Formarsi sempre
Una tesi discussa all’Università di Padova puntualizza tratti e condizioni per la diffusione efficace del sapere nelle aziende
Sapere per crescere. Indicazione all’apparenza naturale da mettere in pratica, eppure così complessa da affrontare nella realtà dei fatti. Formazione, aggiornamento delle competenze, messa in discussione di pratiche d’azienda collaudate ma polverose, sono alcuni dei dettati della moderna gestione delle risorse umane. Che deve essere però compresa a fondo, e ogni volta misurata con la realtà dell’organizzazione della produzione alla quale viene applicata. Il lavoro di tesi discusso recentemente da Martina Spinello nell’ambito del corso di laurea in economia del Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno” di Padova, affronta alcuni aspetti del “tema formazione” ai quali è bene sempre ritornare.
E’ possibile cogliere l’assunto di base dell’indagine di Spinello dallo stesso titolo: “L’importanza di investire nella formazione e nelle competenze”. In un mercato del lavoro ormai saturo e con competenze base spesso comuni, dice quindi l’autrice, è importante sapersi distinguere attraverso abilità professionali e conoscenze personali capaci di aumentare le proprie performance e di conseguenza quelle dell’organizzazione per la quale si opera. Non semplice apprendimento di manualità ripetitive, ma qualcosa che ormai si è fatto più ampio e complesso.
Spinello indaga quindi il tema prima dal punto di vista teorico e poi guardando ad un caso d’azienda. Vengono quindi presi in considerazione aspetti diversi della formazione come quelli relativi al “capitale umano” presente in azienda e quindi la “formazione continua” come elemento imprescindibile dell’organizzazione d’impresa declinato nelle sue varie espressioni fino ad arrivare alla gamification intesa come ultima frontiera formativa aziendale. Il caso aziendale è quello della Sixton Peak, marchio di calzature antinfortunistiche di proprietà di Maspica S.p.A., con circa 600 dipendenti.
Spinello conclude il suo lavoro non solo sottolineando che la formazione flessibile è l’obiettivo corretto da perseguire sia per i lavoratori che per le imprese, ma puntando il dito su un aspetto: la formazione corretta è quella che riesce a trovare il giusto equilibrio tra impegno e costi per realizzarla e risultati (anche in termini umani oltre che economici) che riesce a raggiungere. In altre parole, si fa buona formazione e buona cultura d’impresa anche tenendo conto dei numeri che entrano in gioco.
L’importanza di investire nella formazione e nelle competenze
Martina Spinello
Tesi. Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno”, Corso di laurea in Economia, 2020
Una tesi discussa all’Università di Padova puntualizza tratti e condizioni per la diffusione efficace del sapere nelle aziende
Sapere per crescere. Indicazione all’apparenza naturale da mettere in pratica, eppure così complessa da affrontare nella realtà dei fatti. Formazione, aggiornamento delle competenze, messa in discussione di pratiche d’azienda collaudate ma polverose, sono alcuni dei dettati della moderna gestione delle risorse umane. Che deve essere però compresa a fondo, e ogni volta misurata con la realtà dell’organizzazione della produzione alla quale viene applicata. Il lavoro di tesi discusso recentemente da Martina Spinello nell’ambito del corso di laurea in economia del Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno” di Padova, affronta alcuni aspetti del “tema formazione” ai quali è bene sempre ritornare.
E’ possibile cogliere l’assunto di base dell’indagine di Spinello dallo stesso titolo: “L’importanza di investire nella formazione e nelle competenze”. In un mercato del lavoro ormai saturo e con competenze base spesso comuni, dice quindi l’autrice, è importante sapersi distinguere attraverso abilità professionali e conoscenze personali capaci di aumentare le proprie performance e di conseguenza quelle dell’organizzazione per la quale si opera. Non semplice apprendimento di manualità ripetitive, ma qualcosa che ormai si è fatto più ampio e complesso.
Spinello indaga quindi il tema prima dal punto di vista teorico e poi guardando ad un caso d’azienda. Vengono quindi presi in considerazione aspetti diversi della formazione come quelli relativi al “capitale umano” presente in azienda e quindi la “formazione continua” come elemento imprescindibile dell’organizzazione d’impresa declinato nelle sue varie espressioni fino ad arrivare alla gamification intesa come ultima frontiera formativa aziendale. Il caso aziendale è quello della Sixton Peak, marchio di calzature antinfortunistiche di proprietà di Maspica S.p.A., con circa 600 dipendenti.
Spinello conclude il suo lavoro non solo sottolineando che la formazione flessibile è l’obiettivo corretto da perseguire sia per i lavoratori che per le imprese, ma puntando il dito su un aspetto: la formazione corretta è quella che riesce a trovare il giusto equilibrio tra impegno e costi per realizzarla e risultati (anche in termini umani oltre che economici) che riesce a raggiungere. In altre parole, si fa buona formazione e buona cultura d’impresa anche tenendo conto dei numeri che entrano in gioco.
L’importanza di investire nella formazione e nelle competenze
Martina Spinello
Tesi. Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “M. Fanno”, Corso di laurea in Economia, 2020