Fare buona conversazione aiuta la produttività
L’idea di fondo è semplice ma impegnativa: la comunicazione è sempre una sfida, anche per le aziende multinazionali. A dire le cose – soprattutto a dirle chiare – ci si mette in gioco, sempre. Ma serve, anche in un’impresa, piccola o grande che sia. Parlarsi serve per lavorare meglio, produrre con maggiore efficienza e, in definitiva, far crescere fatturato e occupazione. Anzi, in una società complessa come quella in cui le imprese agiscono oggi, uno degli strumenti chiave per migliorare la gestione aziendale, e soprattutto i risultati finali, sembra essere quello della comunicazione efficace, seria, costruttiva e produttiva. Cosa facile a farsi nelle imprese di piccole dimensioni, più difficile in quelle più grandi.
Ad analizzare la conversational leadership e le possibili modalità di applicazione pratica, ci ha pensato Carmen Nobel (Senior editor del Harvard Business School Working Knowledge), che in un breve articolo (The Power of Conversational Leadership), approfondisce gli aspetti essenziali del tema partendo dall’analisi di Talk, Inc: How Trusted Leaders Use Conversation to Power Their Organizations di Boris Groysberg (docente alla Harvard Business School) e Michael Slind (consulente di comunicazione per numerose compagnie multinazionali).
Articolo e libro approfondiscono gli aspetti teorici e pratici del tema. Partendo anche da situazioni paradossali: in molti casi l’impresa dispone di un gruppo dirigente sicuro sulla strategia aziendale da adottare, ma poi se si va all’interno dell’organizzazione si scopre che nessun altro ha la più pallida idea di cosa fare.
Carmen Nobel sostiene quindi la “conversazione organizzativa” da applicare a tutti i processi di un’impresa. Ma come? E’ possibile agire in base a quattro principi che ovviamente devono essere accettati dai vertici: creare una “intimità mentale” (cioè una consonanza di idee e principi d’azione), dare vita ad una continua interattività, rendere effettiva l’inclusione nella conversazione di tutti i componenti dell’organizzazione e rappresentare in maniera chiara gli obiettivi verso i quali tutta l’impresa sta lavorando. Con una verità di fondo: una conversazione produttiva è un vantaggio competitivo per l’impresa.
The Power of Conversational Leadership
Carmen Nobel
Harvard
Business School Working Knowledge.
Luglio 2012
L’idea di fondo è semplice ma impegnativa: la comunicazione è sempre una sfida, anche per le aziende multinazionali. A dire le cose – soprattutto a dirle chiare – ci si mette in gioco, sempre. Ma serve, anche in un’impresa, piccola o grande che sia. Parlarsi serve per lavorare meglio, produrre con maggiore efficienza e, in definitiva, far crescere fatturato e occupazione. Anzi, in una società complessa come quella in cui le imprese agiscono oggi, uno degli strumenti chiave per migliorare la gestione aziendale, e soprattutto i risultati finali, sembra essere quello della comunicazione efficace, seria, costruttiva e produttiva. Cosa facile a farsi nelle imprese di piccole dimensioni, più difficile in quelle più grandi.
Ad analizzare la conversational leadership e le possibili modalità di applicazione pratica, ci ha pensato Carmen Nobel (Senior editor del Harvard Business School Working Knowledge), che in un breve articolo (The Power of Conversational Leadership), approfondisce gli aspetti essenziali del tema partendo dall’analisi di Talk, Inc: How Trusted Leaders Use Conversation to Power Their Organizations di Boris Groysberg (docente alla Harvard Business School) e Michael Slind (consulente di comunicazione per numerose compagnie multinazionali).
Articolo e libro approfondiscono gli aspetti teorici e pratici del tema. Partendo anche da situazioni paradossali: in molti casi l’impresa dispone di un gruppo dirigente sicuro sulla strategia aziendale da adottare, ma poi se si va all’interno dell’organizzazione si scopre che nessun altro ha la più pallida idea di cosa fare.
Carmen Nobel sostiene quindi la “conversazione organizzativa” da applicare a tutti i processi di un’impresa. Ma come? E’ possibile agire in base a quattro principi che ovviamente devono essere accettati dai vertici: creare una “intimità mentale” (cioè una consonanza di idee e principi d’azione), dare vita ad una continua interattività, rendere effettiva l’inclusione nella conversazione di tutti i componenti dell’organizzazione e rappresentare in maniera chiara gli obiettivi verso i quali tutta l’impresa sta lavorando. Con una verità di fondo: una conversazione produttiva è un vantaggio competitivo per l’impresa.
The Power of Conversational Leadership
Carmen Nobel
Harvard
Business School Working Knowledge.
Luglio 2012