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Dentro le imprese che vincono

Appena pubblicata una raccolta di saggi che cercano di arrivare al cuore della cultura d’impresa italiana

Perché alcune imprese sono uniche? E perché, soprattutto, le imprese italiane sono uniche? Domande non scontate e non retoriche le cui risposte, anzi, possono essere utili per imprenditori e manager che vogliono migliorare ciò che fanno, senza dire di chi, invece, vuole semplicemente comprendere i motivi di un successo diffuso e importante.

A tutto questo serve leggere “Il segreto italiano. Tutta la bellezza che c’è”, libro appena pubblicato e curato da Vittorio Coda nella sua veste di vicepresidente dell’Isvi (Istituto per i valori d’impresa che ha condotto la ricerca). Libro a metà tra la raccolta di saggi sull’impresa italiana e il viaggio a tappe tra alcune imprese italiane, “Il segreto italiano” ha una caratteristica dichiarata: essere frutto di una ricerca basata sugli strumenti dell’analisi gestionale con l’obiettivo di definire i caratteri dell’imprenditoria italiana d’eccellenza. Il traguardo dello studio è cioè quello di individuare quali siano le specificità delle aziende di primo piano e guida dell’intero sistema imprenditoriale nazionale. Specificità che vengono appunto sintetizzate nell’immagine del “segreto” inteso come quid che rende uniche le imprese del cosiddetto made in Italy. Anche quando si guardi alle numerose criticità legate al sistema-paese oppure alla congiuntura non favorevole. E’ lo stesso curatore a spiegare, all’inizio del libro, il perché della ricerca e cioè la “sorprendente constatazione dell’esistenza di imprese nate e cresciute in un contesto ostile all’intraprendere e che, ciò nonostante, in molteplici settori produttivi pongono l’Italia nelle primissime posizioni delle graduatorie europee e mondiali”. I diversi saggi del libro affrontano così temi cruciali come la “dedizione alla causa”, la capacità di “gestire il caos”, quella di gestire con efficacia le scelte, la maestria nella creazione di relazioni virtuose con il territorio, il significato dei distretti, l’imprenditorialità umanistica diffusa in numerose realtà, la diffusione di un “modello italiano” d’impresa nel tempo e nello spazio.

Il libro è anche in qualche modo ispirato da alcuni esempi fondamentali per capire meglio. Ad iniziare dalla Olivetti di Camillo e Adriano posta ancora oggi come emblema di un nuovo modo di fare impresa, in grado di contemperare le esigenze del profitto con quelle dell’avanzamento sociale.

“Segreto italiano”, dunque, come segreto (evidente a tutti) di una particolare cultura del produrre che nel tempo si evolve, si accresce e si diversifica e si diffonde nei territori oltre che essere elemento di competitività in tutto il mondo. Importante e significativo l’aver posto, ad iniziare dallo stesso titolo, il richiamo alla bellezza d’impresa. Libro da leggere con attenzione, quello curato da Vittorio Coda.

Il segreto italiano. Tutta la bellezza che c’è

Vittorio Coda (a cura di)

Treccani, 2023

Appena pubblicata una raccolta di saggi che cercano di arrivare al cuore della cultura d’impresa italiana

Perché alcune imprese sono uniche? E perché, soprattutto, le imprese italiane sono uniche? Domande non scontate e non retoriche le cui risposte, anzi, possono essere utili per imprenditori e manager che vogliono migliorare ciò che fanno, senza dire di chi, invece, vuole semplicemente comprendere i motivi di un successo diffuso e importante.

A tutto questo serve leggere “Il segreto italiano. Tutta la bellezza che c’è”, libro appena pubblicato e curato da Vittorio Coda nella sua veste di vicepresidente dell’Isvi (Istituto per i valori d’impresa che ha condotto la ricerca). Libro a metà tra la raccolta di saggi sull’impresa italiana e il viaggio a tappe tra alcune imprese italiane, “Il segreto italiano” ha una caratteristica dichiarata: essere frutto di una ricerca basata sugli strumenti dell’analisi gestionale con l’obiettivo di definire i caratteri dell’imprenditoria italiana d’eccellenza. Il traguardo dello studio è cioè quello di individuare quali siano le specificità delle aziende di primo piano e guida dell’intero sistema imprenditoriale nazionale. Specificità che vengono appunto sintetizzate nell’immagine del “segreto” inteso come quid che rende uniche le imprese del cosiddetto made in Italy. Anche quando si guardi alle numerose criticità legate al sistema-paese oppure alla congiuntura non favorevole. E’ lo stesso curatore a spiegare, all’inizio del libro, il perché della ricerca e cioè la “sorprendente constatazione dell’esistenza di imprese nate e cresciute in un contesto ostile all’intraprendere e che, ciò nonostante, in molteplici settori produttivi pongono l’Italia nelle primissime posizioni delle graduatorie europee e mondiali”. I diversi saggi del libro affrontano così temi cruciali come la “dedizione alla causa”, la capacità di “gestire il caos”, quella di gestire con efficacia le scelte, la maestria nella creazione di relazioni virtuose con il territorio, il significato dei distretti, l’imprenditorialità umanistica diffusa in numerose realtà, la diffusione di un “modello italiano” d’impresa nel tempo e nello spazio.

Il libro è anche in qualche modo ispirato da alcuni esempi fondamentali per capire meglio. Ad iniziare dalla Olivetti di Camillo e Adriano posta ancora oggi come emblema di un nuovo modo di fare impresa, in grado di contemperare le esigenze del profitto con quelle dell’avanzamento sociale.

“Segreto italiano”, dunque, come segreto (evidente a tutti) di una particolare cultura del produrre che nel tempo si evolve, si accresce e si diversifica e si diffonde nei territori oltre che essere elemento di competitività in tutto il mondo. Importante e significativo l’aver posto, ad iniziare dallo stesso titolo, il richiamo alla bellezza d’impresa. Libro da leggere con attenzione, quello curato da Vittorio Coda.

Il segreto italiano. Tutta la bellezza che c’è

Vittorio Coda (a cura di)

Treccani, 2023

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