Donne e uomini d’impresa
Una ricerca appena pubblicata mette a nudo i danni provocati dagli stereotipi sulla parità di genere
Donne e uomini al governo dell’impresa. Eterno (spesso inutile) confronto attorno al quale lo scontro passa anche per la scarsa conoscenza delle reali situazioni. Per fare chiarezza Mariasole Bannò e Giorgia Maria D’Allura hanno condotto una ricerca con un obiettivo: proporre uno schema interpretativo e una verifica empirica dell’influsso delle donne nel governo dell’impresa su tre grandi argomenti: l’innovazione, l’internazionalizzazione e la sostenibilità delle imprese stesse. Tutto partendo da un assunto: “Le scelte strategiche e il comportamento delle imprese possono essere spiegati, almeno in parte, dal profilo dei soggetti che compongono il governo dell’impresa”. E sottolineando però un dato di fatto: “Le capacità e le competenze delle persone in posizioni di vertice non sono, ovviamente, correlate al genere. Tuttavia, la composizione di genere dell’organo di governo ha ampiamente attirato l’attenzione dei ricercatori e delle ricercatrici ed è stata studiata da numerose prospettive teoriche. La produzione scientifica fino ad oggi generata merita attenzione rispetto a un tema centrale negli studi di genere: gli stereotipi”.
La ricerca fornisce una rassegna degli studi principali ma prova anche a delineare una interpretazione nuova, e soprattutto equilibrata, delle situazioni che si generano nelle imprese.
Bannò e D’Allura esaminano prima il quado statistico delle diseguaglianze di genera a livello europeo e italiano, successivamente prendono in considerazione il contributo apportato comunque dalle teorie femministe e, quindi, quello delle teorie manageriali. Nella seconda parte dell’indagine le due ricercatrici affrontano i tre temi sui quali fornire un’interpretazione più accurata.
Tra le conclusioni, le due autrici rilevano come nei CdA “le donne sono un simbolo (token) nei CdA quando non superano una certa soglia e, pertanto, restano inascoltate”, mentre “solo se raggiungono la massa critica esse si sentono nelle condizioni di potersi esprimere liberamente e possono aspettarsi di essere ascoltate”, ma soprattutto che tutto dipende dal tipo di impresa analizzato.
Soprattutto Bannò e D’Allura sottolineano: “La letteratura sintetizzata (…) suggerisce chiaramente che l’attuale misconoscenza delle capacità e competenze delle donne deve essere necessariamente rivista”. Serve però un “nuovo approccio manageriale volto a nutrire la consapevolezza che non esistono capacità o competenze legate al genere, ma esistono contesti in cui vi sono degli stereotipi che influiscono sulla valutazione di tali competenze”.
Donne e governo d’impresa. Prospettive teoriche ed evidenze empiriche
Mariasole Bannò Giorgia Maria D’Allura
Franco Angeli Open Access, 2022
Una ricerca appena pubblicata mette a nudo i danni provocati dagli stereotipi sulla parità di genere
Donne e uomini al governo dell’impresa. Eterno (spesso inutile) confronto attorno al quale lo scontro passa anche per la scarsa conoscenza delle reali situazioni. Per fare chiarezza Mariasole Bannò e Giorgia Maria D’Allura hanno condotto una ricerca con un obiettivo: proporre uno schema interpretativo e una verifica empirica dell’influsso delle donne nel governo dell’impresa su tre grandi argomenti: l’innovazione, l’internazionalizzazione e la sostenibilità delle imprese stesse. Tutto partendo da un assunto: “Le scelte strategiche e il comportamento delle imprese possono essere spiegati, almeno in parte, dal profilo dei soggetti che compongono il governo dell’impresa”. E sottolineando però un dato di fatto: “Le capacità e le competenze delle persone in posizioni di vertice non sono, ovviamente, correlate al genere. Tuttavia, la composizione di genere dell’organo di governo ha ampiamente attirato l’attenzione dei ricercatori e delle ricercatrici ed è stata studiata da numerose prospettive teoriche. La produzione scientifica fino ad oggi generata merita attenzione rispetto a un tema centrale negli studi di genere: gli stereotipi”.
La ricerca fornisce una rassegna degli studi principali ma prova anche a delineare una interpretazione nuova, e soprattutto equilibrata, delle situazioni che si generano nelle imprese.
Bannò e D’Allura esaminano prima il quado statistico delle diseguaglianze di genera a livello europeo e italiano, successivamente prendono in considerazione il contributo apportato comunque dalle teorie femministe e, quindi, quello delle teorie manageriali. Nella seconda parte dell’indagine le due ricercatrici affrontano i tre temi sui quali fornire un’interpretazione più accurata.
Tra le conclusioni, le due autrici rilevano come nei CdA “le donne sono un simbolo (token) nei CdA quando non superano una certa soglia e, pertanto, restano inascoltate”, mentre “solo se raggiungono la massa critica esse si sentono nelle condizioni di potersi esprimere liberamente e possono aspettarsi di essere ascoltate”, ma soprattutto che tutto dipende dal tipo di impresa analizzato.
Soprattutto Bannò e D’Allura sottolineano: “La letteratura sintetizzata (…) suggerisce chiaramente che l’attuale misconoscenza delle capacità e competenze delle donne deve essere necessariamente rivista”. Serve però un “nuovo approccio manageriale volto a nutrire la consapevolezza che non esistono capacità o competenze legate al genere, ma esistono contesti in cui vi sono degli stereotipi che influiscono sulla valutazione di tali competenze”.
Donne e governo d’impresa. Prospettive teoriche ed evidenze empiriche
Mariasole Bannò Giorgia Maria D’Allura
Franco Angeli Open Access, 2022