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Esplorare la Cultura Imprenditoriale

Cultura Imprenditoriale. Concetto usato molto, abusato anche, da scrivere con le iniziali maiuscole per dare più enfasi al discorso. L’idea di cultura dell’imprenditore e dell’impresa che questi crea, è sicuramente diventata di moda. Con tutte le conseguenze del caso. Anche negative. Serve sempre di più, anche in questo caso, sistematizzare la teoria, dare senso alla pratica. Soprattutto quando in nome della Cultura Imprenditoriale si compiono atti istituzionali, si effettuano scelte aziendali, si orientano politiche economiche. Basta pensare, per capire meglio, a quanto il concetto di Cultura Imprenditoriale sia usato come strumento per promuovere l’imprenditorialità per la riduzione della disoccupazione attraverso la creazione di posti di lavoro.

C’è da chiedersi quindi: che cosa sia per davvero la Cultura Imprenditoriale. Domanda alla quale non è possibile rispondere un maniera univoca. La ricerca di Christabel D. Brownson della Akwa Ibom State University, prova a mettere ordine nella materia analizzando una mole ingente di letteratura, confrontandola con la realtà e arrivando ad uno schema interessante.

La Cultura Imprenditoriale, secondo Brownson non è monolitica ma costituita da varie componenti: attributi imprenditoriali, valori imprenditoriali, mentalità imprenditoriale e comportamento imprenditoriale.

Il risultato di tutto questo è l’agire dell’impresa. Ma la gran parte di ciò che dà vita al comportamento dell’imprenditore non si vede. Brownson spiega che solo il comportamento finale di chi fa impresa si rende visibile, mentre tutto il resto fa parte di due livelli: uno assolutamente “invisibile”, l’altro “semi-invisibile”. Di ogni componente, poi, vengono approfonditi tratti e caratteristiche per cercare di capire l’alchimia in base alla quale – alla fine – nasce un imprenditore con la sua impresa.

Secondo Brownson, quindi, gli attributi imprenditoriali possono derivare sia dall’ambiente di vita dell’individuo stesso (famiglia, educazione), sia dal contesto sociale e politico nel quale è cresciuto. E’ su di essi che prendono corpo, successivamente, i “valori” imprenditoriali. L’indipendenza, la capacità di innovazione, l’onestà e la propensione al lavoro affondano le loro radici – secondo la ricercatrice -, negli attributi imprenditoriali e costituiscono a loro volta la base per la creazione della vera mentalità d’impresa cioè della capacità di rispondere positivamente alle sollecitazioni che arrivano: possibilità di produzione, mercati nuovi, esigenze diverse. E’ da tutto questo che, infine, emerge il comportamento visibile dell’imprenditore. Scelte concrete che, a loro volta, influenzano quanto le ha originate in un continuo interscambio di informazioni e segnali.

Ciò che emerge dalla decina di pagine di “Fostering Entrepreneurial Culture: A Conceptualization” è così una variegata e sfaccettata visione della figura dell’imprenditore. Con la conferma di una condizione di fondo: nell’insieme di componenti che fanno nascere l’impresa ci finisce davvero di tutto.

Fostering Entrepreneurial Culture: A Conceptualization

Christabel Divine Brownson

Faculty of Social and Management Sciences, Akwa Ibom State University, Nigeria

European Journal of Business and Management, Vol.5, No.31, 2013

Cultura Imprenditoriale. Concetto usato molto, abusato anche, da scrivere con le iniziali maiuscole per dare più enfasi al discorso. L’idea di cultura dell’imprenditore e dell’impresa che questi crea, è sicuramente diventata di moda. Con tutte le conseguenze del caso. Anche negative. Serve sempre di più, anche in questo caso, sistematizzare la teoria, dare senso alla pratica. Soprattutto quando in nome della Cultura Imprenditoriale si compiono atti istituzionali, si effettuano scelte aziendali, si orientano politiche economiche. Basta pensare, per capire meglio, a quanto il concetto di Cultura Imprenditoriale sia usato come strumento per promuovere l’imprenditorialità per la riduzione della disoccupazione attraverso la creazione di posti di lavoro.

C’è da chiedersi quindi: che cosa sia per davvero la Cultura Imprenditoriale. Domanda alla quale non è possibile rispondere un maniera univoca. La ricerca di Christabel D. Brownson della Akwa Ibom State University, prova a mettere ordine nella materia analizzando una mole ingente di letteratura, confrontandola con la realtà e arrivando ad uno schema interessante.

La Cultura Imprenditoriale, secondo Brownson non è monolitica ma costituita da varie componenti: attributi imprenditoriali, valori imprenditoriali, mentalità imprenditoriale e comportamento imprenditoriale.

Il risultato di tutto questo è l’agire dell’impresa. Ma la gran parte di ciò che dà vita al comportamento dell’imprenditore non si vede. Brownson spiega che solo il comportamento finale di chi fa impresa si rende visibile, mentre tutto il resto fa parte di due livelli: uno assolutamente “invisibile”, l’altro “semi-invisibile”. Di ogni componente, poi, vengono approfonditi tratti e caratteristiche per cercare di capire l’alchimia in base alla quale – alla fine – nasce un imprenditore con la sua impresa.

Secondo Brownson, quindi, gli attributi imprenditoriali possono derivare sia dall’ambiente di vita dell’individuo stesso (famiglia, educazione), sia dal contesto sociale e politico nel quale è cresciuto. E’ su di essi che prendono corpo, successivamente, i “valori” imprenditoriali. L’indipendenza, la capacità di innovazione, l’onestà e la propensione al lavoro affondano le loro radici – secondo la ricercatrice -, negli attributi imprenditoriali e costituiscono a loro volta la base per la creazione della vera mentalità d’impresa cioè della capacità di rispondere positivamente alle sollecitazioni che arrivano: possibilità di produzione, mercati nuovi, esigenze diverse. E’ da tutto questo che, infine, emerge il comportamento visibile dell’imprenditore. Scelte concrete che, a loro volta, influenzano quanto le ha originate in un continuo interscambio di informazioni e segnali.

Ciò che emerge dalla decina di pagine di “Fostering Entrepreneurial Culture: A Conceptualization” è così una variegata e sfaccettata visione della figura dell’imprenditore. Con la conferma di una condizione di fondo: nell’insieme di componenti che fanno nascere l’impresa ci finisce davvero di tutto.

Fostering Entrepreneurial Culture: A Conceptualization

Christabel Divine Brownson

Faculty of Social and Management Sciences, Akwa Ibom State University, Nigeria

European Journal of Business and Management, Vol.5, No.31, 2013

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