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Il buon clima d’impresa

L’impresa è fatta dagli uomini e dalle donne che in essa vi lavorano e che in essa, a ben vedere, passano una parte consistente del loro tempo di vita. Ormai di questo tutti – o quasi -, sono coscienti. Ma passare dalla consapevolezza di una situazione all’azione più giusta per viverla meglio – e, fra l’altro, farla rendere al meglio -, può ancora essere complesso e difficile. Aver a che fare con esseri umani e non con cose, strumenti di produzione entrambi ma ben diversi nella sostanza, implica attenzione, accortezza, delicatezza, eppure anche decisione. È comunque attraverso queste strade che nasce e si costruisce una cultura d’impresa diversa, più completa e anche più efficace dal punto di vista produttivo.

Leggere “Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone” scritto da Stefano Basaglia e Chiara Paolino e appena pubblicato è cosa utile per capire meglio proprio i rapporti fra impresa e persone al suo interno.

Il volume cerca, riuscendoci, di far chiarezza fra l’ovvietà di molte affermazioni sulle relazioni fra le persone all’interno delle imprese, e la necessità comunque di affrontare nelle aziende anche il tema delle relazioni umane ed interpersonali, al di là di quelle fissate dalle regole contrattuali.

Si legge nella presentazione del volume che un bravo manager annusa l’aria, sente se il clima dell’azienda è buono o cattivo. Per dirla con Bob Dylan, così come “non serve un meteorologo per capire da che parte tira il vento”, allo stesso modo sembrerebbe non servire uno studioso di organizzazione per capire il clima di un’azienda. Tale atteggiamento, viene spiegato, è molto diffuso e si basa sull’assunto che tutti (imprenditori, manager, lavoratori), sappiano/sentano se “splende il sole” o “infuria la bufera”. E così in effetti è nella gran parte dei casi. Le cose iniziano però a complicarsi quando l’azienda non è così piccola e semplice da poter essere osservata a colpo d’occhio, quando non ci si trova di fronte a fenomeni chiari e definibili in maniera uniforme, quando si passa del semplice sentire al più complesso analizzare e interpretare. È qui che entra in gioco il contenuto e l’approccio di questo libro che cerca di analizzare con metodo le relazioni umane all’interno delle imprese.

Dopo un prima parte che inquadra il tema è distingue fra clima psicologico e clima organizzativo nelle imprese, i due autori esaminano i termini del rapporto che si crea “con il capo” e con i pari, le modalità d’azione del capo e quelle dei pari, la cosiddetta “cittadinanza organizzativa”, la capacità di gestire gli eventi inattesi, la creazione e gestione della soddisfazione e dell’emotività in azienda, la comprensione delle diversità degli individui e la loro organizzazione all’interno del gruppo aziendale, il bilanciamento fra vita privata e vita di lavoro. Il tutto, poi, viene chiuso con un caso pratico come  quello di Telecom Italia.

È importante è indicativo di tutto lo stile del volume un passaggio della presentazione: “Lo stock di capitale umano di cui un’azienda dispone, anche quando misurato correttamente, è in grado di predire solo in parte la prestazione individuale e quella organizzativa. Specificamente, l’equazione che governa la prestazione individuale, di gruppo e organizzativa è molto più complessa rispetto al semplice legame con il capitale di competenze, conoscenze, competenze e abilità”.

Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone 

Stefano Basaglia, Chiara Paolino

Egea, 2015

L’impresa è fatta dagli uomini e dalle donne che in essa vi lavorano e che in essa, a ben vedere, passano una parte consistente del loro tempo di vita. Ormai di questo tutti – o quasi -, sono coscienti. Ma passare dalla consapevolezza di una situazione all’azione più giusta per viverla meglio – e, fra l’altro, farla rendere al meglio -, può ancora essere complesso e difficile. Aver a che fare con esseri umani e non con cose, strumenti di produzione entrambi ma ben diversi nella sostanza, implica attenzione, accortezza, delicatezza, eppure anche decisione. È comunque attraverso queste strade che nasce e si costruisce una cultura d’impresa diversa, più completa e anche più efficace dal punto di vista produttivo.

Leggere “Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone” scritto da Stefano Basaglia e Chiara Paolino e appena pubblicato è cosa utile per capire meglio proprio i rapporti fra impresa e persone al suo interno.

Il volume cerca, riuscendoci, di far chiarezza fra l’ovvietà di molte affermazioni sulle relazioni fra le persone all’interno delle imprese, e la necessità comunque di affrontare nelle aziende anche il tema delle relazioni umane ed interpersonali, al di là di quelle fissate dalle regole contrattuali.

Si legge nella presentazione del volume che un bravo manager annusa l’aria, sente se il clima dell’azienda è buono o cattivo. Per dirla con Bob Dylan, così come “non serve un meteorologo per capire da che parte tira il vento”, allo stesso modo sembrerebbe non servire uno studioso di organizzazione per capire il clima di un’azienda. Tale atteggiamento, viene spiegato, è molto diffuso e si basa sull’assunto che tutti (imprenditori, manager, lavoratori), sappiano/sentano se “splende il sole” o “infuria la bufera”. E così in effetti è nella gran parte dei casi. Le cose iniziano però a complicarsi quando l’azienda non è così piccola e semplice da poter essere osservata a colpo d’occhio, quando non ci si trova di fronte a fenomeni chiari e definibili in maniera uniforme, quando si passa del semplice sentire al più complesso analizzare e interpretare. È qui che entra in gioco il contenuto e l’approccio di questo libro che cerca di analizzare con metodo le relazioni umane all’interno delle imprese.

Dopo un prima parte che inquadra il tema è distingue fra clima psicologico e clima organizzativo nelle imprese, i due autori esaminano i termini del rapporto che si crea “con il capo” e con i pari, le modalità d’azione del capo e quelle dei pari, la cosiddetta “cittadinanza organizzativa”, la capacità di gestire gli eventi inattesi, la creazione e gestione della soddisfazione e dell’emotività in azienda, la comprensione delle diversità degli individui e la loro organizzazione all’interno del gruppo aziendale, il bilanciamento fra vita privata e vita di lavoro. Il tutto, poi, viene chiuso con un caso pratico come  quello di Telecom Italia.

È importante è indicativo di tutto lo stile del volume un passaggio della presentazione: “Lo stock di capitale umano di cui un’azienda dispone, anche quando misurato correttamente, è in grado di predire solo in parte la prestazione individuale e quella organizzativa. Specificamente, l’equazione che governa la prestazione individuale, di gruppo e organizzativa è molto più complessa rispetto al semplice legame con il capitale di competenze, conoscenze, competenze e abilità”.

Clima aziendale. Crescere dando voce alle persone 

Stefano Basaglia, Chiara Paolino

Egea, 2015

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