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Cultura d’impresa operaia

In un libro le ultime vicende della Melegatti diventano una esempio vissuto di attaccamento ai valori del lavoro e della produzione

 

La cultura d’impresa si fa in molti modi. Perché in fin dei conti alla base c’è sempre e solo una cosa: l’amore per ciò che sono il lavoro e i suoi risultati. Condizione non rara, ma anzi diffusa in molte situazioni d’impresa. Anche quando questa, per vicende varie, fallisce o rischia di fallire. Il racconto di queste storie è, allora, importante da cogliere.

Per questo vale molto il tempo speso nel leggere “Lievito madre. Storia della fabbrica salvata dagli operai”, scritto da Silvino Gonzato e da poco pubblicato.

Il libro racconta la storia recente della Melegatti di San Giovanni Lupatoto vicino a Verona. La fabbrica – con il nuovo nome “Melegatti 1894” -, ha riaperto da poche settimane dopo un travagliato periodo di sofferenze in cerca di un compratore. Ed ha riaperto anche per la tenacia di tre operai – Davide Stupazzoni, Matteo Peraro e Michele Isolan -, che ogni giorno, per tutti i mesi nei quali la produzione è rimasta ferma, hanno alimentato la massa di lievito che vive dal 1894 e cioè da quando il pasticcere Domenico Melegatti l’ha creata nella sua bottega di corso Porta Borsari a Verona. Sono loro, insieme ai nuovi proprietari (Roberto e Giacomo Spezzapria), a rendere viva la cultura d’impresa in questa vicenda.

Il libro ne racconta ansie e coraggio, notti insonni e giorni all’addiaccio a presidiare lo stabilimento, sogni e realtà. Nel testo (poco più di un centinaio di pagine), ci sono le storie dei tre operai, poi dei due nuovi acquirenti e attorno tutte quelle del resto della fabbrica che sembra coagularsi a protezione del lievito che ogni giorno viene curato. Quasi materializzazione del nucleo vero della fabbrica.

La scrittura di Gonzato, che la trattativa l’ha seguita passo passo, è appassionata ma da vero cronista. Sembra di stare lì, leggendo. Con tutte le angosce del caso, e le contrapposizioni fra due diverse visioni d’impresa. Ciò che ne emerge, appunto, è da un lato un “caso studio” di cultura d’impresa; dall’altro una vicenda umana densa di voglia di vita e di lavoro. Tutto da leggere.

Lievito madre. Storia della fabbrica salvata dagli operai

Silvino Gonzato

Neri Pozza, 2018

In un libro le ultime vicende della Melegatti diventano una esempio vissuto di attaccamento ai valori del lavoro e della produzione

 

La cultura d’impresa si fa in molti modi. Perché in fin dei conti alla base c’è sempre e solo una cosa: l’amore per ciò che sono il lavoro e i suoi risultati. Condizione non rara, ma anzi diffusa in molte situazioni d’impresa. Anche quando questa, per vicende varie, fallisce o rischia di fallire. Il racconto di queste storie è, allora, importante da cogliere.

Per questo vale molto il tempo speso nel leggere “Lievito madre. Storia della fabbrica salvata dagli operai”, scritto da Silvino Gonzato e da poco pubblicato.

Il libro racconta la storia recente della Melegatti di San Giovanni Lupatoto vicino a Verona. La fabbrica – con il nuovo nome “Melegatti 1894” -, ha riaperto da poche settimane dopo un travagliato periodo di sofferenze in cerca di un compratore. Ed ha riaperto anche per la tenacia di tre operai – Davide Stupazzoni, Matteo Peraro e Michele Isolan -, che ogni giorno, per tutti i mesi nei quali la produzione è rimasta ferma, hanno alimentato la massa di lievito che vive dal 1894 e cioè da quando il pasticcere Domenico Melegatti l’ha creata nella sua bottega di corso Porta Borsari a Verona. Sono loro, insieme ai nuovi proprietari (Roberto e Giacomo Spezzapria), a rendere viva la cultura d’impresa in questa vicenda.

Il libro ne racconta ansie e coraggio, notti insonni e giorni all’addiaccio a presidiare lo stabilimento, sogni e realtà. Nel testo (poco più di un centinaio di pagine), ci sono le storie dei tre operai, poi dei due nuovi acquirenti e attorno tutte quelle del resto della fabbrica che sembra coagularsi a protezione del lievito che ogni giorno viene curato. Quasi materializzazione del nucleo vero della fabbrica.

La scrittura di Gonzato, che la trattativa l’ha seguita passo passo, è appassionata ma da vero cronista. Sembra di stare lì, leggendo. Con tutte le angosce del caso, e le contrapposizioni fra due diverse visioni d’impresa. Ciò che ne emerge, appunto, è da un lato un “caso studio” di cultura d’impresa; dall’altro una vicenda umana densa di voglia di vita e di lavoro. Tutto da leggere.

Lievito madre. Storia della fabbrica salvata dagli operai

Silvino Gonzato

Neri Pozza, 2018

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