Educare all’impresa, sempre
Il connubio fra innovazione sociale e necessità d’imprenditività visti dalla teoria e in pratica
Persona, società, lavoro. Tutto passando per le esperienze di ognuno e per quelle dei sistemi sociali, così come di quelli produttivi. Nodo complesso di temi e problemi, quello delle relazioni fra la crescita della persona in rapporto con i suoi simili e con gli ambienti di lavoro. Complessità che si accresce quando l’imprenditività della persona si coniuga con il suo status di migrante. Proprio da questa situazione, tuttavia, possono nascere realtà importanti.
E’ quanto racconta Silvia Lassi nella tesi discussa presso la Scuola di Studi Umanistici e della Formazione dell’Università di Firenze. “Imprenditività e migranti: un percorso possibile di innovazione sociale”, ragiona partendo dalla constatazione di quanto l’innovazione in generale e l’innovazione sociale in particolare, ricoprano un ruolo centrale nella ricerca di soluzioni più “efficaci, efficienti, sostenibili ed inclusive rispetto a quelle esistenti” ai problemi che coinvolgono molte comunità..
Innovazione, dunque, è la parola d’ordine, che Lassi applica al problema dell’inclusione sociale dei migranti alle prese con la necessità di trovare lavoro e, magari, di creare imprese. Se questo è il traguardo concreto, la ricerca parte dal mettere in fila un paradigma teorico che deriva da due grandi pensatori (Martha Nussbaum e Amartya Sen) e che si basa sull’approccio delle capacità cioè “sulla centralità della persona, su cosa è capace di essere e di fare, sulla libertà di scelta come base per la realizzazione di qualsiasi progetto di vita”. E’ guardando al traguardo finale e alle basi teoriche del cammino per arrivarci, che Lassi costruisce la sua indagine.
La ricerca, mette quindi a punto il contesto teorico sul quale basarsi, per poi passare ad analizzare il dettaglio dell’approccio delle capacità in relazione ai temi dell’imprenditività e dell’imprenditorialità, per arrivare quindi ad un’applicazione concreta: il Progetto Loud realizzato basandosi su alcune iniziative dell’Università di Firenze dedicate al sostegno dell’imprenditoria giovanile in relazione ai migranti.
Il lavoro di Silvia Lassi ha un gran merito: quello di raccontare sinteticamente un percorso complesso – dalla teoria alla pratica -, di crescita umana e imprenditoriale che può essere d’esempio per altre realtà.
Bella la citazione di Martha Nussbaum posta all’inizio del tutto (che può fra l’altro calzare bene come sintesi di ogni sogno d’impresa): “Inseguire un sogno presuppone dei sognatori: intelligenze educate a pensare criticamente alle alternative e ad immaginare obiettivi ambiziosi”.
Imprenditività e migranti: un percorso possibile di innovazione sociale
Silvia Lassi
Tesi, Università degli studi di Firenze, Scuola di Studi Umanistici e della Formazione Corso di Laurea in Scienze dell’educazione degli adulti, formazione continua e scienze pedagogiche, 2019
Il connubio fra innovazione sociale e necessità d’imprenditività visti dalla teoria e in pratica
Persona, società, lavoro. Tutto passando per le esperienze di ognuno e per quelle dei sistemi sociali, così come di quelli produttivi. Nodo complesso di temi e problemi, quello delle relazioni fra la crescita della persona in rapporto con i suoi simili e con gli ambienti di lavoro. Complessità che si accresce quando l’imprenditività della persona si coniuga con il suo status di migrante. Proprio da questa situazione, tuttavia, possono nascere realtà importanti.
E’ quanto racconta Silvia Lassi nella tesi discussa presso la Scuola di Studi Umanistici e della Formazione dell’Università di Firenze. “Imprenditività e migranti: un percorso possibile di innovazione sociale”, ragiona partendo dalla constatazione di quanto l’innovazione in generale e l’innovazione sociale in particolare, ricoprano un ruolo centrale nella ricerca di soluzioni più “efficaci, efficienti, sostenibili ed inclusive rispetto a quelle esistenti” ai problemi che coinvolgono molte comunità..
Innovazione, dunque, è la parola d’ordine, che Lassi applica al problema dell’inclusione sociale dei migranti alle prese con la necessità di trovare lavoro e, magari, di creare imprese. Se questo è il traguardo concreto, la ricerca parte dal mettere in fila un paradigma teorico che deriva da due grandi pensatori (Martha Nussbaum e Amartya Sen) e che si basa sull’approccio delle capacità cioè “sulla centralità della persona, su cosa è capace di essere e di fare, sulla libertà di scelta come base per la realizzazione di qualsiasi progetto di vita”. E’ guardando al traguardo finale e alle basi teoriche del cammino per arrivarci, che Lassi costruisce la sua indagine.
La ricerca, mette quindi a punto il contesto teorico sul quale basarsi, per poi passare ad analizzare il dettaglio dell’approccio delle capacità in relazione ai temi dell’imprenditività e dell’imprenditorialità, per arrivare quindi ad un’applicazione concreta: il Progetto Loud realizzato basandosi su alcune iniziative dell’Università di Firenze dedicate al sostegno dell’imprenditoria giovanile in relazione ai migranti.
Il lavoro di Silvia Lassi ha un gran merito: quello di raccontare sinteticamente un percorso complesso – dalla teoria alla pratica -, di crescita umana e imprenditoriale che può essere d’esempio per altre realtà.
Bella la citazione di Martha Nussbaum posta all’inizio del tutto (che può fra l’altro calzare bene come sintesi di ogni sogno d’impresa): “Inseguire un sogno presuppone dei sognatori: intelligenze educate a pensare criticamente alle alternative e ad immaginare obiettivi ambiziosi”.
Imprenditività e migranti: un percorso possibile di innovazione sociale
Silvia Lassi
Tesi, Università degli studi di Firenze, Scuola di Studi Umanistici e della Formazione Corso di Laurea in Scienze dell’educazione degli adulti, formazione continua e scienze pedagogiche, 2019