Cultura d’impresa del terzo settore
Una tesi presentata alla Sapienza ragiona sui legami fra cambiamenti nella struttura e del mercato del lavoro ed economia sociale
L’impresa e l’occupazione cambiano con il mutare delle tecnologie a disposizione. Assunto fondamentale e, in apparenza, elementare, in realtà il legame fra impresa, occupazione e tecnica nasconde problemi importanti e implica un continuo cambio anche della cultura del produrre. La complessità delle relazioni fra questi elementi è grande. E va indagata con cautela e attenzione. È ciò che ha provato a fare guardando ad una parte della questione, Federico Fiorelli con la sua ricerca di dottorato in Sociologia e Sceinze sociali presentata all’Università di “La Sapienza”.
“Verso una nuova economia sociale. Il ruolo del Terzo Settore nel riassorbimento della disoccupazione tecnologica e nella soddisfazione dei nuovi bisogni sociali in Italia” è un lavoro complesso che tenta di mettere in relazione l’evoluzione dell’attuale sistema industriale con le potenzialità occupazionali offerte dal terzo settore. Con maggior precisione, Fiorelli spiega l’intento è quello di “analizzare il legame che intercorre tra l’evoluzione della società capitalista, osservando principalmente il mutamento dei bisogni sociali, e gli effetti occupazionali dovuti al cambiamento tecnologico”. Il cambiamento dell’occupazione, secondo l’autore, può essere contrastato nei suoi effetti negativi pensando ad una “maggiore ibridazione tra l’attuale struttura del mercato capitalista (terziarizzata, globale e digitalizzata) e il terzo settore”. E ancora: il terzo settore non viene “analizzato come una pericolosa anomalia del sistema economico che interviene nel caso in cui sussistano dei fallimenti del mercato”. Al contrario è visto “come un possibile contributo all’evoluzione dell’impalcatura economica dinnanzi al manifestarsi di nuovi e profondi mutamenti sociali. Il mercato e il terzo settore non rappresentano due poli opposti ma, al contrario, due fasi di uno stesso processo che parte da una dimensione materiale per evolversi verso una dimensione che nella produzione è sempre più virtuale e nella distribuzione sempre più relazionale”. Culture d’impresa diverse eppure simili, che si compenetrano, che svolgono funzioni complementari.
Il percorso di Fiorelli segue una sentiero classico. Prima di tutto un inquadramento dei collegamenti fra i metodi di studio della società e il metodo di produzione industriale; poi un approfondimento dell’evoluzione storica e organizzativa degli spazi di produzione, delle tecnologie e dei metodi di produzione; infine l’esame delle relazioni fra terzo settore e mercato del lavoro.
Scrive verso la fine del suo lavoro Fiorelli: “Da un punto di vista globale la disoccupazione tecnologica diviene l’effetto di un mercato non sempre in grado di soddisfare i bisogni sociali degli individui. Imporre nuovi bisogni materiali e ricorrere alle tecnologie per ridurre i prezzi dei beni di consumo, anche quando quest’ultimi rappresentano ‘l’incarnazione del superfluo’, comporta continui e imprevedibili mutamenti della struttura occupazionale”. Fiorelli quindi conclude spiegando che “la crescita delle unità produttive che operano nell’economia sociale determina la possibilità di ricostruire un rapporto tra efficienza economica e sostenibilità sociale. Il cambiamento tecnologico richiede un capitale umano maggiormente formato rispetto al passato così come il cambiamento della domanda di bisogni sociali richiede la produzione di nuovi beni di natura relazionale. Rispondere attivamente a questi cambiamenti significa riconoscere l’importanza di un’ibridazione dell’economia di mercato”.
Quanto scritto da Federico Fiorelli non è sempre di facile approccio, ma fa pensare e quindi rappresenta un’utile lettura.
Verso una nuova economia sociale. Il ruolo del Terzo Settore nel riassorbimento della disoccupazione tecnologica e nella soddisfazione dei nuovi bisogni sociali in Italia
Federico Fiorelli
Tesi di dottorato, Università di Roma “La Sapienza” Dipartimento di scienze sociali ed economiche, Corso di Dottorato in Sociologia e Scienze Sociali Applicate (SESSA) XXIX Ciclo, 2017
Verso una nuova economia sociale.
