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Cultura della sostenibilità per manager avveduti

Un libro spiega quanto debbano cambiare i Ceo di fronte alle nuove esigenze dei mercati e dei consumatori

 

Persone e non macchine. Vecchia sfida, quella del macchinismo avverso ad un umanesimo industriale che, a ben vedere, riafferma sempre il suo valore. Sfida, che, comunque, viene continuamente rinnovata e declinata magari in forme diverse dalle precedenti. E che oggi assume anche i connotati della ricerca di una più forte sensibilità nei confronti della compatibilità ambientale e sociale del fare impresa. Condizione della quale imprenditori e manager  avveduti devono tenere conto.

E’ attorno a questi argomenti che ragionano Gabriele Ghini , Stefania Micaela Vitulli e Alessandro Detto con il loro “Ceo branding nella reputation economy” appena pubblicato.

L’idea di base dalla quale partono gli autori, è il ruolo importante della presenza di cittadini e consumatori dai propositi etici oltre che della “chiamata alla leadership” che le generazioni Z e Light Millennials invocano nei confronti delle aziende (e dei loro marchi). In altri termini, è sempre più vera la constatazione che il successo di un’azienda sul mercato si costruisce partendo dalla capacità di questa di condensare  influenza, credibilità e carisma in un tratto umano che sia contemporaneamente globale e locale. Un obiettivo certamente complesso da raggiungere, ma ormai divenuto determinante per la sopravvivenza (e la crescita) di molte imprese.

E’ in questo ambito che assumono più importanza di prima i Ceo, figure che per contribuire alla conquista di uno spazio reputazionale solido per la propria marca di riferimento, devono – è la tesi del libro -, sapersi trasformare da seduttori a pionieri. Perché sono le aziende, e non più solo le ONG o i partiti, ad essere viste come motore del cambiamento sostenibile.

Il libro può essere letto come un sintetico manuale per Ceo, ma anche come una raccolta di esperienza concrete. Lo sviluppo di queste tesi viene infatti prima affrontato dal punto di vista teorico e poi attraverso le testimonianze di quindici Ceo che raccontano come hanno colto la sfida con una visione strategica e adattiva. Oltre a tutto questo, due ricerche sul campo mostrano alcuni dei punti-chiave utili per definire le strategie di risposta ai mercati.

Il libro di Ghini, Vitulli e Detto si fa leggere e, soprattutto in questo caso, è davvero una buona guida per chi deve gestire le aziende alle prese con il cambiamento continuo.

Ceo branding nella reputation economy

Gabriele Ghini , Stefania Micaela Vitulli, Alessandro Detto

Egea, 2021

Un libro spiega quanto debbano cambiare i Ceo di fronte alle nuove esigenze dei mercati e dei consumatori

 

Persone e non macchine. Vecchia sfida, quella del macchinismo avverso ad un umanesimo industriale che, a ben vedere, riafferma sempre il suo valore. Sfida, che, comunque, viene continuamente rinnovata e declinata magari in forme diverse dalle precedenti. E che oggi assume anche i connotati della ricerca di una più forte sensibilità nei confronti della compatibilità ambientale e sociale del fare impresa. Condizione della quale imprenditori e manager  avveduti devono tenere conto.

E’ attorno a questi argomenti che ragionano Gabriele Ghini , Stefania Micaela Vitulli e Alessandro Detto con il loro “Ceo branding nella reputation economy” appena pubblicato.

L’idea di base dalla quale partono gli autori, è il ruolo importante della presenza di cittadini e consumatori dai propositi etici oltre che della “chiamata alla leadership” che le generazioni Z e Light Millennials invocano nei confronti delle aziende (e dei loro marchi). In altri termini, è sempre più vera la constatazione che il successo di un’azienda sul mercato si costruisce partendo dalla capacità di questa di condensare  influenza, credibilità e carisma in un tratto umano che sia contemporaneamente globale e locale. Un obiettivo certamente complesso da raggiungere, ma ormai divenuto determinante per la sopravvivenza (e la crescita) di molte imprese.

E’ in questo ambito che assumono più importanza di prima i Ceo, figure che per contribuire alla conquista di uno spazio reputazionale solido per la propria marca di riferimento, devono – è la tesi del libro -, sapersi trasformare da seduttori a pionieri. Perché sono le aziende, e non più solo le ONG o i partiti, ad essere viste come motore del cambiamento sostenibile.

Il libro può essere letto come un sintetico manuale per Ceo, ma anche come una raccolta di esperienza concrete. Lo sviluppo di queste tesi viene infatti prima affrontato dal punto di vista teorico e poi attraverso le testimonianze di quindici Ceo che raccontano come hanno colto la sfida con una visione strategica e adattiva. Oltre a tutto questo, due ricerche sul campo mostrano alcuni dei punti-chiave utili per definire le strategie di risposta ai mercati.

Il libro di Ghini, Vitulli e Detto si fa leggere e, soprattutto in questo caso, è davvero una buona guida per chi deve gestire le aziende alle prese con il cambiamento continuo.

Ceo branding nella reputation economy

Gabriele Ghini , Stefania Micaela Vitulli, Alessandro Detto

Egea, 2021

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