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Forte e solitaria cultura d’impresa

Sintetizzata in un breve e denso libro l’esperienza di un manager-imprenditore fuori dagli schemi

Valutare, scegliere, decidere. In solitudine. Perché, alla fine, l’imprenditore vero e il manager  davvero tale, compiono questi tre passi da soli. Dopo tutte le consultazioni  del caso, dopo la lettura di tutti i rapporti e di tutte le analisi, dopo magari innumerevoli riunioni, imprenditore e manager si trovano davanti alla responsabilità individuale della decisione finale. Ed è anche da lì che si vede chi ha la stoffa giusta. Ed è proprio dalla solitudine, ma anche dall’attitudine e dall’impegno, che prende le mosse il libro di Denis Delespaul “L’eleganza dell’okapi. Confessioni di un manager” pubblicato da qualche settimana (l’origine del titolo del volume sta proprio nella solitudine).

Si tratta di un racconto di circa 150 pagine che si leggono in una giornata; è la vita di un manager-imprenditore originale ma proprio per  questo esemplificativo della figura e delle caratteristiche di ogni buon “capitano d’impresa”.  Nato a Parigi nel 1952, Denis Delespaul arriva in Italia nel 1990. Qui apre, per conto di un gruppo bancario francese, una società di leasing che, nel 2000, diventa Bnp Paribas Lease Group Spa. Tuttora ne è l’amministratore delegato o, come preferisce definirsi lui stesso, l'”imprenditore delegato”.  Il succo del suo agire sta nella curiosità. Spiega che un leader non può essere noioso. Inventiva, curiosità, vivacità, estro e creatività, tuttavia, non sempre appaiono come doti essenziali nelle teorie e nei manuali di gestione d’impresa. E invece lo sono. Despaul spiega perché.

Il libro racconta la vita di un fondatore e amministratore delegato di un istituto finanziario che ha lavorato per un quarto di secolo fuori dagli schemi, elegante e informale, che riesce a conciliare chitarra e cravatta, jazz e musica classica, humour e filosofia. Un animo che traspare anche dai personaggi e dagli autori che si incontrano nel volume: Nietzsche, Spinoza e Marco Aurelio, Irvin Yalom, Isaac Getz e Alexandre Havard; ma anche gli Orsetti del Cuore, Davy Crockett e Robinson Crusoe e molti altri.

Ma la vita di un manager-imprenditore non è solo divertimento. Al di là di umorismo e divertissement quindi, Delespaul è attento al contesto globale in cui si muove il nuovo management, chiamato a fronteggiare un presente drammatico e un futuro incerto. Despaul, quindi, tocca i ricordi di una vita in azienda ma anche il futuro delle vite in molte aziende nell’ultimo capitolo – “Verso un New Deal  del management” -, che inizia con una frase che deve far pensare – “Non si è mai leader ‘sotto vuoto’” -, e si conclude con una citazione di Antoine de Saint-Exupéry: “Le plus beau métier d’homme est le métier d’unir les hommes”.

Quanto scritto da Despaul non è un manuale di management e non serve per chi si pensa già un leader. E’ qualcosa di diverso e di molto di più.

L’eleganza dell’okapi. Confessioni di un manager

Denis Delespaul

Guerini NEXT, 2016

Sintetizzata in un breve e denso libro l’esperienza di un manager-imprenditore fuori dagli schemi

Valutare, scegliere, decidere. In solitudine. Perché, alla fine, l’imprenditore vero e il manager  davvero tale, compiono questi tre passi da soli. Dopo tutte le consultazioni  del caso, dopo la lettura di tutti i rapporti e di tutte le analisi, dopo magari innumerevoli riunioni, imprenditore e manager si trovano davanti alla responsabilità individuale della decisione finale. Ed è anche da lì che si vede chi ha la stoffa giusta. Ed è proprio dalla solitudine, ma anche dall’attitudine e dall’impegno, che prende le mosse il libro di Denis Delespaul “L’eleganza dell’okapi. Confessioni di un manager” pubblicato da qualche settimana (l’origine del titolo del volume sta proprio nella solitudine).

Si tratta di un racconto di circa 150 pagine che si leggono in una giornata; è la vita di un manager-imprenditore originale ma proprio per  questo esemplificativo della figura e delle caratteristiche di ogni buon “capitano d’impresa”.  Nato a Parigi nel 1952, Denis Delespaul arriva in Italia nel 1990. Qui apre, per conto di un gruppo bancario francese, una società di leasing che, nel 2000, diventa Bnp Paribas Lease Group Spa. Tuttora ne è l’amministratore delegato o, come preferisce definirsi lui stesso, l'”imprenditore delegato”.  Il succo del suo agire sta nella curiosità. Spiega che un leader non può essere noioso. Inventiva, curiosità, vivacità, estro e creatività, tuttavia, non sempre appaiono come doti essenziali nelle teorie e nei manuali di gestione d’impresa. E invece lo sono. Despaul spiega perché.

Il libro racconta la vita di un fondatore e amministratore delegato di un istituto finanziario che ha lavorato per un quarto di secolo fuori dagli schemi, elegante e informale, che riesce a conciliare chitarra e cravatta, jazz e musica classica, humour e filosofia. Un animo che traspare anche dai personaggi e dagli autori che si incontrano nel volume: Nietzsche, Spinoza e Marco Aurelio, Irvin Yalom, Isaac Getz e Alexandre Havard; ma anche gli Orsetti del Cuore, Davy Crockett e Robinson Crusoe e molti altri.

Ma la vita di un manager-imprenditore non è solo divertimento. Al di là di umorismo e divertissement quindi, Delespaul è attento al contesto globale in cui si muove il nuovo management, chiamato a fronteggiare un presente drammatico e un futuro incerto. Despaul, quindi, tocca i ricordi di una vita in azienda ma anche il futuro delle vite in molte aziende nell’ultimo capitolo – “Verso un New Deal  del management” -, che inizia con una frase che deve far pensare – “Non si è mai leader ‘sotto vuoto’” -, e si conclude con una citazione di Antoine de Saint-Exupéry: “Le plus beau métier d’homme est le métier d’unir les hommes”.

Quanto scritto da Despaul non è un manuale di management e non serve per chi si pensa già un leader. E’ qualcosa di diverso e di molto di più.

L’eleganza dell’okapi. Confessioni di un manager

Denis Delespaul

Guerini NEXT, 2016

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