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Doppio scambio fra imprenditore e società

L’imprenditore si muove in un ambiente ben determinato. Non agisce da solo e non agisce senza condizionamenti da parte dell’esterno; così come il suo agire ha effetti, anche importanti, sul sistema sociale e istituzionale nel quale la sua impresa si trova. Accade così anche per la creazione della cultura  dell’impresa stessa che è il risultato di sollecitazioni, istanze, provocazioni che nascono dall’interno dell’azienda ma che comunicano continuamente con l’esterno di essa.

Tutto questo, apparentemente, è il traguardo di una semplice osservazione della realtà. Ma dall’osservazione alla teoria che conferisce un metodo e un inquadramento razionali alla realtà osservata, può passarci anche molto. E molti errori d’interpretazione.

Per questo sono utili i lavori che forniscono la traccia del cammino fatto.  Soprattutto in un campo d’indagine complesso e delicato come quello dell’imprenditorialità e della cultura aziendale.

Shabir Bhat e Riyaz Khan (rispettivamente della Business School della University of Kashmir e della School for Entrepreneurship Studies della JKEDI a Sempora, Pampore, India), hanno raggiunto un risultato di questo genere. Nel loro “Entrepreneurship and Institutional Environment: Perspectives  from the Review of Literature”, i due ricercatori indiani hanno analizzato la letteratura più importante degli ultimi anni circa i legami fra “ambiente imprenditoriale” e “ambiente istituzionale”. Ne è nata una ricerca metodica, condotta nelle principali riviste che dedicano attenzione ai vari aspetti dell’imprenditorialità.

Bhat e Khan arrivano così ad individuare due livelli di studio che si intrecciano e forniscono indicazioni sui legami fra imprenditore e ambiente. Prima di tutto un “micro livello” di analisi, che pone attenzione alle caratteristiche proprie di ogni imprenditore e ogni impresa. Chi vede l’imprenditore e il suo agire da un livello “micro”, basa la sua interpretazione della realtà produttiva  sui tratti personali dell’uomo d’impresa, sulla sua capacità di intravvedere opportunità di sviluppo e formulare conseguentemente strategie di crescita. Il “macro livello” di studio, invece, prende in considerazione una serie di fattori che si riferiscono a processi esterni che sono spesso al di là del controllo dell’imprenditore. In questo caso, la letteratura si è spostata sull’esame dell’ambiente sociale, di quello finanziario e patrimoniale e di quello politico-istituzionale che condizionano l’agire d’impresa.

Bhat e Khan arrivano quindi ad una dimostrazione: la letteratura a disposizione indica che l’ambiente istituzionale ha un impatto di vasta portata sullo sviluppo imprenditoriale in qualsiasi economia. Pertanto, secondo  gli autori, le analisi sull’imprenditorialità dovrebbero essere  condotte anche attraverso la lente della configurazione istituzionale nel quale l’imprenditore agisce.

Non è una conclusione banale. Conferma non solo che l’impresa è un’entità sociale, ma anche che per la nascita, lo sviluppo e la morte di questa, l’assetto sociale  e istituzionale possono essere determinanti. Ciò che accade in Italia oggi, potrebbe, da questo punto di vista, essere un interessante caso pratico.

Entrepreneurship and Institutional Environment: Perspectives  from the Review of Literature 

Shabir Bhat, Riyaz Khan

European Journal of Business and Management, Vol.6, No.1, 2014

L’imprenditore si muove in un ambiente ben determinato. Non agisce da solo e non agisce senza condizionamenti da parte dell’esterno; così come il suo agire ha effetti, anche importanti, sul sistema sociale e istituzionale nel quale la sua impresa si trova. Accade così anche per la creazione della cultura  dell’impresa stessa che è il risultato di sollecitazioni, istanze, provocazioni che nascono dall’interno dell’azienda ma che comunicano continuamente con l’esterno di essa.

Tutto questo, apparentemente, è il traguardo di una semplice osservazione della realtà. Ma dall’osservazione alla teoria che conferisce un metodo e un inquadramento razionali alla realtà osservata, può passarci anche molto. E molti errori d’interpretazione.

Per questo sono utili i lavori che forniscono la traccia del cammino fatto.  Soprattutto in un campo d’indagine complesso e delicato come quello dell’imprenditorialità e della cultura aziendale.

Shabir Bhat e Riyaz Khan (rispettivamente della Business School della University of Kashmir e della School for Entrepreneurship Studies della JKEDI a Sempora, Pampore, India), hanno raggiunto un risultato di questo genere. Nel loro “Entrepreneurship and Institutional Environment: Perspectives  from the Review of Literature”, i due ricercatori indiani hanno analizzato la letteratura più importante degli ultimi anni circa i legami fra “ambiente imprenditoriale” e “ambiente istituzionale”. Ne è nata una ricerca metodica, condotta nelle principali riviste che dedicano attenzione ai vari aspetti dell’imprenditorialità.

Bhat e Khan arrivano così ad individuare due livelli di studio che si intrecciano e forniscono indicazioni sui legami fra imprenditore e ambiente. Prima di tutto un “micro livello” di analisi, che pone attenzione alle caratteristiche proprie di ogni imprenditore e ogni impresa. Chi vede l’imprenditore e il suo agire da un livello “micro”, basa la sua interpretazione della realtà produttiva  sui tratti personali dell’uomo d’impresa, sulla sua capacità di intravvedere opportunità di sviluppo e formulare conseguentemente strategie di crescita. Il “macro livello” di studio, invece, prende in considerazione una serie di fattori che si riferiscono a processi esterni che sono spesso al di là del controllo dell’imprenditore. In questo caso, la letteratura si è spostata sull’esame dell’ambiente sociale, di quello finanziario e patrimoniale e di quello politico-istituzionale che condizionano l’agire d’impresa.

Bhat e Khan arrivano quindi ad una dimostrazione: la letteratura a disposizione indica che l’ambiente istituzionale ha un impatto di vasta portata sullo sviluppo imprenditoriale in qualsiasi economia. Pertanto, secondo  gli autori, le analisi sull’imprenditorialità dovrebbero essere  condotte anche attraverso la lente della configurazione istituzionale nel quale l’imprenditore agisce.

Non è una conclusione banale. Conferma non solo che l’impresa è un’entità sociale, ma anche che per la nascita, lo sviluppo e la morte di questa, l’assetto sociale  e istituzionale possono essere determinanti. Ciò che accade in Italia oggi, potrebbe, da questo punto di vista, essere un interessante caso pratico.

Entrepreneurship and Institutional Environment: Perspectives  from the Review of Literature 

Shabir Bhat, Riyaz Khan

European Journal of Business and Management, Vol.6, No.1, 2014

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