“Curare” per fare meglio e crescere di più
Condensato in un libro pubblicato da poco, un approccio diverso alla realtà che tutti dobbiamo affrontare
Resilienza e complessità, ma anche attenzione all’altro. Senza perdere di vista obiettivi e traguardi (anche d’impresa) da raggiungere. E’ la sintesi del difficile equilibrio che serve per tenere in piedi organizzazioni della produzione, sistemai sociali, famiglie e anche singole vite d’individui. Ed è attorno a questo equilibrio che ragiona Valeria Cantoni Mamiani con il suo ultimo libro “Leadership di cura. Dal controllo alle relazioni” appena pubblicato con una bella prefazione di Pierluigi Celli che onestamente dichiara di non essere sicuro di essere sempre d’accordo con l’autrice ma che comunque l’impresa letteraria appena conclusa è “uno dei tentativi più ragionati, e interiormente partecipati, di decifrare, al di là delle mode, il groviglio di percezioni e, spesso, di luoghi comuni che caratterizzano la letteratura e la pratica manageriale”.
Il libro parte da una constatazione: dopo l’epoca della resilienza, il 2020 è stato l’anno di una nuova consapevolezza, quella della vulnerabilità vista come una condizione universale da cui ripartire per ripensare la società, le organizzazioni, il lavoro, il potere e le sue gerarchie. L’autrice quindi si pone di fronte ad una necessità: chi ricopre posizioni di potere deve creare nuove scale di valori che rendano le proprie organizzazioni sostenibili per tutti.
Nel libro quindi viene dimostrato perché e come si possa oggi praticare una nuova forma di leadership di cura, attenta, presente, coinvolgente e in ascolto. Caratteristica fondamentale è la capacità di prendersi cura delle persone lasciando spazio alla loro autonomia: la nuova leadership preferisce la collaborazione alla competizione e si concentra sull’interpretazione dei bisogni reali, coinvolgendo nella loro definizione i destinatari dei benefici nell’organizzazione.
Si rende così possibile, è la tesi di Valeria Cantoni Mamiani, un superamento dei concetti contrapposti di paternalismo autoritario e maternalismo accudente per fare posto ad un atteggiamento caratterizzato dall’ascolto, passando da una cultura del controllo alla fioritura delle relazioni.
Chi legge, passa quindi da un inquadramento del “contesto in cui viviamo” ad un’analisi dei bisogni e delle emozioni per arrivare alla messa a fuoco delle linee guida di una cultura volta alla “pratica della cura” e quindi alla definizione di una “nuova autorevolezza”.
Ha ragione Celli: non è obbligatorio essere d’accordo con tutto ciò che si legge in questo libro, ma lo è certamente leggerlo e rendersi conto di avere tra le mani una preziosa guida per ripensare comportamenti e modelli organizzativi consolidati, ormai inutilizzabili nella loro orgogliosa fatuità.
Leadership di cura. Dal controllo alle relazioni
Valeria Cantoni Mamiani
Vita e Pensiero, 2021
Condensato in un libro pubblicato da poco, un approccio diverso alla realtà che tutti dobbiamo affrontare
Resilienza e complessità, ma anche attenzione all’altro. Senza perdere di vista obiettivi e traguardi (anche d’impresa) da raggiungere. E’ la sintesi del difficile equilibrio che serve per tenere in piedi organizzazioni della produzione, sistemai sociali, famiglie e anche singole vite d’individui. Ed è attorno a questo equilibrio che ragiona Valeria Cantoni Mamiani con il suo ultimo libro “Leadership di cura. Dal controllo alle relazioni” appena pubblicato con una bella prefazione di Pierluigi Celli che onestamente dichiara di non essere sicuro di essere sempre d’accordo con l’autrice ma che comunque l’impresa letteraria appena conclusa è “uno dei tentativi più ragionati, e interiormente partecipati, di decifrare, al di là delle mode, il groviglio di percezioni e, spesso, di luoghi comuni che caratterizzano la letteratura e la pratica manageriale”.
Il libro parte da una constatazione: dopo l’epoca della resilienza, il 2020 è stato l’anno di una nuova consapevolezza, quella della vulnerabilità vista come una condizione universale da cui ripartire per ripensare la società, le organizzazioni, il lavoro, il potere e le sue gerarchie. L’autrice quindi si pone di fronte ad una necessità: chi ricopre posizioni di potere deve creare nuove scale di valori che rendano le proprie organizzazioni sostenibili per tutti.
Nel libro quindi viene dimostrato perché e come si possa oggi praticare una nuova forma di leadership di cura, attenta, presente, coinvolgente e in ascolto. Caratteristica fondamentale è la capacità di prendersi cura delle persone lasciando spazio alla loro autonomia: la nuova leadership preferisce la collaborazione alla competizione e si concentra sull’interpretazione dei bisogni reali, coinvolgendo nella loro definizione i destinatari dei benefici nell’organizzazione.
Si rende così possibile, è la tesi di Valeria Cantoni Mamiani, un superamento dei concetti contrapposti di paternalismo autoritario e maternalismo accudente per fare posto ad un atteggiamento caratterizzato dall’ascolto, passando da una cultura del controllo alla fioritura delle relazioni.
Chi legge, passa quindi da un inquadramento del “contesto in cui viviamo” ad un’analisi dei bisogni e delle emozioni per arrivare alla messa a fuoco delle linee guida di una cultura volta alla “pratica della cura” e quindi alla definizione di una “nuova autorevolezza”.
Ha ragione Celli: non è obbligatorio essere d’accordo con tutto ciò che si legge in questo libro, ma lo è certamente leggerlo e rendersi conto di avere tra le mani una preziosa guida per ripensare comportamenti e modelli organizzativi consolidati, ormai inutilizzabili nella loro orgogliosa fatuità.
Leadership di cura. Dal controllo alle relazioni
Valeria Cantoni Mamiani
Vita e Pensiero, 2021