Una tesi presentata alla Sapienza ragiona sui legami fra cambiamenti nella struttura e del mercato del lavoro ed economia sociale
L’impresa e l’occupazione cambiano con il mutare delle tecnologie a disposizione. Assunto fondamentale e, in apparenza, elementare, in realtà il legame fra impresa, occupazione e tecnica nasconde problemi importanti e implica un continuo cambio anche della cultura del produrre. La complessità delle relazioni fra questi elementi è grande. E va indagata con cautela e attenzione. È ciò che ha provato a fare guardando ad una parte della questione, Federico Fiorelli con la sua ricerca di dottorato in Sociologia e Sceinze sociali presentata all’Università di “La Sapienza”.
“Verso una nuova economia sociale. Il ruolo del Terzo Settore nel riassorbimento della disoccupazione tecnologica e nella soddisfazione dei nuovi bisogni sociali in Italia” è un lavoro complesso che tenta di mettere in relazione l’evoluzione dell’attuale sistema industriale con le potenzialità occupazionali offerte dal terzo settore. Con maggior precisione, Fiorelli spiega l’intento è quello di “analizzare il legame che intercorre tra l’evoluzione della società capitalista, osservando principalmente il mutamento dei bisogni sociali, e gli effetti occupazionali dovuti al cambiamento tecnologico”. Il cambiamento dell’occupazione, secondo l’autore, può essere contrastato nei suoi effetti negativi pensando ad una “maggiore ibridazione tra l’attuale struttura del mercato capitalista (terziarizzata, globale e digitalizzata) e il terzo settore”. E ancora: il terzo settore non viene “analizzato come una pericolosa anomalia del sistema economico che interviene nel caso in cui sussistano dei fallimenti del mercato”. Al contrario è visto “come un possibile contributo all’evoluzione dell’impalcatura economica dinnanzi al manifestarsi di nuovi e profondi mutamenti sociali. Il mercato e il terzo settore non rappresentano due poli opposti ma, al contrario, due fasi di uno stesso processo che parte da una dimensione materiale per evolversi verso una dimensione che nella produzione è sempre più virtuale e nella distribuzione sempre più relazionale”. Culture d’impresa diverse eppure simili, che si compenetrano, che svolgono funzioni complementari.
Il percorso di Fiorelli segue una sentiero classico. Prima di tutto un inquadramento dei collegamenti fra i metodi di studio della società e il metodo di produzione industriale; poi un approfondimento dell’evoluzione storica e organizzativa degli spazi di produzione, delle tecnologie e dei metodi di produzione; infine l’esame delle relazioni fra terzo settore e mercato del lavoro.
Scrive verso la fine del suo lavoro Fiorelli: “Da un punto di vista globale la disoccupazione tecnologica diviene l’effetto di un mercato non sempre in grado di soddisfare i bisogni sociali degli individui. Imporre nuovi bisogni materiali e ricorrere alle tecnologie per ridurre i prezzi dei beni di consumo, anche quando quest’ultimi rappresentano ‘l’incarnazione del superfluo’, comporta continui e imprevedibili mutamenti della struttura occupazionale”. Fiorelli quindi conclude spiegando che “la crescita delle unità produttive che operano nell’economia sociale determina la possibilità di ricostruire un rapporto tra efficienza economica e sostenibilità sociale. Il cambiamento tecnologico richiede un capitale umano maggiormente formato rispetto al passato così come il cambiamento della domanda di bisogni sociali richiede la produzione di nuovi beni di natura relazionale. Rispondere attivamente a questi cambiamenti significa riconoscere l’importanza di un’ibridazione dell’economia di mercato”.
Quanto scritto da Federico Fiorelli non è sempre di facile approccio, ma fa pensare e quindi rappresenta un’utile lettura.
Verso una nuova economia sociale. Il ruolo del Terzo Settore nel riassorbimento della disoccupazione tecnologica e nella soddisfazione dei nuovi bisogni sociali in Italia
Federico Fiorelli
Tesi di dottorato, Università di Roma “La Sapienza” Dipartimento di scienze sociali ed economiche, Corso di Dottorato in Sociologia e Scienze Sociali Applicate (SESSA) XXIX Ciclo, 2017