I risvolti sociali d’impresa e occhio giuridico
Regole, leggi e vincoli per un’attività in continuo movimento
Non è da tempi recenti che l’impresa avveduta pone attenzione ai risvolti sociali della propria attività. Pur se posta sotto i riflettori della buona gestione solo negli ultimi anni, quella che si chiama Responsabilità Sociale d’Impresa è, di fatto, conosciuta da tempo (magari sotto altri nomi), da una parte significativa del sistema industriale italiano e non solo. Vittorio Traversa, con la sua tesi “I ‘fini sociali’ dell’impresa. Dall’impresa sociale alla società benefit” discussa all’Università di Torino, ha provato a mettere in ordine cronologico proprio il tema degli effetti sociali dell’attività d’impresa partendo da una constatazione: quello che viene indicato come business sociale “talvolta rischia di assumere un significato generico e atecnico ed è pertanto utile operare alcune precisazioni”.
Traversa inizia analizzando l’esempio di “impresa sociale” fornito dal microcredito per passare poi ad approfondire il più vasto tema della definizione stessa di “impresa sociale” e poi quello del nuovo assetto della cosiddetta “società benefit” per tornare ad approfondire gli aspetti della responsabilità sociale d’impresa. Chiudono il lavoro due capitoli sugli aspetti finanziari e di bilancio delle imprese con finalità sociali.
Nell’affrontare il tema, Traversa usa gli schemi interpretativi giuridici, ma il suo ragionamento è valido anche in termini generali. Da tutto il lavoro, si comprende come la cultura dell’impresa con fini sociali sia andata più avanti delle regole di legge e di bilancio che sono state costruite attorno ad essa, creando anche una situazione di rischio per le stesse attività che dovrebbero regolare e incentivare. “Per quanto riguarda la normativa sull’impresa sociale – viene spiegato -, possiamo affermare che questa non risulti del tutto soddisfacente. (…) l’assenza di benefici fiscali specifici, almeno con riferimento agli utili non distribuiti, rischia di scoraggiare l’adozione dell’impresa sociale”. Ma lo stesso Traversa poi aggiunge: “Questi limiti, tuttavia, più che giustificare un giudizio complessivamente negativo, confermano la difficoltà a coniugare impresa e finalità sociali, fino ad ora tenute ben separate nel mondo del diritto”.
Il lavoro di Vittorio Traversa è un onesto panorama sul tema dei risvolti sociali dell’attività d’impresa visto con un occhio giuridico: anch’esso un approccio utile per capire di più e meglio di qualcosa complesso e in continuo movimento.
I “fini sociali” dell’impresa. Dall’impresa sociale alla società benefit
Vittorio Traversa
Tesi, Università di Torino. Dipartimento di Giurisprudenza
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Regole, leggi e vincoli per un’attività in continuo movimento
Non è da tempi recenti che l’impresa avveduta pone attenzione ai risvolti sociali della propria attività. Pur se posta sotto i riflettori della buona gestione solo negli ultimi anni, quella che si chiama Responsabilità Sociale d’Impresa è, di fatto, conosciuta da tempo (magari sotto altri nomi), da una parte significativa del sistema industriale italiano e non solo. Vittorio Traversa, con la sua tesi “I ‘fini sociali’ dell’impresa. Dall’impresa sociale alla società benefit” discussa all’Università di Torino, ha provato a mettere in ordine cronologico proprio il tema degli effetti sociali dell’attività d’impresa partendo da una constatazione: quello che viene indicato come business sociale “talvolta rischia di assumere un significato generico e atecnico ed è pertanto utile operare alcune precisazioni”.
Traversa inizia analizzando l’esempio di “impresa sociale” fornito dal microcredito per passare poi ad approfondire il più vasto tema della definizione stessa di “impresa sociale” e poi quello del nuovo assetto della cosiddetta “società benefit” per tornare ad approfondire gli aspetti della responsabilità sociale d’impresa. Chiudono il lavoro due capitoli sugli aspetti finanziari e di bilancio delle imprese con finalità sociali.
Nell’affrontare il tema, Traversa usa gli schemi interpretativi giuridici, ma il suo ragionamento è valido anche in termini generali. Da tutto il lavoro, si comprende come la cultura dell’impresa con fini sociali sia andata più avanti delle regole di legge e di bilancio che sono state costruite attorno ad essa, creando anche una situazione di rischio per le stesse attività che dovrebbero regolare e incentivare. “Per quanto riguarda la normativa sull’impresa sociale – viene spiegato -, possiamo affermare che questa non risulti del tutto soddisfacente. (…) l’assenza di benefici fiscali specifici, almeno con riferimento agli utili non distribuiti, rischia di scoraggiare l’adozione dell’impresa sociale”. Ma lo stesso Traversa poi aggiunge: “Questi limiti, tuttavia, più che giustificare un giudizio complessivamente negativo, confermano la difficoltà a coniugare impresa e finalità sociali, fino ad ora tenute ben separate nel mondo del diritto”.
Il lavoro di Vittorio Traversa è un onesto panorama sul tema dei risvolti sociali dell’attività d’impresa visto con un occhio giuridico: anch’esso un approccio utile per capire di più e meglio di qualcosa complesso e in continuo movimento.
I “fini sociali” dell’impresa. Dall’impresa sociale alla società benefit
Vittorio Traversa
Tesi, Università di Torino. Dipartimento di Giurisprudenza