Dall’instabilità al futuro
L’ultimo Rapporto del Centro Einaudi di Torino fornisce gli elementi per capire meglio il presente e agire con attenzione pensando al domani
Comprendere dove si è e dove si sta andando. Pratica essenziale per chiunque agisca nell’ambito di un’impresa. Pratica che non è sempre facile attuare, ma che è resa fattibile quando si hanno a disposizione buone guide. E’ il caso di “Un mondo sempre più fragile. XXV Rapporto sull’economia globale e l’Italia”, venticinquesimo Rapporto del Centro Einaudi, insieme di studi curato da Mario Deaglio e scritto a più mani da un qualificato gruppo di ricercatori e analisti.
Come ogni anno, la raccolta di ricerche fa il punto sullo “stato del mondo” questa volta ancora a confronto con la pandemia e con le sue conseguenze. Si tratta, cioè, di una aggiornata fotografia della situazione nella quale tutti – cittadini e imprese – si trovano a muoversi.
I saggi raccolti prendono quindi le mosse dalla constatazione della presenza di “un mondo sempre più fragile” e quindi di una “globalizzazione scardinata” oltre che della situazione nella quale si trovano Usa, Cina e Europa. Gli autori quindi indagano la natura e i tratti di un’era “dalla instabilità permanente” per arrivare a porre l’attenzione sulla condizione del nostro Paese.
L’insieme delle indagini condotte dal gruppo di studio coordinato dal Centro Einaudi fornisce certamente un’immagine ancora problematica del mondo e dell’Italia, ma indica anche possibili percorsi di sviluppo. Scrive Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo che ha sostenuto le ricerche, che “l’attenzione alla sostenibilità economica e ambientale ha pervaso le nostre vite perché si è capito che il tempo per decidere un cambio di paradigma sta per scadere. Il global warming e l’uso appropriato delle materie prime scarse, o inquinanti, unito alla necessità di ripensare i tempi e i luoghi del lavoro, modificheranno il nostro modo di vivere in modo permanente. Una partnership tra pubblico e privato appare allora l’unica via percorribile per definire obiettivi condivisi, sempre più sentiti dal settore privato e, in particolare, dalle imprese come parte essenziale della loro azione quotidiana, che potrebbe, o meglio dovrebbe, portare a sostituire il concetto di ricchezza con il concetto di benessere a livello individuale e collettivo”. Sono, a ben vedere, i contorni di una cultura economica e d’impresa che si sta già diffondendo, ma che deve consolidarsi e fortificarsi. La raccolta di saggi del Centro Einaudi è una buona cassetta degli attrezzi proprio per costruire una cultura d’impresa che sia attenta al presente e impegnata per un futuro migliore dell’oggi.
Un mondo sempre più fragile. XXV Rapporto sull’economia globale e l’Italia
Deaglio Mario (a cura di)
Guerini, 2021
L’ultimo Rapporto del Centro Einaudi di Torino fornisce gli elementi per capire meglio il presente e agire con attenzione pensando al domani
Comprendere dove si è e dove si sta andando. Pratica essenziale per chiunque agisca nell’ambito di un’impresa. Pratica che non è sempre facile attuare, ma che è resa fattibile quando si hanno a disposizione buone guide. E’ il caso di “Un mondo sempre più fragile. XXV Rapporto sull’economia globale e l’Italia”, venticinquesimo Rapporto del Centro Einaudi, insieme di studi curato da Mario Deaglio e scritto a più mani da un qualificato gruppo di ricercatori e analisti.
Come ogni anno, la raccolta di ricerche fa il punto sullo “stato del mondo” questa volta ancora a confronto con la pandemia e con le sue conseguenze. Si tratta, cioè, di una aggiornata fotografia della situazione nella quale tutti – cittadini e imprese – si trovano a muoversi.
I saggi raccolti prendono quindi le mosse dalla constatazione della presenza di “un mondo sempre più fragile” e quindi di una “globalizzazione scardinata” oltre che della situazione nella quale si trovano Usa, Cina e Europa. Gli autori quindi indagano la natura e i tratti di un’era “dalla instabilità permanente” per arrivare a porre l’attenzione sulla condizione del nostro Paese.
L’insieme delle indagini condotte dal gruppo di studio coordinato dal Centro Einaudi fornisce certamente un’immagine ancora problematica del mondo e dell’Italia, ma indica anche possibili percorsi di sviluppo. Scrive Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo che ha sostenuto le ricerche, che “l’attenzione alla sostenibilità economica e ambientale ha pervaso le nostre vite perché si è capito che il tempo per decidere un cambio di paradigma sta per scadere. Il global warming e l’uso appropriato delle materie prime scarse, o inquinanti, unito alla necessità di ripensare i tempi e i luoghi del lavoro, modificheranno il nostro modo di vivere in modo permanente. Una partnership tra pubblico e privato appare allora l’unica via percorribile per definire obiettivi condivisi, sempre più sentiti dal settore privato e, in particolare, dalle imprese come parte essenziale della loro azione quotidiana, che potrebbe, o meglio dovrebbe, portare a sostituire il concetto di ricchezza con il concetto di benessere a livello individuale e collettivo”. Sono, a ben vedere, i contorni di una cultura economica e d’impresa che si sta già diffondendo, ma che deve consolidarsi e fortificarsi. La raccolta di saggi del Centro Einaudi è una buona cassetta degli attrezzi proprio per costruire una cultura d’impresa che sia attenta al presente e impegnata per un futuro migliore dell’oggi.
Un mondo sempre più fragile. XXV Rapporto sull’economia globale e l’Italia
Deaglio Mario (a cura di)
Guerini, 2021