Cultura organizzativa
In un libro delineata la strada per riorganizzare il sistema produttivo e amministrativo del Paese
Ripartire dall’organizzazione. E dall’efficienza, quindi, ma anche da una cultura del produrre spesso diversa da quella più diffusa nel Paese. Traguardo a lungo termine, che può essere raggiunto anche sulla scorta di buone guide di percorso. Come è, ad esempio, il libro di Federico Butera.
“Disegnare l’Italia. Progetti e politiche per organizzazioni e lavori di qualità”, appena pubblicato, parte da una considerazione: alla radice della debolezza del sistema economico e sociale italiano vi è una non riconosciuta questione organizzativa. Detto in altri termini, l’Italia è Paese delle organizzazioni e dei lavori fortemente ineguali. Da un lato, sta un repertorio di forme nuove di organizzazione, lavoro e stili di gestione eccellenti; dall’altro, è un insieme di realtà inefficaci, inefficienti, non sostenibili, regolate da prassi e culture organizzative orami sorpassate.
La proposta di Butera è quella di “ridisegnare” l’Italia (da qui il titolo del libro) sulla base dell’idea di una progettazione e di uno sviluppo di organizzazioni e lavori di qualità, grazie a tecnologie digitali abilitanti e politiche industriali e cantieri partecipati che impegnino le persone. Tutto con un’attenzione particolare all’ambiente e alla buona digitalizzazione delle procedure, ma anche alla qualità della vita, ad una maggiore prosperità e soprattutto alla creazione di una società più democratica.
Dopo una sintesi dell’Italia “società di organizzazioni ineguali”, l’autore considera quindi l’obiettivo da raggiungere partendo dalle organizzazioni fondate sul lavoro per poi passare a delineare un’impresa e una pubblica amministrazione del futuro e quindi arrivare ad approfondire gli strumenti che servono per raggiungere lo scopo: l’attenzione alle reti ed ai sistemi di relazione, l’applicazione di nuovi metodi di lavoro, la reale creazione di lavori e lavoratori di qualità, la consapevolezza della profonda rilevanza culturale del cambiamento organizzativo.
Scrive l’autore nell’ambito delle conclusioni del libro: “Non basta trovare nuovi modi di organizzare, occorre sviluppare nuove idee di struttura tecnica e sociale”.
Disegnare l’Italia. Progetti e politiche per organizzazioni e lavori di qualità
Egea, 2023


In un libro delineata la strada per riorganizzare il sistema produttivo e amministrativo del Paese
Ripartire dall’organizzazione. E dall’efficienza, quindi, ma anche da una cultura del produrre spesso diversa da quella più diffusa nel Paese. Traguardo a lungo termine, che può essere raggiunto anche sulla scorta di buone guide di percorso. Come è, ad esempio, il libro di Federico Butera.
“Disegnare l’Italia. Progetti e politiche per organizzazioni e lavori di qualità”, appena pubblicato, parte da una considerazione: alla radice della debolezza del sistema economico e sociale italiano vi è una non riconosciuta questione organizzativa. Detto in altri termini, l’Italia è Paese delle organizzazioni e dei lavori fortemente ineguali. Da un lato, sta un repertorio di forme nuove di organizzazione, lavoro e stili di gestione eccellenti; dall’altro, è un insieme di realtà inefficaci, inefficienti, non sostenibili, regolate da prassi e culture organizzative orami sorpassate.
La proposta di Butera è quella di “ridisegnare” l’Italia (da qui il titolo del libro) sulla base dell’idea di una progettazione e di uno sviluppo di organizzazioni e lavori di qualità, grazie a tecnologie digitali abilitanti e politiche industriali e cantieri partecipati che impegnino le persone. Tutto con un’attenzione particolare all’ambiente e alla buona digitalizzazione delle procedure, ma anche alla qualità della vita, ad una maggiore prosperità e soprattutto alla creazione di una società più democratica.
Dopo una sintesi dell’Italia “società di organizzazioni ineguali”, l’autore considera quindi l’obiettivo da raggiungere partendo dalle organizzazioni fondate sul lavoro per poi passare a delineare un’impresa e una pubblica amministrazione del futuro e quindi arrivare ad approfondire gli strumenti che servono per raggiungere lo scopo: l’attenzione alle reti ed ai sistemi di relazione, l’applicazione di nuovi metodi di lavoro, la reale creazione di lavori e lavoratori di qualità, la consapevolezza della profonda rilevanza culturale del cambiamento organizzativo.
Scrive l’autore nell’ambito delle conclusioni del libro: “Non basta trovare nuovi modi di organizzare, occorre sviluppare nuove idee di struttura tecnica e sociale”.
Disegnare l’Italia. Progetti e politiche per organizzazioni e lavori di qualità
Egea, 2023