Guardare in alto, sempre
Condensato in un libro il dialogo tra un filosofo e un tecnologo su cultura e tecnica
Cultura politecnica. Cultura omnicomprensiva del produrre e progredire con attenzione e rispetto. Delle persone e dell’ambiente. Cultura per tutti. Che porta a guardare in alto e non solo indietro e in basso. E’ sempre difficile – ma affascinante -, il ragionamento attorno alle nuove tecnologie, al progresso, all’uomo nelle sue diverse espressioni, alle modalità per sciogliere i nodi del presente e tessere una buona stoffa per il futuro. Eppure, è un ragionamento da condurre. E c’è chi riesce meglio di altri nel compito.
E’ il caso di Maurizio Ferraris e Guido Saracco (filosofo il primo, ingegnere chimico il secondo), che hanno provato con il loro “Tecnosofia. Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova”, a tracciare una strada inconsueta per arrivare in poco meno di duecento pagine ad una sintesi tentata da molti e raggiunta da pochissimi.
Il libro è, tutto sommato, riassunto nelle due affermazioni poste subito in copertina: “Il farmaco più potente a disposizione della scimmia nuda è la tecnica, e la tecnica più potente è il capitale. L’alleanza tra tecnologia e umanesimo può potenziare questo capitale a beneficio di tutti, trasformandolo in un patrimonio dell’umanità”. Capitale, dunque. Che i due autori declinano in varie forme, partendo dalle rispettive esperienze di studio e di vita: la filosofia da una parte e la tecnica dall’altra. Il risultato è un percorso verso l’alto, caratterizzato da una serie di tappe. Preso atto che si deve fare i conti con un “ascensore da riparare” per far progredite l’umanità, gli autori si concentrano sul capitale visto come miglior strumento per quanto occorre intraprendere. Uno strumento del tutto particolare: tecnologico certamente, ma anche semantico (attento cioè al contenuto e al significato), sintattico (quindi attento alla struttura e ai meccanismi per mezzo dei quali agisce), e poi ancora umano (e cioè basato sulla straordinarietà dell’essere umano in tutte le sue varie manifestazioni). Un capitale attento anche agli aspetti ecologici del suo agire oltre che a quelli scientifici e tecnologici; e non dimentico dei tratti propri dell’umanità per arrivare a realizzare due principi di fondo: “Da ognuno secondo la sua capacità. A ognuno secondo i suoi bisogni”.
Quanto più la tecnologia e l’umanesimo sapranno interagire – è il messaggio che Ferraris e Saracco lanciano ai chi legge -, tanto più l’umanità procederà positivamente lungo la strada del progresso.
Il libro di Maurizio Ferraris e Guido Saracco è una visione positiva delle capacità della tecnologia vista come qualcosa che appartiene all’umanità dalle sue origini, e che contiene la capacità di conservare e moltiplicare il valore dei beni materiali e culturali a beneficio delle generazioni future. A patto che questa tecnologia venga adoperata con attenzione e saggezza.
“Tecnosofia” non è certamente una lettura facilissima, ma è una lettura da affrontare. Da parte di tutti. Una lettura da compiere senza preconcetti e scevra da luoghi comuni. Bellissimo uno dei passaggi finali del libro: “Il progresso non è la ricerca di un bene che nel mondo non si dà mai pienamente, ma è una fuga senza fine dal male; e al gioco facile di guardare in basso bisogna sostituire quello più difficile di manutenere e migliorare l’alto”.
Tecnosofia. Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova
Maurizio Ferraris, Guido Saracco
Laterza, 2023
Condensato in un libro il dialogo tra un filosofo e un tecnologo su cultura e tecnica
Cultura politecnica. Cultura omnicomprensiva del produrre e progredire con attenzione e rispetto. Delle persone e dell’ambiente. Cultura per tutti. Che porta a guardare in alto e non solo indietro e in basso. E’ sempre difficile – ma affascinante -, il ragionamento attorno alle nuove tecnologie, al progresso, all’uomo nelle sue diverse espressioni, alle modalità per sciogliere i nodi del presente e tessere una buona stoffa per il futuro. Eppure, è un ragionamento da condurre. E c’è chi riesce meglio di altri nel compito.
E’ il caso di Maurizio Ferraris e Guido Saracco (filosofo il primo, ingegnere chimico il secondo), che hanno provato con il loro “Tecnosofia. Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova”, a tracciare una strada inconsueta per arrivare in poco meno di duecento pagine ad una sintesi tentata da molti e raggiunta da pochissimi.
Il libro è, tutto sommato, riassunto nelle due affermazioni poste subito in copertina: “Il farmaco più potente a disposizione della scimmia nuda è la tecnica, e la tecnica più potente è il capitale. L’alleanza tra tecnologia e umanesimo può potenziare questo capitale a beneficio di tutti, trasformandolo in un patrimonio dell’umanità”. Capitale, dunque. Che i due autori declinano in varie forme, partendo dalle rispettive esperienze di studio e di vita: la filosofia da una parte e la tecnica dall’altra. Il risultato è un percorso verso l’alto, caratterizzato da una serie di tappe. Preso atto che si deve fare i conti con un “ascensore da riparare” per far progredite l’umanità, gli autori si concentrano sul capitale visto come miglior strumento per quanto occorre intraprendere. Uno strumento del tutto particolare: tecnologico certamente, ma anche semantico (attento cioè al contenuto e al significato), sintattico (quindi attento alla struttura e ai meccanismi per mezzo dei quali agisce), e poi ancora umano (e cioè basato sulla straordinarietà dell’essere umano in tutte le sue varie manifestazioni). Un capitale attento anche agli aspetti ecologici del suo agire oltre che a quelli scientifici e tecnologici; e non dimentico dei tratti propri dell’umanità per arrivare a realizzare due principi di fondo: “Da ognuno secondo la sua capacità. A ognuno secondo i suoi bisogni”.
Quanto più la tecnologia e l’umanesimo sapranno interagire – è il messaggio che Ferraris e Saracco lanciano ai chi legge -, tanto più l’umanità procederà positivamente lungo la strada del progresso.
Il libro di Maurizio Ferraris e Guido Saracco è una visione positiva delle capacità della tecnologia vista come qualcosa che appartiene all’umanità dalle sue origini, e che contiene la capacità di conservare e moltiplicare il valore dei beni materiali e culturali a beneficio delle generazioni future. A patto che questa tecnologia venga adoperata con attenzione e saggezza.
“Tecnosofia” non è certamente una lettura facilissima, ma è una lettura da affrontare. Da parte di tutti. Una lettura da compiere senza preconcetti e scevra da luoghi comuni. Bellissimo uno dei passaggi finali del libro: “Il progresso non è la ricerca di un bene che nel mondo non si dà mai pienamente, ma è una fuga senza fine dal male; e al gioco facile di guardare in basso bisogna sostituire quello più difficile di manutenere e migliorare l’alto”.
Tecnosofia. Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova
Maurizio Ferraris, Guido Saracco
Laterza, 2023