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Cultura imprenditiva

Una ricerca di Cà Foscari approfondisce i collegamenti fra nuove modalità di lavoro e capacità di generare imprese diverse

L’impresa cambia, il lavoro cambia. E’ l’evoluzione dei rapporti produttivi, l’avanzare della tecnologia, la connessione più stretta delle parti a fare tutto. Impresa, imprenditorialità e imprenditività rimangono concetti fondanti, ma si arricchiscono di nuove declinazioni. Che vanno tenute in conto.

“Imprenditività come leva per il nuovo lavoro” di Massimiliano Costa e Andrea Strano (entrambi dell’Università Ca’ Foscari, Venezia) è una bella indagine sulle nuove forme e sulle rinnovate nature delle relazioni fra lavoro, conoscenza e innovazione come elementi che insieme riescono ad originare modalità di nuove anche di fare impresa, seguendo la spinta di ciò che modernamente è stato indicato come imprenditività.

La ricerca è sostanzialmente l’analisi molto particolareggiata sui cambiamenti che stanno attraversando il “lavoro”. Spiegano i due autori: “Oggi l’azione lavorativa trasforma il senso e la rappresentazione del lavoro. Il concetto di competenza per il lavoro perde la valenza performativa e diventa capacità ad agire. L’azione lavorativa autenticamente competente e generativa diventa imprenditiva in quanto agisce sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per sé e per gli altri”. Lavoro come seme d’impresa, quindi. Concetto complesso, che va analizzato a fondo e con attenzione.

La ricerca ha cercato quindi di comprendere meglio come nel lavoro possa trovarsi “la competenza all’imprenditività” cioè la capacità di partire dall’attività lavorativa per arrivare a costruire imprese che prima non esistevano. Dal lavoro come ripetizione di atti sempre uguali, si passa così al lavoro come immaginazione costruttiva, capace di dare vita ad organizzazioni della produzione che prima erano come nascoste da strutture artificiali.

Quanto scritto da Costa e Strano ha una peculiarità importante: non si svolge solamente a livello teorico, ma prende spunto dal coinvolgimento di più di cento persone in transizione lavorativa di ogni età. Viene dimostrato un collegamento stretto fra competenza a creare modalità nuove d’impresa, capacità di scegliere per arrivare a realizzare le vere capacità e aspirazioni del lavoratore. E’ un’alchimia unica quella che viene scoperta, nella quale entrano anche elementi come l’esperienza, l’età, il livello di formazione e istruzione, il grado di consapevolezza delle proprie capacità.

“Imprenditività come leva per il nuovo lavoro” è un’indagine su un tema complesso scritta senza dubbio con un linguaggio che va colto attentamente, ma è la porta per entrare in un mondo – quello delle moderne relazioni fra lavoro e impresa -, che in buona parte è ancora da esplorare.

Imprenditività come leva per il nuovo lavoro

Massimiliano Costa, Andrea Strano

Formazione & Insegnamento XV – 1 – 2017, Pensa MultiMedia

Una ricerca di Cà Foscari approfondisce i collegamenti fra nuove modalità di lavoro e capacità di generare imprese diverse

L’impresa cambia, il lavoro cambia. E’ l’evoluzione dei rapporti produttivi, l’avanzare della tecnologia, la connessione più stretta delle parti a fare tutto. Impresa, imprenditorialità e imprenditività rimangono concetti fondanti, ma si arricchiscono di nuove declinazioni. Che vanno tenute in conto.

“Imprenditività come leva per il nuovo lavoro” di Massimiliano Costa e Andrea Strano (entrambi dell’Università Ca’ Foscari, Venezia) è una bella indagine sulle nuove forme e sulle rinnovate nature delle relazioni fra lavoro, conoscenza e innovazione come elementi che insieme riescono ad originare modalità di nuove anche di fare impresa, seguendo la spinta di ciò che modernamente è stato indicato come imprenditività.

La ricerca è sostanzialmente l’analisi molto particolareggiata sui cambiamenti che stanno attraversando il “lavoro”. Spiegano i due autori: “Oggi l’azione lavorativa trasforma il senso e la rappresentazione del lavoro. Il concetto di competenza per il lavoro perde la valenza performativa e diventa capacità ad agire. L’azione lavorativa autenticamente competente e generativa diventa imprenditiva in quanto agisce sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per sé e per gli altri”. Lavoro come seme d’impresa, quindi. Concetto complesso, che va analizzato a fondo e con attenzione.

La ricerca ha cercato quindi di comprendere meglio come nel lavoro possa trovarsi “la competenza all’imprenditività” cioè la capacità di partire dall’attività lavorativa per arrivare a costruire imprese che prima non esistevano. Dal lavoro come ripetizione di atti sempre uguali, si passa così al lavoro come immaginazione costruttiva, capace di dare vita ad organizzazioni della produzione che prima erano come nascoste da strutture artificiali.

Quanto scritto da Costa e Strano ha una peculiarità importante: non si svolge solamente a livello teorico, ma prende spunto dal coinvolgimento di più di cento persone in transizione lavorativa di ogni età. Viene dimostrato un collegamento stretto fra competenza a creare modalità nuove d’impresa, capacità di scegliere per arrivare a realizzare le vere capacità e aspirazioni del lavoratore. E’ un’alchimia unica quella che viene scoperta, nella quale entrano anche elementi come l’esperienza, l’età, il livello di formazione e istruzione, il grado di consapevolezza delle proprie capacità.

“Imprenditività come leva per il nuovo lavoro” è un’indagine su un tema complesso scritta senza dubbio con un linguaggio che va colto attentamente, ma è la porta per entrare in un mondo – quello delle moderne relazioni fra lavoro e impresa -, che in buona parte è ancora da esplorare.

Imprenditività come leva per il nuovo lavoro

Massimiliano Costa, Andrea Strano

Formazione & Insegnamento XV – 1 – 2017, Pensa MultiMedia

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