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Cultura d’impresa che decide e innova

Il dilemma di decidere per il meglio dell’azienda, dell’impresa e di chi vi lavora  è comune a tutte le organizzazioni produttive. Occorre avere capacità previsionale, grande conoscenza delle proprie forze, accurate informazioni sull’ambiente economico e sociale che può condizionare le dinamiche aziendali. Ciò che conta, però, è anche il tipo di cultura organizzativa presente all’interno della struttura, la sua storia, le sue dinamiche. Tutto questo, poi, è determinante nel momento in cui la scelta ha come oggetto l’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito produttivo.

Per capire meglio, serve leggere “New technology adoption: embracing cultural influences”  di Debra J. Borkovich (Robert Morris University), Jennifer Breese-Vitelli (Middle GA State University), e Robert Joseph Skovira (Robert Morris University) appena pubblicato su Issues in Information Systems.

L’articolo – circa dieci pagine scritte con uno stile piano -, ha proprio l’obiettivo di comprendere, con un approccio pragmatico, come e perché la cultura organizzativa influenza la adozione con  successo delle nuove tecnologie in un’impresa. Il ragionamento, quindi,  parte dalla constatazione che per mantenere una competitività  globale in una società virtuale ormai senza confini, tutte le organizzazioni  devono affrontare la decisione se convertire i sistemi aziendali attuali alle nuove tecnologie innovative, oppure se modificare, aggiornare o migliorare le tecnologie esistenti per mantenere lo status quo in attesa della successiva diffusione di strumenti e prodotti ancora più agili, potenti, onnicomprensivi e all’avanguardia. A questi grandi interrogativi, gli autori affiancano particolari aspetti di organizzazione aziendale. Tutto, inoltre, viene sintetizzato in una serie di schemi che aiutano la lettura e la comprensione. Il successo delle nuove tecnologie, passa per una cultura d’impresa attenta, secondo i tre autori, ad almeno otto aspetti: i risultati economici, l’organizzazione tecnica, la flessibilità delle conoscenze, la creazione di un ambiente friendly, un linguaggio chiaro,la capacità di cambiare le proprie motivazioni, la presenza di più canali di trasferimento tecnologico, il supporto di manager con esperienza. Contano, inoltre, presenza e attività di un “capo” e il messaggio che questi è in grado di dare, così come quella di un gruppo di lavoro in grado di far scattare meccanismi cognitivi e relazionali efficaci e costruttivi.

“New technology adoption: embracing cultural influences” è una buona lettura, che fornisce uno schema chiaro on cui interpretare la realtà d’impresa.

New technology adoption: embracing cultural influences 

Debra J. Borkovich (Robert Morris University), Jennifer Breese-Vitelli (Middle GA State University),. Robert Joseph Skovira (Robert Morris University)

Issues in Information Systems Volume 16, Issue III, pp. 138-147, 2015

Il dilemma di decidere per il meglio dell’azienda, dell’impresa e di chi vi lavora  è comune a tutte le organizzazioni produttive. Occorre avere capacità previsionale, grande conoscenza delle proprie forze, accurate informazioni sull’ambiente economico e sociale che può condizionare le dinamiche aziendali. Ciò che conta, però, è anche il tipo di cultura organizzativa presente all’interno della struttura, la sua storia, le sue dinamiche. Tutto questo, poi, è determinante nel momento in cui la scelta ha come oggetto l’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito produttivo.

Per capire meglio, serve leggere “New technology adoption: embracing cultural influences”  di Debra J. Borkovich (Robert Morris University), Jennifer Breese-Vitelli (Middle GA State University), e Robert Joseph Skovira (Robert Morris University) appena pubblicato su Issues in Information Systems.

L’articolo – circa dieci pagine scritte con uno stile piano -, ha proprio l’obiettivo di comprendere, con un approccio pragmatico, come e perché la cultura organizzativa influenza la adozione con  successo delle nuove tecnologie in un’impresa. Il ragionamento, quindi,  parte dalla constatazione che per mantenere una competitività  globale in una società virtuale ormai senza confini, tutte le organizzazioni  devono affrontare la decisione se convertire i sistemi aziendali attuali alle nuove tecnologie innovative, oppure se modificare, aggiornare o migliorare le tecnologie esistenti per mantenere lo status quo in attesa della successiva diffusione di strumenti e prodotti ancora più agili, potenti, onnicomprensivi e all’avanguardia. A questi grandi interrogativi, gli autori affiancano particolari aspetti di organizzazione aziendale. Tutto, inoltre, viene sintetizzato in una serie di schemi che aiutano la lettura e la comprensione. Il successo delle nuove tecnologie, passa per una cultura d’impresa attenta, secondo i tre autori, ad almeno otto aspetti: i risultati economici, l’organizzazione tecnica, la flessibilità delle conoscenze, la creazione di un ambiente friendly, un linguaggio chiaro,la capacità di cambiare le proprie motivazioni, la presenza di più canali di trasferimento tecnologico, il supporto di manager con esperienza. Contano, inoltre, presenza e attività di un “capo” e il messaggio che questi è in grado di dare, così come quella di un gruppo di lavoro in grado di far scattare meccanismi cognitivi e relazionali efficaci e costruttivi.

“New technology adoption: embracing cultural influences” è una buona lettura, che fornisce uno schema chiaro on cui interpretare la realtà d’impresa.

New technology adoption: embracing cultural influences 

Debra J. Borkovich (Robert Morris University), Jennifer Breese-Vitelli (Middle GA State University),. Robert Joseph Skovira (Robert Morris University)

Issues in Information Systems Volume 16, Issue III, pp. 138-147, 2015

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