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Da dove arriviamo?

L’ultimo Annale della Fondazione Feltrinelli racconta dell’approdo mancato dell’Italia al mercato mondiale e cerca di spiegarne i motivi

Capire il contesto è fondamentale. Lo si è già detto molte volte, ma vale la pena ricordarlo sempre. Ed è condizione essenziale anche per imprenditori e manager consapevoli dei loro ruoli.  L’ultimo annale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli serve proprio per questo scopo. Curato da Franco Amatori (professore di Storia economica all’Università Boc­coni di Milano), “L’approdo mancato”, è una raccolta di saggi e ricerche importante, della quale si capisce molto già dal sottotitolo: “Economia, politica e società in Italia dopo il miracolo economico”. Tutto inizia però dal titolo. L’approdo mancato è un concetto che Mario Pirani propone nel 1991 in un testo pubblicato sulla rivista “Il Mulino”. Tre le occasioni mancate su cui Pirani invitava a riflettere – l’elettronica, il nucleare, la distribuzione petrolifera – sostenendo che se avessimo colto queste opportunità saremmo pervenuti a un approdo giapponese.

Amatori riprende questa suggestione proponendo di intendere, con questa espressione, l’approdo alla frontiera dell’economia mondiale. La “tesi” del curatore è tutto sommato semplice. Per Amatori era un fatto scontato che l’Italia, giunta alla fine del secolo scorso al quinto posto nel mondo per ricchezza prodotta annualmente, dovesse arretrare, così com’era inevitabile che subisse i rigori della crisi scoppiata negli Stati Uniti nel settembre del 2008. In altre parole, l’avvento della globalizzazione e l’ascesa dei cosiddetti Brics, in particolare della Cina, fanno sì che l’Italia non possa mantenere le sue posizioni. Allo stesso tempo, l’enorme massa dei titoli tossici non poteva non avere effetti sull’economia già gravata da un debito pubblico fra i più alti del mondo. Tuttavia, questi veri e propri uragani sarebbero stati affrontati in modo ben diverso se l’apparato economico e, in particolare, industriale italiano fosse stato di maggiore consistenza; se il Paese avesse potuto avvalersi di una grande industria chimica, elettronica, automobilistica; se avesse avuto una più vasta diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione; se fosse stato più autonomo dal punto di vista energetico.

Per dimostrare tutto questo, Amatori ha raccolto una serie di interventi che, fra gli altri, prendono in considerazione temi come l’evoluzione storica e politica dell’Italia dal “miracolo” economico in poi, il fallimento dei progetti tecnologici di frontiera, l’evoluzione del cosiddetto “Stato imprenditore”, le operazioni di nazionalizzazione, le lotte operaie degli anni settanta, i mutamenti nei consumi degli italiani, il passaggio al “declino”, l’emergere della resilienza e le trasformazioni dei distretti industriali, la situazione degli anni ’70 e ’80, la mancanza di regole, l’ingresso nell’euro. Chiudono la raccolta tre altri saggi (“pareri”), sul caso Italia.

Pur nella sua diversità, ogni intervento cerca di rispondere ad una domanda sola: che cosa sarebbe accaduto se lo snodo del post miracolo (fine anni Sessanta, anni Settanta) avesse avuto un esito diverso? I saggi curati da Amatori sono tutti da leggere, e da tenere come una sorta di guida al presente anche se parlano del passato. Bello è l’ultimo concetto che il curatore tiene a far sapere ai lettori: “Cosa possiamo imparare dal passato a proposito del futuro? Considerando la storia italiana, direi una grande cautela. (…) la vicenda umana è la combinazione di tali e tante variabili che la rendono imprevedibile”.

L’approdo mancato. Economia, politica e società in Italia dopo il miracolo economico

Franco Amatori

(a cura di)

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Annali. Anno Cinquantunesimo 2016-2017. Feltrinelli, 2017.

L’ultimo Annale della Fondazione Feltrinelli racconta dell’approdo mancato dell’Italia al mercato mondiale e cerca di spiegarne i motivi

Capire il contesto è fondamentale. Lo si è già detto molte volte, ma vale la pena ricordarlo sempre. Ed è condizione essenziale anche per imprenditori e manager consapevoli dei loro ruoli.  L’ultimo annale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli serve proprio per questo scopo. Curato da Franco Amatori (professore di Storia economica all’Università Boc­coni di Milano), “L’approdo mancato”, è una raccolta di saggi e ricerche importante, della quale si capisce molto già dal sottotitolo: “Economia, politica e società in Italia dopo il miracolo economico”. Tutto inizia però dal titolo. L’approdo mancato è un concetto che Mario Pirani propone nel 1991 in un testo pubblicato sulla rivista “Il Mulino”. Tre le occasioni mancate su cui Pirani invitava a riflettere – l’elettronica, il nucleare, la distribuzione petrolifera – sostenendo che se avessimo colto queste opportunità saremmo pervenuti a un approdo giapponese.

Amatori riprende questa suggestione proponendo di intendere, con questa espressione, l’approdo alla frontiera dell’economia mondiale. La “tesi” del curatore è tutto sommato semplice. Per Amatori era un fatto scontato che l’Italia, giunta alla fine del secolo scorso al quinto posto nel mondo per ricchezza prodotta annualmente, dovesse arretrare, così com’era inevitabile che subisse i rigori della crisi scoppiata negli Stati Uniti nel settembre del 2008. In altre parole, l’avvento della globalizzazione e l’ascesa dei cosiddetti Brics, in particolare della Cina, fanno sì che l’Italia non possa mantenere le sue posizioni. Allo stesso tempo, l’enorme massa dei titoli tossici non poteva non avere effetti sull’economia già gravata da un debito pubblico fra i più alti del mondo. Tuttavia, questi veri e propri uragani sarebbero stati affrontati in modo ben diverso se l’apparato economico e, in particolare, industriale italiano fosse stato di maggiore consistenza; se il Paese avesse potuto avvalersi di una grande industria chimica, elettronica, automobilistica; se avesse avuto una più vasta diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione; se fosse stato più autonomo dal punto di vista energetico.

Per dimostrare tutto questo, Amatori ha raccolto una serie di interventi che, fra gli altri, prendono in considerazione temi come l’evoluzione storica e politica dell’Italia dal “miracolo” economico in poi, il fallimento dei progetti tecnologici di frontiera, l’evoluzione del cosiddetto “Stato imprenditore”, le operazioni di nazionalizzazione, le lotte operaie degli anni settanta, i mutamenti nei consumi degli italiani, il passaggio al “declino”, l’emergere della resilienza e le trasformazioni dei distretti industriali, la situazione degli anni ’70 e ’80, la mancanza di regole, l’ingresso nell’euro. Chiudono la raccolta tre altri saggi (“pareri”), sul caso Italia.

Pur nella sua diversità, ogni intervento cerca di rispondere ad una domanda sola: che cosa sarebbe accaduto se lo snodo del post miracolo (fine anni Sessanta, anni Settanta) avesse avuto un esito diverso? I saggi curati da Amatori sono tutti da leggere, e da tenere come una sorta di guida al presente anche se parlano del passato. Bello è l’ultimo concetto che il curatore tiene a far sapere ai lettori: “Cosa possiamo imparare dal passato a proposito del futuro? Considerando la storia italiana, direi una grande cautela. (…) la vicenda umana è la combinazione di tali e tante variabili che la rendono imprevedibile”.

L’approdo mancato. Economia, politica e società in Italia dopo il miracolo economico

Franco Amatori

(a cura di)

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Annali. Anno Cinquantunesimo 2016-2017. Feltrinelli, 2017.

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