze necessarie a rendere il lavoro “smart”. Successivamente, la ricerca ha analizzato gli esiti di un progetto di simulazione d’impresa sviluppato in una classe terminale di un istituto tecnico di secondo grado. Un modo per verificare la bontà di un percorso di PCTO che, appunto, preveda obiettivi innovativi in grado di tenere conto dei cambiamenti rapidi in atto nel mondo del lavoro e della produzione.
Dopo aver messo a fuoco il concetto di smart working, gli autori approfondiscono le relazioni tra “competenze digitali e scuola” per passare poi alla simulazione di un’impresa in smart working condotta con gli studenti.
Nelle conclusioni gli autori compiono una saldatura tra condizioni attuali in cui si svolge lo smart working e ruolo della formazione scolastica: “Come tutti i cambiamenti repentini e non programmati, lo smart working ha posto anche una serie di problemi e di difficoltà che poco per volta bisognerà affrontare se, come sembra, questa nuova modalità entrerà a far parte della normalità per molti lavoratori. Il tema dello smart working dovrà essere affrontato dal legislatore con
una cura maggiore di quanto sia avvenuto finora; sindacati, imprese e lavoratori dovranno confrontarsi ampiamente sui diversi nodi problematici, per arrivare a soluzioni condivise e convincenti. La scuola, a sua volta, dovrà contribuire a sviluppare negli studenti le competenze necessarie ad entrare in questa nuova mentalità, senza dimenticare però l’obiettivo di formare cittadini dotati di spirito critico e di intraprendenza, e non semplici esecutori, indotti ad adattarsi supinamente a tutte le richieste delle aziende e del mercato”.
PCTO per l’acquisizione di competenze di smart working
Gennaro Iaccarino, Lucia Bartoli, Ilenia Fronza, Luis Corral
Lo smart working analizzato da due punti di vista che diventano complementari
Lavorare da casa, studiare da casa. Nuove forme di organizzazione d’impresa e della formazione che stanno cambiando gli assetti di fabbriche, uffici e scuole. Cambiamento anche di cultura – del produrre e dell’apprendere -, che deve essere compreso a fondo, oltre che reso concreto nella quotidianità. “PCTO per l’acquisizione di competenze di smart working” – ricerca condotta da Gennaro Iaccarino, Lucia Bartoli, Ilenia Fronza e Luis Corral -, cerca di unire gli strumenti e le regole dello smart working aziendale con quelle della formazione scolastica attraverso un’esperienza di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) basata su simulazione d’impresa, ma fortemente orientata all’acquisizione di competenze dello stesso smart working.
Gli autori sono partiti dall’analisi delle richieste del mondo del lavoro e hanno esaminato in particolare quali fossero le competenze necessarie a rendere il lavoro “smart”. Successivamente, la ricerca ha analizzato gli esiti di un progetto di simulazione d’impresa sviluppato in una classe terminale di un istituto tecnico di secondo grado. Un modo per verificare la bontà di un percorso di PCTO che, appunto, preveda obiettivi innovativi in grado di tenere conto dei cambiamenti rapidi in atto nel mondo del lavoro e della produzione.
Dopo aver messo a fuoco il concetto di smart working, gli autori approfondiscono le relazioni tra “competenze digitali e scuola” per passare poi alla simulazione di un’impresa in smart working condotta con gli studenti.
Nelle conclusioni gli autori compiono una saldatura tra condizioni attuali in cui si svolge lo smart working e ruolo della formazione scolastica: “Come tutti i cambiamenti repentini e non programmati, lo smart working ha posto anche una serie di problemi e di difficoltà che poco per volta bisognerà affrontare se, come sembra, questa nuova modalità entrerà a far parte della normalità per molti lavoratori. Il tema dello smart working dovrà essere affrontato dal legislatore con
una cura maggiore di quanto sia avvenuto finora; sindacati, imprese e lavoratori dovranno confrontarsi ampiamente sui diversi nodi problematici, per arrivare a soluzioni condivise e convincenti. La scuola, a sua volta, dovrà contribuire a sviluppare negli studenti le competenze necessarie ad entrare in questa nuova mentalità, senza dimenticare però l’obiettivo di formare cittadini dotati di spirito critico e di intraprendenza, e non semplici esecutori, indotti ad adattarsi supinamente a tutte le richieste delle aziende e del mercato”.
PCTO per l’acquisizione di competenze di smart working
Gennaro Iaccarino, Lucia Bartoli, Ilenia Fronza, Luis Corral