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Cultura d’impresa e innovazione al Sud

L’economia meridionale contiene esempi importanti di aziende capaci di innovare e guardare oltre gli stereotipi che delineano un Mezzogiorno arretrato e fermo

 

Molti problemi, ma anche molte energie e capacità. Indici di una cultura del produrre che, nonostante tutto, rimane viva e dinamica, forte. La comprensione della natura e dello stato di un sistema industriale, passa anche dall’analisi attenta della situazione delle imprese nelle aree – apparentemente – più in difficoltà. E’ il caso del Mezzogiorno d’Italia che la fotografia approfondita scattata dall’intervento “Il ruolo delle filiere produttive meridionali: verso una nuova cultura d’impresa” scritto da Salvio Capasso e Autilia Cozzolino (dello SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Napoli), riesce bene a descrivere.

La ricerca, presentata nell’ambito della XL Conferenza Italiana di Scienze Regionali, parte ovviamente dalla constatazione che l’economia meridionale rispetto al resto dell’Italia ha ancora molto da recuperare: sussistono alcune criticità che ne rallentano la ripresa rispetto ai livelli pre-crisi alimentando le distanze dalle altre aree del Paese. Ma dietro la realtà che appare, si può scorgere – nonostante le debolezze strutturali e storiche del sistema industriale meridionale e, nonostante il calo evidente della domanda interna ed i suoi effetti sulla produttività delle imprese -, un nucleo, non piccolo, di imprese dinamiche e di successo, innovative, dedite alla ricerca e all’internazionalizzazione, capaci di usare bene la formazione e le tecniche di produzione compatibili con l’ambiente. “Tutti elementi indispensabili – spiegano i due autori -, per cavalcare l’onda della quarta rivoluzione industriale”.

L’indagine di Capasso e Cozzolino, quindi, si dedica all’approfondimento non solo delle condizioni generali dell’economia e della produzione nel meridione d’Italia, ma anche delle situazioni “diverse” dall’immagine comune del Sud. Per farlo, i due ricercatori prendono in considerazione pressoché tutti gli elementi indicativi dell’economia e concludono scrivendo: “Il tessuto produttivo meridionale risulta variegato. Vi sono infatti realtà produttive innovative e competitive che raccontano un Mezzogiorno molto diverso da quell’immagine negativa che emerge spesso dalle medie statistiche”. E poi: “Le eccellenze, ovvero le imprese con attività dinamiche estese e integrate, sono relativamente rare nel Mezzogiorno, ma i soggetti con investimenti in azioni dinamiche -in particolare nel campo dell’Innovazione e della Ricerca singolarmente – sono numerosi: si tratta di azioni ancora non integrate e fragili con frequenti discontinuità nell’adozione delle strategie, ma rappresentano pur sempre un primo passo verso una strategia completa di sviluppo e come tali rappresentano caratteri di interesse su cui potrebbe utilmente impegnarsi una politica mirata”.

L’indagine di Capasso e Cozzolino racconta quindi il delinearsi di una cultura d’impresa del Mezzogiorno che per certi versi può apparire una sorpresa, ma che in realtà è radicata seppur ancora limitata sul territorio.

 

Il ruolo delle filiere produttive meridionali: verso una nuova cultura d’impresa
Salvio Capasso, Autilia Cozzolino (SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Napoli)
XL Conferenza Italiana di Scienze Regionali, 2019

Per scaricare il PDF clicca qui

L’economia meridionale contiene esempi importanti di aziende capaci di innovare e guardare oltre gli stereotipi che delineano un Mezzogiorno arretrato e fermo

 

Molti problemi, ma anche molte energie e capacità. Indici di una cultura del produrre che, nonostante tutto, rimane viva e dinamica, forte. La comprensione della natura e dello stato di un sistema industriale, passa anche dall’analisi attenta della situazione delle imprese nelle aree – apparentemente – più in difficoltà. E’ il caso del Mezzogiorno d’Italia che la fotografia approfondita scattata dall’intervento “Il ruolo delle filiere produttive meridionali: verso una nuova cultura d’impresa” scritto da Salvio Capasso e Autilia Cozzolino (dello SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Napoli), riesce bene a descrivere.

La ricerca, presentata nell’ambito della XL Conferenza Italiana di Scienze Regionali, parte ovviamente dalla constatazione che l’economia meridionale rispetto al resto dell’Italia ha ancora molto da recuperare: sussistono alcune criticità che ne rallentano la ripresa rispetto ai livelli pre-crisi alimentando le distanze dalle altre aree del Paese. Ma dietro la realtà che appare, si può scorgere – nonostante le debolezze strutturali e storiche del sistema industriale meridionale e, nonostante il calo evidente della domanda interna ed i suoi effetti sulla produttività delle imprese -, un nucleo, non piccolo, di imprese dinamiche e di successo, innovative, dedite alla ricerca e all’internazionalizzazione, capaci di usare bene la formazione e le tecniche di produzione compatibili con l’ambiente. “Tutti elementi indispensabili – spiegano i due autori -, per cavalcare l’onda della quarta rivoluzione industriale”.

L’indagine di Capasso e Cozzolino, quindi, si dedica all’approfondimento non solo delle condizioni generali dell’economia e della produzione nel meridione d’Italia, ma anche delle situazioni “diverse” dall’immagine comune del Sud. Per farlo, i due ricercatori prendono in considerazione pressoché tutti gli elementi indicativi dell’economia e concludono scrivendo: “Il tessuto produttivo meridionale risulta variegato. Vi sono infatti realtà produttive innovative e competitive che raccontano un Mezzogiorno molto diverso da quell’immagine negativa che emerge spesso dalle medie statistiche”. E poi: “Le eccellenze, ovvero le imprese con attività dinamiche estese e integrate, sono relativamente rare nel Mezzogiorno, ma i soggetti con investimenti in azioni dinamiche -in particolare nel campo dell’Innovazione e della Ricerca singolarmente – sono numerosi: si tratta di azioni ancora non integrate e fragili con frequenti discontinuità nell’adozione delle strategie, ma rappresentano pur sempre un primo passo verso una strategia completa di sviluppo e come tali rappresentano caratteri di interesse su cui potrebbe utilmente impegnarsi una politica mirata”.

L’indagine di Capasso e Cozzolino racconta quindi il delinearsi di una cultura d’impresa del Mezzogiorno che per certi versi può apparire una sorpresa, ma che in realtà è radicata seppur ancora limitata sul territorio.

 

Il ruolo delle filiere produttive meridionali: verso una nuova cultura d’impresa
Salvio Capasso, Autilia Cozzolino (SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Napoli)
XL Conferenza Italiana di Scienze Regionali, 2019

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